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Una Dinamica
in 10 minuti!
Gli stratagemmi
di un giovane studente
Il racconto di Sanjay
Era il 1977, avevo 12 anni e vivevo con la mia famiglia a Delhi.
Mio fratello Anil, che aveva 18 anni, frequentava molto la biblioteca e un giorno mi portò con lui e trovammo un libro di Osho. Ciò che mi colpì come prima cosa fu il suo volto, che appariva in uno schizzo sulla copertina: mi impressionarono soprattutto le sue sopracciglia. Poi quando mio fratello me ne lesse dei brani mi colpì il suo linguaggio: era diverso, le parole, le espressioni... cose che non avevo mai sentito.
Era una raccolta di meditazioni e ne notai una in particolare, una meditazione sulla morte. Osho diceva qualcosa del genere: “Immagina la tua morte nei dettagli, sentiti come morto, immagina la tua pira funeraria e le persone che ti accompagnano con le lacrime agli occhi. E ora il tuo corpo è ridotto in cenere e le tue ceneri sono trasportate dalla corrente del fiume”.
Non avevo mai letto niente di simile prima ed era qualcosa di molto “potente”: nessuno parlava mai della morte nella mia famiglia e...
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Adesso! È l’unico momento che esiste, non rimandare
“Non vivere nel passato, perché nessuno può riuscirci: non esiste più. E non costruire i tuoi castelli nel futuro, non è possibile.
Il futuro non esiste, vivi in questo momento! Se inizi a vivere nel momento, sei in continuo contatto con la vita. E la vita, continua a ringiovanirti.”
Un prezioso testo di Osho
L'illuminazione deve accadere in un solo colpo, altrimenti prenderà un’infinità di tempo. Non puoi rallentare, non puoi rimandarla. Devi fare il salto proprio in questo momento, perché il prossimo non è mai certo. Le strade cambiano direzione, gli amici diventano nemici. Ciò che è possibile in questo momento potrebbe non esserlo nell’istante successivo. Tutto il mondo è in subbuglio, nel caos. Non è soltanto da ora che è nel caos, è sempre stato nel caos, perché milioni di essere umani inconsapevoli creano sogni di ogni genere, proiezioni, aspettative, frustrazioni. Tutta l’atmosfera è resa pesante da nubi di speranze disattese e desideri incompiuti. Anche il successo può essere un fallimento: pur sapendo di aver raggiunto l’obiettivo che ti eri prefissato, dentro sei ancora ignorante e vuoto come prima. Un proverbio dice che niente ha successo come il successo, ma è solo una mezza verità. Voglio completarlo: niente fallisce come il successo. E la seconda parte è più importante; in caso contrario i re non avrebbero rinunciato ai loro regni e non sarebbe mai nato un Gautama il Buddha. Arriva il momento in cui hai successo per quanto riguarda il denaro o il potere, sei famoso… Rousseau si rammaricava nella sua autobiografia che: “Quando ero giovane, l’unico desiderio in me era di diventare famoso in tutto il mondo”. Uno non pensa mai a che cosa farà quando diventerà famoso in tutto il mondo, semplicemente non si pone queste domande. È solo catturato in una rete: “Tutti cercano di avere successo e di diventare famosi e io devo essere il primo della fila”. È una lunga lotta, un lungo conflitto. Rousseau diventò infine un filosofo di fama mondiale. Sfortunatamente in Francia in quel periodo...
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