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osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.080  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO

Ciao!
La primavera di quest'anno mi ha colpito particolarmente per i suoi colori così vivi e per l'enorme quantità di profumi nell'aria... non capisco se mi colpisce per mancanza di memoria degli anni passati, o per mia maggior attenzione di quest'anno, oppure se davvero la primavera è stata ancora più generosa del solito, almeno qui nel nord Italia dove vivo... chissà?

Intanto, col risveglio della natura, oltre al verde e ai fiori son tornati anche gli insetti. In particolare vi devo parlare delle vespe, perché in questa casa l'anno scorso abbiamo avuto una vera invasione con varie punture regalateci a mo' di bastonate zen. Così quest'anno ci siamo interrogati su cosa fare con queste vespe... e chiacchierando ci siamo anche chiesti chissà a cosa servono le vespe, saranno degli insetti utili? E nell'era di google certe domande durano poco... tra le varie risposte trovate mi ha colpito questo concetto espresso da alcune persone che suona più o meno così: "Chi decide che una specie vivente è o non è utile? L'uomo si è arrogato il potere di valutare l'utilità o meno di una qualsiasi specie vivente... Ma tu sei convinto che la pecora esista per darti la lana e l'ape per darti il miele? Tutto il mondo al nostro servizio? Allora la vera domanda è: mi spiegate l'utilità biologica degli esseri umani?"

Wow! Che cambio di prospettiva... "A cosa serve la vespa? A cosa serve l'ape?" sembra normale chiederselo finché sulla stessa onda non arrivi a chiedere "A cosa serve l'uomo?".
Qual è il significato della vita è stato chiesto davvero tante volte a Osho che ha spesso risposto semplicemente "Non chiedere qual è il significato della vita, non ne ha. Non chiedere qual è il significato dell'esistenza, non ne ha nessuno. È un gioco senza uno scopo".
Che è anche la risposta che ci darebbero tanti altri mistici del passato...

Ma quanti di noi guardando la propria giornata possono dire che la vita è tutta un gioco senza uno scopo?
D'altra parte possiamo forse riempire la nostra giornata di cose fatte senza uno scopo?
Sono domande in contraddizione tra loro... ma a cui rispondono, per esempio, le meditazioni attive di Osho: hanno uno scopo, ma le fai come un gioco!
Puoi provarle quest’estate nei vari Centri di Osho oppure tra poche settimane a Meditando a Salsomaggiore Terme.
Intanto però ecco con questa newsletter quindicinale due estratti di articoli della rivista Osho Times.
Buona lettura – Akarmo



Le danze di Gurdjieff
“La danza assume un significato completamente diverso; si diviene lo strumento di un’energia universale trattenuta per un istante nel corpo per tutta un’altra gloria.”  G.I.Gurdjieff

Da un articolo apparso su Osho Times

Per vent’anni Gurdjieff viaggiò in lungo e in largo alla ricerca di conoscenze che spiegassero le leggi che governano l’inconscio dell’uomo. Andò in Egitto, Asia centrale, nel deserto dei Gobi, in Tibet, in India e in Grecia.
Scoprì che molte conoscenze sono trasmesse attraverso la musica e la danza nei templi e nelle scuole esoteriche. 
Il materiale da lui raccolto costituisce una parte di quelle che conosciamo con il nome di Danze Sacre, e lui stesso ideò una serie di Movimenti.
I Movimenti sono estremamente precisi, perché vengono da una tradizione millenaria. Nelle Danze di Gurdjieff non c’è spazio alcuno per l’improvvisazione spontanea... Le Danze Sacre sono una scienza del movimento: un movimento ben preciso apre un determinato canale energetico. I creatori di queste danze conoscevano gli effetti da esse prodotto sul ballerino a livello fisico, emotivo e mentale. I Movimenti aprono canali di energia che sono stati studiati scientificamente. Gli effetti sono in realtà più importanti delle danze. I Movimenti sono del tutto insoliti – per esempio, giri la testa verso destra ma gli occhi li giri a sinistra, oppure un braccio fa un movimento lineare e l’altro uno circolare, i piedi si muovono a un certo ritmo e le braccia a un altro. E anche le sequenze dei movimenti sono molto insolite...


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Il suono
dell’esistenza


Quando sei assolutamente
silenzioso puoi udirlo...


Un prezioso testo di Osho


Domanda: Osho, negli ultimi due anni, in meditazione profonda, ho udito un suono. Assomiglia al suono del mare, come lontane onde oceaniche. Lo chiamo il “mio tono” e me lo godo, come segno dell’inizio del silenzio. Ma l’altra sera hai detto che è possibile udire il suono del sangue che circola. È questo che sento? Puoi darmi qualche suggerimento, oltre a osservare, che è ciò che ho fatto in questi due anni?

Osho: Bodhinavar, non è il suono della circolazione sanguigna. Quello può essere udito solo in una stanza assolutamente isolata da ogni genere di suono. Non c’è altro modo.
Il suono che senti è molto più importante. È il suono che gli antichi in Oriente chiamavano il suono dell’universo, il suono dell’esistenza. Lo hanno chiamato omkar. È il suono dell’Om e se ascolti attentamente udrai che la parola Om è ripetuta di continuo in quel suono. Om non fa parte di alcun alfabeto, è la sola parola al mondo che non appartiene a un alfabeto e che non significa nulla. Semplicemente richiama il suono dell’esistenza. Quando sei assolutamente silenzioso puoi udirlo...


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