Ciao! 
Rieccoci qui dopo l’OshoFestival di Bellaria... dove magari c’eri anche tu e ci siamo visti e abbracciati in quell’onda travolgente fatta di sorrisi, entusiasmi, gioia, festa e tanta bella meditazione! Quello che mi stupisce sempre del festival di Osho è che è talmente grande da non essere nelle mani di nessuno… è una magnifica creatura che vive di vita propria.
Ognuno naturalmente ha in mano il proprio pezzettino, noi organizzatori avviamo i motori, la reception accende i suoi sorrisi, i workers sono preziosi angeli che tengono la macchina oliata e funzionante tutto il tempo, i faciltatori sanno giostrare magistralmente le diverse energie, i mille partecipanti si accendono di luce propria e spargono gioia… ma l’insieme rimane saldamente fuori dalla portata di chiunque. E da qui viene la percezione che il magico esiste!
Tra i tanti commenti raccolti mi ha colpito questo, scritto a mano da uno dei partecipanti: “Coinvolgente. Emozionante. Amorevole. All’inizio sei un po’ così... ma poi!!! Esci non guarito, ma ammalato D’AMORE!”
Infatti, mi viene in mente il sabato sera con le sue danze coinvolgenti e la quarantina di nuovi sannyasin che hanno arricchito la festa di commozione, e il gran finale domenica pomeriggio, tutti nella grande Sala Rossa a vivere intorno a Shunyo la dimensione della gratitudine, una situazione dove l’amore era palpabile.
Usciti dal Palancongressi per tornare a casa si sentiva il vuoto dopo tanto “pieno” e già nella mia mente mi dicevo che, per fortuna, non dobbiamo aspettare un anno per ritrovare questa energia… i centri di Osho continuano a pulsare d'iniziative bellissime a ogni weekend.
E poi la bellissima atmosfera del festival torna a Meditando in luglio intorno a Shunyo e Chetana: un’altra magia che va oltre ogni aspettativa. A presto quindi.
Per oggi torniamo a regalarvi due begli articoli tratti dalla rivista Osho Times. Buona lettura – Akarmo

“Bisogna farlo sapere!”

Un’esperienza nella prima Pune
(anni '70) che svela tutta
l’importanza
del “lavoro” di Osho.
Il racconto tratto dal libro
di Swami Krishna Prem...
 

Una mattina durante la solita riunione di staff, subito dopo il discorso di Osho, udii Laxmi, la segretaria di Osho, dire a Garimo, la sua assistente: “Fai in modo che all’ora di pranzo, tutti i lavoratori della Comune possano ascoltare la registrazione di ciò che Osho ha detto a Meeta ieri sera in darshan”. A mezzogiorno, circa cinquecento persone, curiose e un po’ preoccupate, si riunirono in Buddha Hall per ascoltare ciò che Osho aveva detto a Meeta, una delle dattilografe. Garimo, con la sua solita precisione olandese, spiegò brevemente che Osho voleva che tutti noi ascoltassimo la registrazione. Dagli altoparlanti iniziò a sentirsi la voce sottile e infantile di Meeta: “Batto a macchina da un anno e mezzo, ma proprio non mi piace, non mi è mai piaciuto. L’ho fatto solo perché ...

Sciogliere i nodi

Qualsiasi piccolo problema guardalo bene... di certo nel tuo modo di agire c'è qualcosa che lo sta nutrendo. Una bella storia di Buddha

Un prezioso testo di Osho
 

L'uomo è al vertice dell’esistenza, ma è così ingarbugliato e pieno di problemi, disorientato, che non può capire né se stesso né cosa sia l’esistenza.
L’uomo vive una vita piena di problemi e muore una morte piena di problemi. Dall’inizio fino alla fine è soltanto un lungo, lungo problema. Ciò crea ansietà, angoscia, tensione, sofferenza e una costante sensazione che manchi qualcosa. Ed è vero: non manca solo qualcosa, manca tutto.
Ma se solo fai un passo indietro, osservi la situazione nel suo insieme e vedi in che modo il problema si è creato, risolverlo è un gioco da ragazzi.
Mi viene in mente una storia.
Un giorno Gautama il Buddha ar­rivò per il suo discorso del mattino e, come al solito, lo attendevano
diecimila sannyasin, ma quel gior­no c’era qualcosa di sorprendente...