Cavalcare il respiro

Cavalcare il respiro

Sudhir, dall'Australia a Miasto per partecipare alla Maha Osho Vipassana del 2019...

Tratto da Osho Times n 278

 

Vipassana

 

Nel 2014, quando mia madre è morta, ho sentito che il modo migliore per onorarla sarebbe stato fare un ritiro di Vipassana. Ci sono voluti cinque anni, ma ci sono arrivato, insieme alla mia amata. E che Vipassana è stata! Anzi, che è, ancora. Continua a viaggiare con me. 

Quindici ore da Sydney a Doha e poi altre cinque a Roma. E poi, via Venezia, Osho Miasto. Non c’è niente come Osho Miasto in Australia. Niente di così solido, così pieno di corsi, programmi e possibilità. E io volevo fare questa Maha Vipassana proprio con Shunyo e Marco, perché li conosco, li amo e mi fido di loro. 

La mia fiducia era ben riposta. Il loro tocco è amorevole e leggero.

Lavoro come consulente in materia di droga e alcol a Kings Cross, una delle zone più colorate di Sydney. Dire che è intenso sarebbe un eufemismo. Quando sono arrivato in Italia, volevo rilassarmi ed entrare, con tutto il cuore e l’anima, nella meditazione.

La Vipassana a Osho Miasto ovviamente iniziava con la Meditazione Dinamica di Osho. Non avevo più 21 anni come quando facevo la Dinamica 42 anni fa. Il mio approccio è cambiato notevolmente da come la facevo allora. Sono meno maniacale, meno diviso e più incline a lasciarmela fare che a farla io. Il risultato è stato che, ogni giorno che passava, la Dinamica mi conduceva lentamente più a fondo in tutta la guarigione, l’espressione, il selvaggio e il movimento che avevo bisogno di accogliere, per stare davvero fermo. Non era una Vipassana repressa o repressiva. Era molto viva.

Poi arrivava la seduta. Ogni giorno, con il pranzo a metà, cinque sedute di 45 minuti e cinque passeggiate di consapevolezza a mezza velocità di 15 minuti. La cosa sorprendente per me, in tutto questo stare seduto, è stata la mancanza di sforzo. Mi sembrava di aver perso interesse a dare spazio alla lotta in quei giorni. Con cinquanta persone nella stanza, il silenzio sembrava ronzare. Ogni giorno scivolavamo sempre più a fondo. Naturalmente, la mia mente faceva la sua danza. L’ho lasciata fare. Con il passare dei giorni, la vedevo arrivare e poi, alla luce della consapevolezza, scomparire come fumo.

A un certo punto ho avuto una straordinaria sequenza di pensieri sull’astrologia (Sudhir è astrologo, N.d.R.). Era di una bellezza allettante, ma effimera, parole scritte sull’acqua. 

Il tramonto arrivava ogni giorno con la Meditazione Kundalini. Mi ha stupito che, dopo quattro decenni, questa meditazione continuasse a offrirmi nient’altro che piacere. In mezzo a tutto ciò, c’erano silenziose passeggiate su per la collina per poi banchettare con tutto il cibo meraviglioso offerto, con l’ulteriore vantaggio di sensibilità, lentezza e profonda meraviglia. Madre natura continuava a regalarci momenti che fermavano la mente, come se volesse spingerci ancora oltre il limite, nella non-mente. C’era una montagna dietro la Buddha Hall che continuava a esserci e poi a non esserci, per gentile concessione della foschia. La Luna ogni sera metteva in scena uno spettacolo diverso da qualsiasi cosa io avessi mai visto. Era piena il terzo o quarto giorno, portandoci con lei. Una notte si alzò enorme e rossa. A quel punto il silenzio stava danzando dentro.

Il momento clou per me ogni giorno era l’Evening Meeting. Danza, musica, suono e silenzio. Mi sono spesso chiesto se tutti questi gruppi che facciamo e le meditazioni che esploriamo non abbiano il solo scopo di rendere possibile vedere, ascoltare e sentire di più la meraviglia che è Osho. Il silenzio di questa Vipassana sembrava portarmi dietro le parole. Ho sentito la presenza di un luogo più vasto di quanto avessi mai sentito prima, nel suono e nel silenzio del discorso di Osho. 

Nel mio incontro con Shunyo, il quinto giorno, mi sono ritrovato a dire che mi sembrava che continuassero a esserci a mia disposizione strati dopo strati di iniziazione in questa danza che è il sannyas.

Di notte dormivamo nella nostra stanza circondati dalle querce dopo il dolce la la la e il latihan della Meditazione Devavani. C’era un brusio di eccitazione nel sonno.

Alla fine questa Osho Maha Vipassana mi ha lasciato profondamente soddisfatto, come se fossi venuto al pozzo e avessi fatto un banchetto dell’anima. È stato straordinario e anche profondamente ordinario. Il qui e ora è ancora qui e ora, mentre sto seduto a digitare sul mio computer in un piccolo appartamento pieno di scatole, tutte pronte per essere trasferite in una nuova casa. Guardo il mio respiro sul treno che va al lavoro. Guardo la mia mente. Ogni tanto, nel mezzo dell’identificazione e dell’oblio, cado nel rilassamento del ricordo. Ricordo di cavalcare il respiro con accettazione e consapevolezza. E… beatitudine!

Sudhir


Tratto da Osho Times n 278