Ciao!
Ogni tanto mi cade l’occhio, o meglio l’orecchio, su delle espressioni italiane che un po' mi stupiscono... per esempio in questo periodo di piatti tipici e varia gastronomia che popolano un po’ tutte le trasmissioni tv, ho sentito definire certi dolcetti natalizi, come dei “biscottini da meditazione”. Ok i vari alcolici “da meditazione” ma i biscotti non li avevo proprio mai sentiti; qualcosa che va oltre i limiti della degustazione di vini, grappe, etc e mi apre tutto un nuovo mondo gastronomico “da meditazione”. 
Lo dico con una certa vena umoristica... perché per chi ha fatto anche solo qualche meditazione propriamente detta, l’espressione è inevitabilmente buffa... non può esistere un oggetto “da meditazione” in questo senso, la meditazione è davvero un’altra cosa.

Però l'intenzione di chi suggerisce che un certo vino o un biscottino sono “da meditazione” è portare la degustazione ai massimi dell’attenzione, suggerendo di assaporare affinando il più possibile i sensi, senza distrazioni dall’esperienza, socchiudendo un po’ anche gli occhi se serve... piano piano senza fretta, perché il momento è speciale.
E a ben vedere son tutti presupposti che fanno un po’ parte davvero del mondo della meditazione.
E usare i sensi come via alla meditazione è una cosa consolidata in India addirittura da 5000 anni: nel Vigyan Bhirava Tantra, la devota Devi, chiede al suo maestro e amato Shiva di darle qualche tecnica di meditazione. E lui d’amblé le sforna lì non una, ma ben 112 tecniche basate, per lo più, proprio sui sensi. Ce n’è addirittura una che suggerisce di usare il solletichio che ti fa una formica sulla pelle, oppure il dondolio del corpo su un carro tirato dai buoi...  partire dalla sensazione per andare a trovare dentro di te “colui che sta sentendo”.

Questa semplice metodologia ci apre la porta della meditazione su tutto il mondo dei sensi: perché limitarci a un certo biscottino natalizio, a una pregiata birra trappista? Ogni sensazione può essere usata come strada verso la scoperta di “colui che sta sentendo”. E così possiamo avere freschi bicchieri d’acqua da meditazione, cinguettii di uccelli da meditazione, brezze marine sulla pelle da meditazione... tutte le sensazioni (oltre ad essere da vivere) possono essere "da meditazione"!
Osho ha dato tantissimo spazio a questo approccio, che non solo ci offre dei metodi di meditazione, ma ci fa fare finalmente pace col mondo sensoriale visto per millenni come “il diavolo” dal mondo religioso dominante.
Ha anche coniato un nome per questo essere umano integro: Zorba il Buddha, in cui esiste un’armoniosa convivenza della terra col cielo, del corpo con lo sprito.
E a questo concetto chiave di Osho si ispirano da sempre gli eventi di meditazione e festa da noi proposti, come quello in arrivo a giorni a cavallo con il Capodanno... Un evento così “Osho”!

In attesa di vederci lì, ecco anche oggi due estratti di articoli tratti dalla rivista mensile Osho Times, che puoi ricevere a casa tua in abbonamento. Buona lettura - Akarmo

Il mio messaggio
Non pormi mai tali domande... che io dovrei essere più accettabile, più rispettabile, più in accordo con le masse. Non posso!

Un prezioso brano di Osho apparso sull'Osho Times


Domanda: Osho, ciò che dici può significare moltissimo per molte persone. Il tuo messaggio si è diffuso e non può che portare a un’esplosione spirituale. E pare l’unica speranza che ci resta oggi. Come intendi fare affinché le tue idee crescano, si diffondano e germoglino per fiorire in qualcosa di più universale, più accettabile, più consueto? 

Osho: Stai chiedendo l’impossibile. Le mie idee sono universali. Questa è la ragione per cui non possono essere universalmente accettate. La mente della gente non è universale, è molto locale. Prima viene la nazione, la religione, la lingua, o magari una setta della religione o un dialetto della lingua locale. La gente vive in confini molto angusti...

Parliamo di Ipnosi
Premananda e Prabodhi, Osho therapist e istruttori qualificati in ipnosi ericksoniana, rispondono ad alcune domande sul loro lavoro che conducono da anni con successo a livello internazionale

Da un articolo apparso sull'Osho Times


Quello freudiano è un modello molto utile e pratico per rappresentare la natura scissa dell’esperienza umana e per lavorare con le persone sul piano terapeutico… 
Abbiamo avuto tutti l’esperienza di volere dei cambiamenti nella nostra vita a livello cosciente: ci impegniamo nelle nostre risoluzioni per il nuovo anno solo per scoprire dopo qualche settimana, se non dopo qualche giorno, che sono finite nel dimenticatoio; oppure non riusciamo a dormire e ce ne stiamo svegli, rigirandoci nel letto, augurandoci consciamente di poter dormire, ma incapaci di farlo. O ancora soffriamo di gelosia e ci sforziamo di “non essere gelosi” e di trasformare questa emozione dolorosa, ma senza successo...