Amore e meditazione

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Amore e
meditazione!



Svagito, che sarà presto all'OshoFestival di Bellaria, ci parla delle qualità della terapia nel mondo di Osho
 

Articolo apparso su Osho Times n. 215
 


L’Osho Therapy non è tanto una tecnica specifica, ma più un “sapore” difficile da individuare con precisione. Molte volte ho sentito dire che stiamo facendo lo stesso lavoro degli altri terapisti, ma in noi si avverte qualcosa di diverso. Questa differenza per me è data dal fatto che veniamo dal mondo di Osho. Usiamo metodi e tecniche, ma siamo consapevoli dell’importanza fondamentale dell’amore e di un’atmosfera di meditazione che nessuno può rivendicare come propria. Una terapia quindi collegata alla meditazione, ispirata al mistico illuminato Osho e alla sua visione della vita. In questo contesto, la terapia non è solo un metodo per risolvere i problemi personali, ma prepara anche e porta una persona verso la meditazione.

La terapia può essere definita come un modo per creare uno stato di benessere all’interno del corpo e della mente, mentre la meditazione porta a uno stato che è oltre la mente. La pace, l’armonia e la realizzazione personale non sono mai completamente possibili entro la dimensione della mente, perché la mente per sua natura è un meccanismo che crea problemi. Se risolvi un problema, se ne crea inevitabilmente un altro. Se trovi la risposta a una domanda, ne sorgono molte altre.
Questo è il motivo per cui alcuni mistici hanno paragonato la mente di un albero che viene sfoltito, potato: tagli un ramo e al suo posto, come risposta, l’albero ne fa crescere molti altri.
La vera soluzione è fare un passo al di fuori della dimensione della mente e entrare nella dimensione di non-mente in cui si fa esperienza, in modo naturale, di silenzio, pace e beatitudine. Le tecniche di meditazione sono modi per raggiungere tale stato.
L’arte di vivere consapevolmente, in connessione al momento presente, è considerata come il modo migliore per vivere in modo autentico, vero e soddisfacente.

Nascita di una nuova visione
Gli Osho-therapist e i groupleader del suo mondo sono stati influenzati e guidati da Osho e dalla sua visione di utilizzare i metodi orientali di meditazione insieme alle tecniche di terapia occidentale. Usano le tecniche di meditazione di Osho nel loro lavoro e considerano la terapia come un gradino verso stati superiori di consapevolezza.
 
Nelle parole di Osho:
I miei terapisti non sono solo terapisti, sono anche meditatori. E la terapia è una cosa superficiale, può aiutare a ripulire il terreno, ma avere semplicemente un terreno pulito non è come avere un giardino. Avrete bisogno di qualcosa di più.

L’Oriente e l’Occidente si stringono la mano
Alla fine degli anni ‘70, molti terapisti qualificati nei metodi occidentali di psicoterapia si riunirono intorno a Osho ed esplorarono i metodi orientali di meditazione. Questo diede vita a un esperimento unico.
Forse per la prima volta nella storia, psicoterapia occidentale e misticismo orientale si strinsero la mano. Con la guida di Osho, i terapisti, utilizzando una vasta gamma di metodi di crescita personale, svilupparono nuovi modi di lavorare con le persone, osservando la psiche umana da un punto di vista più ampio. Intuizioni più profonde diventarono possibili per tutti gli interessati: gli stessi terapisti e coloro che partecipavano ai loro workshop, seminari e training.
Terapisti con competenze diverse impararono gli uni dagli altri e sperimentarono nuove forme di lavoro con le persone, senza dover rimanere entro le riduttive linee guida di ogni specifica disciplina terapeutica.
In questo processo è stata di primaria importanza la comprensione orientale di mettere da parte l’ego personale e consentire a un’energia superiore di manifestarsi, al di là delle conoscenze e delle competenze personali del terapeuta.
C’è qui una profonda differenza che deve essere sottolineata: la cultura occidentale coltiva l’io individuale, facendo sì che le persone qualificate e di talento in tutte le professioni – politica, economia, medicina, terapia – abbiano la tendenza ad acquisire un senso di auto-importanza che accompagna il loro successo. La cultura orientale, invece, considera l’assenza di ego come un risultato di gran lunga superiore all’auto-esaltazione. Di conseguenza, nella comunità creata intorno a Osho a Pune, in India, c’era meno identificazione con lo status professionale, anche perché i ruoli erano flessibili e i lavori tendevano a cambiare rapidamente: un individuo che lavorava come terapista poteva, il giorno dopo, diventare un cuoco o un addetto alle pulizie.

Quando Osho aggiunse al suo lavoro le terapie occidentali, monitorava personalmente ciò che accadeva in questi workshop. Dopo ogni corso, si incontrava con i partecipanti del gruppo e il suo leader, invitando tutti a condividere le loro esperienze e a fargli domande.
I terapisti impararono a esercitare la professione in un modo totalmente diverso. In un workshop specifico – per esempio Primal Therapy – un terapista poteva agire come guida ed essere in una posizione di autorità; ma, nel contesto più ampio della comunità, sia terapista che partecipante stavano imparando e sperimentando la meditazione, insieme: c’era un senso di unità, con poche distinzioni, e questo è continuato anche dopo la morte di Osho.
Fondamentale per questa comprensione è che la meditazione è un processo misterioso che non può essere quantificato, misurato, o comunque compreso dalla mente razionale, dal momento che, dopo tutto, è uno stato di non-mente! Quindi, anche se un terapista ha una competenza preziosa che può essere di aiuto agli altri, non ha uno status più alto o maggiore maturità in senso spirituale.
Questo approccio rivoluzionario era sostenuto dal fatto che nessun terapista era pagato per il lavoro che faceva. Lavoravano motivati dall’amore, con il desiderio di contribuire alla comunità e sostenere la priorità della meditazione.
Il lavoro di Osho ha attraversato molte fasi e così hanno fatto le comuni che si sono sviluppate intorno a lui. Forse mai nella storia ci fu un esperimento di tale portata, in cui persone provenienti da ogni ceto sociale e dagli ambienti più diversi, di qualsiasi nazione, razza o cultura, si riunirono intorno a un mistico illuminato, creando un melting pot, un crogiolo, senza pari.
L’Osho Multiversity, che raccoglie e organizza tutto questo lavoro di terapia, ebbe inizio in India nel 1974 e si trasferì nel 1982, con Osho e i suoi sannyasin, in Oregon, USA. Nel 1987, tornata a Pune, si è notevolmente ampliata, offrendo oltre 50 diversi tipi di terapia, corsi e sessioni per il corpo, la mente e lo spirito. Terapisti, operatori nel campo della salute e artisti hanno qui condiviso le loro capacità, conoscenze e comprensioni.

Ricchezza di esperienze
Al giorno d’oggi, i terapisti che una volta si formavano insieme a Pune, lavorano più da soli, senza essere esclusivamente connessi a una specifica comunità di Osho. Eppure, rimane un legame comune tra loro. Attraverso anni di condivisione, cooperazione e solidarietà, e allo stesso tempo rispettando l’unicità di ognuno, questi terapisti hanno imparato ad apprezzare la ricchezza che si può raggiungere attraverso una comprensione completa e multi-dimensionale della psiche umana.
Ad esempio, durante un training di massaggio, a Pune negli anni ‘90, durato diversi mesi, furono impiegati insegnanti diversi che coprivano una vasta gamma di terapie a orientamento corporeo, da un massaggio energico e profondo, fortemente focalizzato sul corpo, a un lavoro con energie più sottili.
Gli insegnanti che condividevano le loro competenze lavoravano in modo diverso e talvolta apertamente in contraddizione l’uno con l’altro. Ma coloro che coordinavano il programma non ebbero alcun problema a gestire questa situazione paradossale: sapevano che sarebbe stata un’esperienza arricchente e una sfida per aiutare le persone a trovare il proprio stile nel lavoro.
Al di fuori del training, questi terapisti si mandavano spesso i clienti l’un l’altro e c’era una sensazione generale di lavorare insieme per uno scopo comune.
Questo si è riflesso anche nell’Osho Therapist Training, un processo della durata di 2-3 mesi, in cui vari terapisti contribuivano a un unico lungo corso, insegnando alle persone a lavorare con i clienti.

Oltre il rapporto terapista-cliente
L’Osho Therapy dà dignità agli esseri umani attraverso la comprensione che le risposte ai problemi esistenziali della vita provengono da dentro, non da fuori. Nascono dal nucleo più profondo del proprio essere, non da qualcun altro. Al suo meglio, la terapia aiuta a rimuovere gli ostacoli in modo da permetterci di trovare le nostre risposte.
In altre parole, la consapevolezza non è una merce di scambio che può esserci data da altri. Quindi il lavoro di un terapista di Osho è quello di creare la giusta atmosfera in cui la saggezza intrinseca e la comprensione del cliente escano allo scoperto. Il terapista lavora un po’ come una levatrice.
Non è un movimento, un progresso da qui a lì, ma verso un qui sempre più profondo.
In definitiva, un terapista non è una guida che conosce più del cliente, ma un amico che è consapevole del fatto che, anche se possiede una particolare abilità, è essenzialmente nella stessa barca.

Nelle parole di Osho:
Quando il terapista e il paziente non sono due, quando il terapista non è solo un terapista e quando il paziente non è più un paziente, ma nasce un profondo rapporto io-tu, in cui il terapista non cerca di curare la persona, e quando il paziente non vede il terapista come separato da se stesso, in quei rari momenti la terapia accade.
Quando il terapista ha dimenticato la teoria e il paziente ha dimenticato la sua “malattia” e c’è un dialogo, il dialogo di due esseri, in quel momento, tra i due, accade la guarigione. E quando succede, il guaritore sa sempre che in quel momento operava solo in quanto veicolo di una forza divina, di una guarigione divina. E sarà grato per l’esperienza tanto quanto il paziente, ne ricaverà tanto quanto il paziente.
 
Tratto dalla prefazione del libro-antologia di Svagito Osho Therapy (in inglese) disponibile su oshoba.it

 

Svagito conduce corsi di formazione in vari ambiti terapeutici, in particolare Counseling, Costellazioni Familiari e Pulsation. È anche autore di due libri in italiano, Le radici dell’amore e Lo zen e l’arte di fare terapia (entrambi Urra/Feltrinelli) disponibili su oshoba.it
Per informazioni sul suo lavoro: family-constellation.net
Il libro (in inglese) Osho Therapy,  è disponibile su oshoba.it

Al prossimo OshoFestival di Bellaria dal 16 al 19 aprile 2015, Svagito condurrà alcuni eventi.
Informazioni su: oshoexperience.it


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