Editoriale 139

Anche forse per il fatto che il libro di Osho YA-HOO! The Mystic Rose non è tradotto in italiano, rimane poco noto un episodio insolito della sua vita e soprattutto del suo lavoro per svegliare i discepoli!

La serie di discorsi è famosa per la grande enfasi che Osho dà alla risata come meditazione e terapia, non solo parlandone, ma dando agli ascoltatori tante occasioni per ridere a crepapelle. Ma al discorso numero 20 qualcosa cambia all’improvviso...

Un forte temporale stava montando sopra al tendone della tensostruttura all’aperto che copriva il grande spazio di marmo bianco dove migliaia di meditatori erano seduti ai piedi di Osho. Il vento la gonfiava e la faceva sbattere in modo esagerato. Osho stava parlando con molta intensità dello spazio del silenzio che si crea in meditazione. E le sue parole stavano creando proprio quel silenzio lì, forte e tangibile, quasi solido.

All’improvviso, dal pubblico emerse un’assurda risata isterica, forse dettata dalla paura del temporale, seguita da un’altra risata nelle vicinanze. Osho disse: “Questa risata è fuori contesto”, ma le risate addirittura aumentarono... Osho aveva smesso di parlare...

Io ero lì a occhi chiusi, assaporando quel momento di profondità e aspettando che Osho riprendesse a parlare. Ma sentii dei rumori insoliti, così aprii gli occhi e vidi Osho in piedi sul podio che stava salutando per uscire.

Disse ancora: “Non aspettatevi di vedermi qui domani”. E se ne andò nello shock e sgomento generale. “Oh dio cosa sta succedendo? Osho che interrompe il discorso nel bel mezzo. E se ne va... Aiuto!”. Non era mai successa una cosa del genere.

Osho saluta

Il giorno dopo, per l’intera giornata, era come se la Comune stesse fluttuando in un doloroso limbo per quello che era successo la sera prima: ci sentivamo tutti responsabili. A causa della nostra inconsapevolezza eravamo in grado di porre degli ostacoli al lavoro di Osho. E ancora più forte pesava su di noi un’incognita: “Lo rivedremo mai più?”. 

Alla sera ci ritrovammo comunque nella Buddha Hall, pur senza sapere se Osho sarebbe venuto. Ma almeno avremmo meditato tutti insieme. Anando, la sua segretaria, ci lesse le parole che Osho le aveva dettato per noi riguardo all’accaduto. La sua enfasi era sul non darlo per scontato, che il suo lavoro non era ancora finito. E poi, con sollievo di tutti noi, Anando disse anche che sarebbe tornato a parlare quella sera stessa...

Il risultato di questa incredibile bastonata Zen collettiva – come una spada che aveva attraversato il cuore di tutti per 24 ore – fu una ritrovata totalità di presenza nelle risate, quando era il momento delle risate, e in un vero silenzio assoluto quando era il momento del silenzio. Un silenzio così solido che era quasi impossibile anche solo pensare di muovere un dito.

Osho ha lavorato alla creazione di questa qualità di silenzio continuamente, per tutta la sua vita. Persino il suo parlare non era che una tecnica per creare silenzio nelle nostre menti chiacchierone. Addirittura invitava gli occidentali ad andare ai suoi discorsi in hindi, perché non contavano tanto i significati delle parole, quanto l’atmosfera che creavano.

Questo episodio aprì un nuovo capitolo. YA-HOO! The Mystic Rose fu l’ultima serie di discorsi con domande e risposte. Da lì in poi, per tutto l'ultimo anno in cui Osho parlò, ci fu solo e sempre lo Zen. E in quel periodo Osho consolidò il silenzio, facendone una vera e propria porta aperta sul mistero dell’esistenza, perché non è solo un'assenza parole, ma “Ti aiuto ad andare dentro alla ricerca del tuo centro interiore. Quello è il centro in cui incontrerai il Buddha. Scaturirà dal tesoro nascosto del tuo essere per darti il benvenuto sulla porta. Il centro del tuo essere è la porta del cosmo".

“Il centro del tuo essere è la porta del cosmo”. Insomma non è proprio "robetta", giusto?

E nei mesi dedicati allo Zen il silenzio come “porta del cosmo” diventava sempre più una realtà profonda che pareva vivere di una vita propria... Qualcosa che è già presente, in cui immergersi, qualcosa da cui lasciarsi pervadere, più che una cosa da creare.

 

Ora l’ultimissimo discorso del suo ultimo anno di discorsi tutti dedicati allo Zen, Sammasati, ricordati che sei un buddha, è finalmente sottotitolato in italiano, pubblicato da Oshoba come dvd allegato all’Osho Times di dicembre. Lo stiamo spedendo proprio in questi giorni agli abbonati: un’ottima occasione per abbonarti se non lo sei, o rinnovare. Riceverai gratuitamente il dvd con la prima copia della rivista. 

Un anno di Osho Times, la rivista dedicata all’arte della meditazione, è anche un bel regalo da fare ai tuoi amici, perché, citando Osho: “Se ami una persona, la meditazione è il regalo migliore che le puoi fare”.

Prima di salutarti eccoti anche oggi due articoli tratti proprio dall’Osho Times. Buona lettura - Akarmo