osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.097  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO

Ciao!
In un recente viaggio in autostrada mi son fatto un paio d'ore di radio, cosa che altrimenti non ascolto mai, e in uno dei tanti passaggi pubblicitari mi ha colpito lo slogan "Vieni a casa nostra a trovare casa tua". Carino, eh? Era la promozione di un famoso mobilificio.
Poi mi sono fermato in un autogrill dove ho preso un ottimo caffè. Era appena passata l'ora di punta della colazione e il pavimento era davvero sporchissimo. Mentre ero al banco una signora dedita alle necessarie pulizie per terra mi ha chiesto se potevo spostarmi un po'. Fatto. Mi ha ringraziato. E io di rimando ho detto: "Grazie a lei!". Che ridere la faccia che ha fatto! Si è bloccata e mi ha guardato sinceramente perplessa: "Grazie perché?". Il suo stupore mi ha obbligato a guardarmi dentro: da dove era venuto quel mio grazie? E ho visto che non era formale, ma provavo una sincera gratitudine nel vedere il pavimento sotto di me diventare pulito e immacolato al suo passaggio di scopa e strofinaccio. E le ho risposto: "Certo! Sta tenendo pulito e ce n'era davvero bisogno". Ulteriore stupore in lei. Stava per dire qualcos'altro ma poi ha lasciato stare. E la domanda che le ho letto in faccia era: "Ma è il mio lavoro, sto tenendo pulito il mio posto di lavoro". Di rimando alla sua domanda non posta, mi si è formata comunque una risposta non data: "Certo, lo so, ma per qualche minuto 'casa tua diventa casa mia' e tu te ne stai prendendo cura".

Faccio un passo indietro... Tempo fa, camminando per strada, un signore davanti a me improvvisamente si è chinato sull'asfalto della carreggiata per raccogliere un grosso chiodo da terra, per poi buttarlo nel cestino della spazzatura. Vedendosi osservato mi ha detto: "Non sopporto l'idea che qualcuno possa forare una gomma dell'auto". Ha sorriso e se n'è andato.

Completo il trittico con un aneddoto di Osho. Un antico maestro, prima di dare la sua benedizione ai discepoli a lasciare il monastero perché pronti per tornare nel mondo, fece un ultimo test. Dovevano correre verso una certa meta nel bosco, superare una serie di insidie e ritornare al monastero in fretta. I discepoli partirono. L'ultimo del gruppo arrivò a un certo punto in cui il sentiero era franato e un muretto a secco era crollato sul sentiero rendendo difficile il passaggio. Pensando ai tanti contadini che usavano quel sentiero per raggiungere il villaggio carichi di pesi, si fermò a rimettere le cose a posto. Naturalmente così facendo tornò dal maestro per ultimo, convinto di aver perso la sua occasione. Ma il maestro, che aveva visto tutto, diede la sua benedizione per tornare nel mondo proprio e solo a lui, ultimo arrivato. Il vero test era quello!

Osho, commentando l'aneddoto, dice che con la meditazione aumenta la tua amorevolezza e la qualità della tua presenza nel mondo. Anzi, dice proprio che puoi misurare la profondità della tua meditazione da quanto rendi il mondo intorno a te più bello. Per dire che meditare non è fuggire dal mondo, anzi è l'unica vera speranza per avere finalmente un mondo migliore!

L'Osho Times da trent'anni nasce proprio con l'impegno di sostenere e diffondere l'arte della meditazione... se ne apprezzi lo sforzo, regala o fai un abbonamento! 
E dalla rivista stampata ecco anche oggi due estratti di articoli. Buona lettura - Akarmo



Meditazioni Attive:
fare per non fare


Osho spiega il principio dell’attività totale che porta alla passività ricettiva della meditazione...

Un prezioso brano di Osho apparso sull'Osho Times


La meditazione è sempre passiva, è la sua stessa essenza a essere passiva. Non può essere attiva perché la sua natura essenziale è il non-fare. Fare qualcosa, essere attivi, è incompatibile con essa. Ogni vostro intervento attivo, ogni vostra “attività”, in sé e per sé, viene a costituirsi come elemento perturbatore. 

Non-fare è meditazione, ma con una simile affermazione non intendo affatto che sia necessaria la completa inazione. Anche per conseguire un tale non-fare, c’è da fare parecchio! Non si tratterà però di meditazione, ma soltanto di una pedana, di un trampolino di lancio. Tutto il “fare” è soltanto un trampolino. Non è meditazione. 

Siete soltanto davanti alla porta, sugli scalini. La porta è il non fare, ma per raggiungere questo stato di completa inattività mentale c’è molto da fare. Non si deve però confondere questo lavoro preliminare con la meditazione...


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Grazie Mediterranee
Per i 4 libri che hanno cambiato la mia vita... 

Da un articolo di Marga apparso sull'Osho Times


Quando mi hanno chiesto di occuparmi della redazione delle pagine speciali sull'Osho Times di febbraio, dedicate alle Edizioni Mediterranee, l’ho preso come un normale lavoro di scrittura, cosa che, al di là della mia oramai decennale collaborazione con la rivista Osho Times, è di fatto la mia professione da sempre. 

Quando poi è arrivato il momento di sedermi alla scrivania e cominciare davvero a lavorarci su, mi sono resa conto che questo è un lavoro che sento di poter fare con un amore e un’emozione particolari, perché proprio Mediterranee è l’editore che ha pubblicato il mio primo libro di Osho, Meditazione Dinamica. L’arte dell’estasi interiore. E non solo il primo, anche il secondo, il terzo e il quarto. Libri che hanno letteralmente trasformato la mia vita.

E ora vi racconto un po’ la storia...

Era il 14 dicembre del 1999, mio compleanno, e la vita per me, in quel momento, non aveva un grande senso. Mi spiego: mi è sempre piaciuto vivere e non sono mai stata una depressa esistenzialista. Ma da quando ho avuto l’uso della ragione ho sempre sentito la mancanza di un quadro generale, di una visione, nei quali inserire i fatti e gli eventi che costellavano i miei anni. E fino a quel momento non avevo mai trovato nulla di veramente interessante e rilevante. Quindi vivevo in attesa che la vita si spiegasse un po’ meglio, ma devo dire che a quel punto, avevo 35 anni, avevo un po’ perso le speranze...


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