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Fuori dalla tribù

Verso la libertà dell'individualità
 
Da un prezioso testo di Osho apparso su  Osho Times n 225




Osho, 
tante cose che un tempo davano a una persona un senso di appartenenza stanno scomparendo: la tribù, la famiglia, il matrimonio… Persino l’amicizia. Cosa sta succedendo? E cosa succederà in futuro?

 

È bello ciò che sta accadendo, davvero meraviglioso. Sì, la tribù sta scomparendo. Così la famiglia, il matrimonio, l’amicizia… Va benissimo, perché ti lascia lo spazio per essere te stesso.

L’uomo tribale è solo un numero nel gruppo. È l’uomo più primitivo, il meno evoluto, più animale che umano. Vive solo come un numero nella tribù. È un bene che le tribù siano scomparse. 

La scomparsa della tribù ha dato vita alla famiglia. A quello stadio la famiglia è stata un grande vantaggio, perché la tribù era un fenomeno vasto, mentre la famiglia era una piccola unità. C’era più libertà nella famiglia che nella tribù. La tribù era dispotica e potente: la testa, il capo della tribù, deteneva ogni potere, anche quello di ucciderti. Esistono ancora alcune tribù in zone sottosviluppate, in India ce ne sono alcune. E le ho viste. Quando ero professore mi sono fatto mandare a insegnare a Raipur, perché lì vicino, a Bastar, c’è una delle tribù più antiche e primitive. È un piccolo stato, uno stato tribale. La gente vive nuda e mangia la carne cruda. Forse queste persone risalgono all’era in cui il fuoco non era ancora stato scoperto e hanno conservato l’usanza di mangiare carne cruda. Sono persone semplici, innocenti, ma per quanto riguarda la tribù, le sue convinzioni e tradizioni, sono assolutamente ortodosse. Ribellarsi alla tribù è fuori discussione. Chi lo fa sarà immediatamente ucciso, sacrificato al dio, perché andare contro la tribù significa scatenare l’ira del dio. E la tribù non se lo può permettere.

La tribù porta avanti la tradizione creata da dio stesso. Non hanno testi sacri, perché non hanno un linguaggio scritto. Quindi il prete, che è anche il capo, ha tutti i poteri. Ed è impossibile in quella tribù ribellarsi e rimanere in vita. Nessuno può sfuggire, perché al di fuori non sarebbe accettato: parlano solo la lingua della tribù e vivono nudi. Si coprono solo il 26 di gennaio, quando una piccola delegazione va a Delhi per partecipare alle celebrazioni del giorno della repubblica. Solo a un piccolo gruppo insegnano un po’ di hindi e a indossare dei vestiti: “Non state nudi a Delhi, soprattutto quando passate davanti al presidente e al primo ministro, agli ambasciatori e agli ospiti da tutto il mondo. Almeno in quell’occasione dovete essere vestiti in modo appropriato!”. Un piccolo gruppo addestrato, sempre lo stesso, vi partecipa ogni anno, perché a nessun altro interessa.

Da Raipur era così vicina che spesso andavo a trovarli solo per vedere come fa la tribù a controllare la sua gente. La controlla in modo assoluto, perché non mette nessuno nella posizione di rivoltarsi. Puoi lasciare la tribù, ma poi non riesci a vivere fuori. Perché conosci solo lo stile di vita della tribù. Se ti beccano fuori a mangiare carne cruda – ammazzano l’animale e se lo mangiano – ti portano subito dalla polizia. Non puoi andare in giro nudo, ti arrestano immediatamente.

E non conoscono alcuna lingua, non hanno nessuna abilità particolare. Ciò che sanno fare è utile solo all’interno della tribù. Un certo modo di danzare, di suonare i tamburi… che non sono usati da nessun’altra parte eccetto che nella tribù. Quindi nessuno se ne può andare, la mobilità è impossibile.

E vivere all’interno della tribù ma essere contro le sue convenzioni è impossibile. Nel momento in cui il capo lo scopre, ha trovato la sua preda da sacrificare al dio. E tutta la tribù si raduna, danza e fa molto rumore. Accendono un rogo e vi spingono dentro la persona, in sacrificio al dio.

La tribù è una mente collettiva. Ed esiste ancora nell’inconscio collettivo.

La famiglia è stata un’evoluzione, al tempo, perché ha reso le persone parte di un’unità più piccola, dando un po’ di libertà. E poi la famiglia ha cominciato a essere protettiva.

Ora anche la famiglia sta scomparendo, perché tutto ciò che è protettivo a un certo punto diventa proibitivo.

È come quando coltivi una piantina e le costruisci attorno una rete di protezione. Non scordarti di toglierla quando l’albero cresce, altrimenti quella stessa rete non gli permetterà di crescere. Quando l’hai messa l’albero era grosso come un dito della mano. Per questo hai messo la rete, per proteggerlo dagli animali, dai bambini. Ma quando il tronco cresce, la rete protettiva diventa proibitiva, devi toglierla.

È arrivato il momento, la famiglia non è più protettiva, è proibitiva.

È stato un grande passo rispetto alla tribù, ora bisogna fare un altro passo. Dalla famiglia alla comune. 

La comune può darti tutta la libertà di cui hai bisogno, e tutta la protezione necessaria, ma senza proibire nulla.

Quindi sostengo che è un bene che la tribù è scomparsa e che la famiglia sta scomparendo.

Sì, ti mancherà perché sei assuefatto. Queste sono dipendenze…

La comune avrà una nuova e fresca salute psicologica. Ed è possibile solo in una comune, perché naturalmente il bambino avrà un padre e una madre, ma non saranno i soli “limiti” che avrà intorno a sé. All’interno della comune tutti gli uomini dell’età del padre saranno i suoi zii, e lo zio è una bellissima figura. Il padre è sempre un po’ ostile, perché quella è la sua funzione. Ha il potere e deve mostrarlo, deve imporre disciplina. E lo stesso vale per la madre, deve imporre la disciplina. Si preoccupa di cosa succederà al figlio o alla figlia se non adempierà all’ideale fissato dalla società. Lo fa con amore, ha buone intenzioni. Ma lo zio invece non impone nulla. E se ci sono tanti zii e tante zie, nasce un nuovo grande fenomeno: nella mente non porti più solo l’immagine di una sola persona. 

È un bene che la famiglia stia scomparendo. E con essa scompariranno le nazioni perché la famiglia è l’unità su cui si fondano le nazioni. E se ne andranno anche le cosiddette religioni, perché è la famiglia che impone religione, nazionalità e questo genere di cose. Se la famiglia se ne va, chi ti imporrà il cristianesimo, o l’induismo? Chi ti dirà che sei americano?

Quando la famiglia se ne andrà, se ne andrà anche gran parte del disagio psicologico, della follia politica. Devi essere felice che stia scomparendo.

Il matrimonio è un’invenzione contro natura. Ha tormentato l’uomo abbastanza a lungo. 

Ora le donne guadagnano, come gli uomini, e non hanno più bisogno di dipendere l’uno dall’altro. Una donna può non avere figli. O può fare l’inseminazione artificiale.

Il sesso e la procreazione non sono più così connessi. Puoi fare sesso senza dover anche subire di avere figli. 

La famiglia è assolutamente fuori moda. Il futuro è nella comune. Comune significa tanti individui indipendenti che non appartengono l’uno all’altro nei vecchi modi, la famiglia, la tribù, la religione, la nazione, l’etnia. No. Sono in relazione solo in un modo: sono tutti indipendenti. Rispettano l’indipendenza dell’altro e si aspettano lo stesso rispetto.

Questa è la sola relazione, la sola amicizia, l’unica forza che può diventare il cemento di una comune: il rispetto per l’individualità dell’altro, per l’indipendenza. Il modo in cui l’altro vive, il suo stile di vita, è assolutamente accettato e rispettato.

L’unica condizione è che a nessuno è permesso di interferire con l’altro in nessun senso. Quindi è un bene che tutto quel passato morto stia scomparendo, lasciandoci liberi di creare un uomo nuovo, una nuova umanità, un nuovo mondo...
 

Continua la lettura su Osho Times n. 225

Tratto da: Osho, From Personality to Individuality #1

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