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Il segreto di una relazione consapevole

Sentirsi bene e in pace con se stessi.
Tabish e Asti intervistati da Krishnananda

 

Articolo apparso su Osho Times n. 214
 

Krishnananda: Parlatemi del vo­stro lavoro in Italia.
Tabish: Conduciamo seminari e sessioni individuali che hanno come fulcro dare sostegno alle persone che si rivolgono a noi nella scoperta, a un livello profondo, di ciò che provoca difficoltà nella loro vita; facendo quindi in modo che imparino a gestire al meglio le ferite che stanno alla base dei loro problemi.

Krishnananda: Qual è l’obiettivo finale di questo lavoro?
Tabish: È avere una vita piena, che vuol dire scoprire qual è la propria passione e riuscire a realizzarla.

Krishnananda: Nell’ambito del­le relazioni o da soli?
Tabish: Entrambe le cose. Una par­te del lavoro è focalizzata sulle relazio­ni, per essere in grado di renderle più profonde e consapevoli; e una parte è focalizzata sul lavoro su di sé, perché le difficoltà che incontriamo di base si possono ricondurre a due grandi ferite: la vergogna e lo shock. Forniamo quindi strumenti e metodi specifici in modo che queste ferite non siano più un fattore di sabotaggio nella nostra vita come individui e nelle nostre relazioni.

Krishnananda: Quali strumenti in particolare?
Tabish: Innanzi tutto la meditazione intesa come spazio di presenza, l’essere in contatto con il nostro mondo interiore ed essere in grado di sentire tutto ciò che vi accade. Poi esistono degli strumenti specifici per calmare il nostro sistema nervoso e infine delle modalità più sane per rapportarci con gli altri.

Krishnananda: Che metodi usa­te per raggiungere questi risultati?
Tabish: Una combinazione di metodi che comprende: capire meglio cosa accade veramente quando qualcosa ci disturba, utilizzare il corpo per aprirci alle sensazioni fisiche e al movimento e infine esprimere in modo sano il nostro mondo emozionale.

Krishnananda: Immaginiamo, per esempio, che io sia un cliente e mi rivolga a voi dicendo che ho un “giudice interiore” molto forte, cioè una tendenza a giudicare tutto ciò che accade dentro e intorno a me. Che cosa potete fare per me?
Tabish: Due cose. La prima è portarti a comprendere che nessuno nasce con questo giudice, che in qualche momento della vita è successo qualcosa che ha portato alla sua formazione ed è quindi importante imparare a co­noscerlo meglio. Questo significa com­prendere da dove viene, come agisce e che effetto ha sulla tua vita. La seconda cosa è spostare l’attenzione da ciò che dice questo giudice a ciò che invece dice la voce interiore della saggezza e dell’essenza. Quindi gran parte del lavoro consiste proprio nell’imparare a riconoscere questa saggezza interiore che ci guida verso il bene e a seguirla.

Krishnananda: Che strumenti usereste per portarmi a sentire meglio e aiutarmi quando sono disturbato? Perché molto spesso sono disturbato...
Asti: Lo strumento fonda­mentale è portare consape­volezza a quello che sta ac­cadendo dentro di te ri­spet­to a quello spazio che si sente agitato, che si sente magari confuso, o insicuro, o che ha paura, e iniziare a percepire questo spazio in modo differente. In­vece di lasciarti sopraffare puoi iniziare a prendere un po’ di distanza e a integrarlo in un modo nuovo. In altre parole “fare amicizia” con questa par­te che ti fa magari sentire fallito, o insicuro.
Un altro strumento è andare a vedere che cosa è successo nella tua infanzia che ha portato alla creazione dei primi traumi, o delle prime sensazioni di abbandono, o di mancanza di sostegno; andare a vedere che cosa è successo nel passato per comprendere come mai oggi ti accade proprio questo, come mai oggi vai in questo spazio di insicurezza. Iniziando a vedere come si è formata questa parte, che cosa ti è successo, possiamo iniziare, attraverso un processo di consapevolezza, a fare dei “movimenti” di guarigione e di comprensione, per poter essere più sicuro di te e anche in contatto con questa parte vulnerabile.
In generale è importante integrare questa parte ferita nella quotidianità invece di lasciare che diriga la nostra vita o ci crei difficoltà nelle relazioni. L’essere disturbati molto spesso è un sintomo legato a qualcosa che ci è successo: qualcuno ha fatto o detto qualcosa che ci ha ferito, oppure non ha fatto o non ha detto quello che avremmo voluto, oppure semplicemente la vita non sta andando come vorremmo che andasse. Senza una chiara comprensione di cosa accade dentro di noi possiamo reagire da uno spazio ferito – accusando, lottando, lamentandoci, giudicando, chiudendoci all’altro ecc. – creando disagi, frustrazioni e dolore nelle nostre relazioni principali oppure vivendo una vita con poca energia, una vita arida e non essendo davvero soddisfatti di come la stiamo vivendo. Vale la pena di andare più in profondità.

Krishnananda: Che cosa fate quando una persona non ricorda i traumi di cui parlate? Perché potrebbe essere il mio caso: la mia mamma era molto amorevole e anche mio padre, un grande cuore! E non so se ho avuto traumi...
Asti: In questo caso guardiamo che cosa oggi sabota la tua vita, che cosa accade nelle tue relazioni o magari quando vuoi esprimere la tua creatività o devi esporti...

Krishnananda: Asti, mi hanno detto che stai vivendo una relazione consapevole. È stata solo fortuna? È per caso che hai trovato una relazione che ti piace e che è veramente ciò che hai sempre voluto?
Asti: Fortuna? Sì, rimanendo in superficie potrei dire che è stata fortuna, ma in realtà il mio viaggio è stato molto lungo, ci ho messo tanti anni a sentirmi degna di una relazione sana e matura con un uomo disponibile, con un uomo che avesse l’intenzione di esserci, di condividere se stesso, di andare in profondità ogni qual volta ci sono dei problemi, perché comunque la relazione porta a confrontarsi con dei momenti di difficoltà.
Ci sono momenti in cui il comportamento del partner ci disturba, ci sono momenti in cui proviamo sfiducia o andiamo nella disperazione o nello scoraggiamento ed è proprio grazie alla relazione che si possono attraversare questi momenti. L’importante è spostare l’attenzione dall’altro e fare il proprio viaggio interiore nelle proprie ferite: quello che ci è successo quando eravamo bambini, quello che ha fatto sì che oggi siamo più sensibili, più “disturbabili” rispetto a certe situazio­ni, a certe frasi dette o a qualche cosa che accade nella relazione.

Krishnananda: Vorrei fare una do­manda a entrambi: quali sono le basi, i punti fondamentali per avere una relazione consapevole?
Asti: Uno dei punti fondamentali per me è l’onestà. La mia relazione e il mio modo di relazionarmi sono cambiati quando ho iniziato a essere onesta con me stessa rispetto a ciò che sento mo­mento per momento e a essere in grado di condividere tutto quello che mi accade nell’ambito della relazione.
Un altro fattore per me importante è an­che l’impegno ad avere una relazione sessualmente esclusiva, monogamica. Questo mi permette di fare un viaggio di crescita personale davvero pro­fondo, perché l’essere sessualmente esclusivi mi dà la possibilità di scendere in profondità nelle mie ferite. Le ferite affiorano soprattutto nel sesso, esplo­dono letteralmente, e quindi ci vuo­­le davvero la relazione come contenimento, in modo da poterle guardare, da attraversarle e anche da farsi conoscere dall’altro. Andando in pro­fondità ci si conosce a vicenda, si inizia a prendersi cura l’uno dell’altro. Questo non può accadere senza fiducia reciproca e senza un senso di sicurezza, fattori che impiegano almeno un anno a formarsi e a radicarsi nella coppia.
Tabish: Per me sono molto importanti due ingredienti. Il primo è l’intenzione, la volontà di andare in profondità, perché una relazione consapevole è un viaggio, un viaggio molto intenso in cui è richiesta la nostra volontà, la nostra intenzione di fare questo percorso e quindi di incontrarne le difficoltà e lavorarci sopra. Il secondo ingrediente consiste in strumenti appropriati, perché non sappiamo veramente come stare in una relazione, è qualcosa che dobbiamo imparare, per cui è necessario poterle dedicare del tempo e anche un po’ di umiltà nel voler apprendere gli strumenti che ci possono aiutare in questo viaggio.
Uno dei nostri più grandi desideri è di entrare in connessione profonda con un’altra persona. Questo significa aprirsi e mostrare chi siamo veramente e può fare molta paura.
Quindi una relazione consapevole è ta­le quando impariamo a mostrare al­l’altro chi siamo; non solo la nostra faccia migliore, quella che vorremmo gli altri vedessero, ma anche i nostri momenti di difficoltà. Relazione consapevole significa anche che quando attraversiamo questi momenti di difficoltà in cui viviamo frustrazione, insicurezza, paura o solitudine, invece di mettere in discussione la relazione stessa o dire che il partner è sbagliato, abbiamo la volontà di esplorare in noi stessi e condividere con l’altro le nostre difficoltà.
Una relazione profonda non significa che va sempre tutto bene, significa imparare ad attraversare i momenti difficili. Vuole anche dire gioire e so­stenersi a vicenda nell’esprimere la propria individualità, in altre parole non dovere rinunciare a essere se stessi in funzione della relazione.

Krishnananda: Che consigli po­­treste darmi se vi dicessi che attraggo sempre persone che non sono veramente disponibili?
Tabish: Questa domanda riguarda personalmente me e il viaggio che sto facendo.
Un paio di cose importanti: la prima è che se continuo ad attirare nella mia vita relazioni con persone non disponibili è importante che io faccia una seria e profonda esplorazione del perché continuo a ripetere questo schema. Se qualcosa che mi crea sofferenza si ripete, c’è sotto una ferita che mi sta chiedendo di essere guarita, per cui bisogna lavorare in questa direzione. La seconda cosa molto importante è potermi sentire davvero bene e in pace con me stesso, perché questo creerà un cambiamento profondo. Innanzitutto avrò un sen­so di dignità e benessere indipendenti dal fatto di essere in una bella relazione, ma, ancora più importante, nel momento in cui sono centrato in me stesso e nella mia dignità posso incontrare qualcuno con cui condividere questa mia centratura e questo mio essere.


Per maggiori informazioni sul lavoro di Tabish e Asti:
learningloveinstitute.com

Al prossimo OshoFestival di Bellaria dal 16 al 19 aprile 2015, Tabish condurrà alcuni eventi assistito da Asti.
Informazioni su: oshoexperience.it


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