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newsletter n. 040

Ciao! 
In questi giorni mi trovo spesso a pensare alle cose che finiscono... i progetti, le relazioni, i sogni, i soldi, l'infanzia, la giovinezza... quante cose son finite nelle nostre vite. Eppure siamo ancora qui, perché altrettante cose sono iniziate! Quando finisce qualcosa sembra sempre una perdita, ma poi magari dopo un anno, o dopo una settimana o addirittura dopo un'ora si scopre che in realtà ci siamo arricchiti di nuove possibilità. Vedere il nuovo che arriva e portare lì la nostra attenzione invece di restare focalizzati sulle cose finite ci tiene giovani, freschi, svegli, vivi e vitali. L'arte da imparare è questa... e la qualità della vita cambia in modo radicale. È uno dei messaggi di Osho, una delle chiavi che ci propone non solo per vivere più felici, ma anche per crescere come esseri umani maturi e intelligenti.
La libertà dal passato però è una conquista, un passo consapevole che uno non acquisisce spontaneamente, salvo rare eccezioni. Va imparato a fare, con cura e amore per se stessi. Una scelta consapevole. Cercando gli aiuti che si possono trovare intorno a noi...
Ogni situazione che ci tiene nel presente regala una maggiore distanza dal passato... anche senza andare ad agire direttamente sul passato in noi per lasciarlo andare. Che trucco!!
Ed è il trucco di base di ogni vera meditazione. A Liberi di Essere avremo tante occasioni di consolidare il nostro stare nel presente, indebolendo la forza che hanno su di noi quelle cose del passato che sono finite, superate, inutili...
Ma prima di incontrarci di nuovo con Anando e Siddho ecco ancora qualche prezioso testo tratto dall’Osho Time
s
(ogni mese un regalo).
Buona lettura - Akarmo


Corpo, cuore...
meditazione!


Un’intervista a Deepti Canfora
la creatrice della
Metaphysical Danc
e


Da un articolo apparso su Osho Times

Deepti: Vengo dal mondo della danza accademica, classica principalmente e poi contemporanea... ho iniziato all’età di 11 anni e a 18 sentivo di non farcela più, pensavo che mi mancasse il “pelo sullo stomaco” per poter sopportare tutto questo. In realtà la mia fragilità di allora era duramente provata dalle difficoltà di avere a che fare con un mondo troppo pesante per me, con emozioni e ostacoli che mi toglievano il fiato. Stavo soccombendo a una sofferenza costante, avevo bisogno di aiuto, dovevo fare qualcosa per me. E presi una decisione: andare a conoscere quell’“uomo dalla barba bianca” che un amico e mio fratello avevano incontrato in India.
Così a 18 anni partii per Pune, era il 1975. Arrivata da Osho trovai tutto quello che mi serviva per coltivare il “mio giardino” e lasciai da parte, per qualche tempo, il mondo della danza. Ma, come compresi poi, anche la danza era la mia vita e per circa 20 anni ho percorso le due strade in parallelo: la danza, come insegnante e come coreografa, e la mia vita di sannyasin; un parallelo che non era scissione, però, perché il sannyas non era staccato dal resto della mia vita
..
.


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La danza
estatica della
Meditazione
Kundalini


Una scoperta meravigliosa!

Un prezioso testo di Osho


Non c’è alcuna necessità di risvegliare la Kundalini, quella riserva di energia che assomiglia a un serpente arrotolato. Qui pratichiamo la Meditazione Kundalini, ma lo scopo non è risveglia­re la Kundalini, lo scopo è in un certo senso diverso, cioè far danzare l’energia Kundalini presente dentro di te.
L’obiettivo è molto diverso. L’energia presente al tuo interno è, al momento, addormentata. Quindi, va risvegliata e per risvegliarla è necessario scuoterla, darle una spinta. In base alla mia esperienza, non è necessario risvegliarla, bisogna soltanto farla danzare, deve diventare musica, deve essere trasformata in una celebrazione estatica. Di conseguenza, non è necessario spingerla o darle una scossa.
Nel secolo scorso, in Occidente viveva un grande danzatore, Nijinskij. Quando danzava, a volte faceva dei salti così in alto che sembrava andare contro la legge di gravità. Gli scienziati erano meravigliati, non sembrava possibile saltare così in alto. Poi, ritornava a terra leggero come una piuma, lentamente, oscillando e librandosi in aria. Anche questo era un paradosso, perché la forza di gravità attrae gli oggetti verso terra a grande velocità: cadono come pietre, non come piume!
Quando gli chiedevano quale fosse il suo segreto
...


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Questa settimana ti segnaliamo:

>>> La vita a Pune intorno a Osho negli anni '70 in oltre 800 rarissime foto GUARDA

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