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Sciogliere i nodi

Qualsiasi piccolo problema, guardalo bene... di certo nel tuo modo di agire c’è qualcosa che lo sta nutrendo. Una bella storia del Buddha


Preziosi testi apparsi su Osho Times n. 216

 


L'uomo è al vertice dell’esistenza, ma è così ingarbugliato e pieno di problemi, disorientato, che non può capire né se stesso né cosa sia l’esistenza.
L’uomo vive una vita piena di problemi e muore una morte piena di problemi. Dall’inizio fino alla fine è soltanto un lungo, lungo problema. Ciò crea ansietà, angoscia, tensione, sofferenza e una costante sensazione che manchi qualcosa. Ed è vero: non manca solo qualcosa, manca tutto.
Ma se solo fai un passo indietro, osservi la situazione nel suo insieme e vedi in che modo il problema si è creato, risolverlo è un gioco da ragazzi.
Mi viene in mente una storia.

Un giorno Gautama il Buddha ar­rivò per il suo discorso del mattino e, come al solito, lo attendevano diecimila sannyasin, ma quel gior­no c’era qualcosa di sorprendente. Erano disorientati e si guardavano l’un l’altro, perché aveva in mano un fazzoletto molto costoso, forse il regalo di qualche re. Ma in genere non accettava quel tipo di doni, perciò tutti lo guardavano, chiedendosi cosa potesse significare e perché lo tenesse in mano davanti a sé, quasi indicando a ciascuno di guardare, di guardar bene. Poi arrivò a sedersi e sempre tenendo il fazzoletto in mano, disse ai sannyasin: “Guardate molto attentamente”.
Tutti guardarono, ma non c’era niente da vedere, solo un bellissimo fazzoletto di seta. E allora il Buddha iniziò a fare dei nodi al fazzoletto, ne fece cinque. C’era un profondo silenzio. Tutti guardavano semplicemente ciò che faceva.
E a quel punto il Buddha chiese loro: “È lo stesso fazzoletto che ho portato con me o è diverso?”.
Sariputta, uno dei suoi discepoli più importanti, si alzò e disse: “Perché ci stai prendendo in giro? Non lo hai mai fatto! È lo stesso fazzoletto”.
Il Buddha rispose: “Sariputta, pensaci bene: il fazzoletto che ho portato non aveva nodi e questo ne ha cinque. Come può essere lo stesso?”.
Sariputta riuscì a comprendere e disse: “Mi dispiace. Capisco: sebbene sia lo stesso fazzoletto ora è pieno di nodi, ingarbugliato come un uomo in preda all’angoscia. È lo stesso uomo... un uomo che soffre è lo stesso uomo, ma con dei nodi, tutto ingarbugliato”.
Il Buddha rispose: “Esatto. Questo è ciò che voglio mostrarvi: l’uomo che soffre non è diverso da Gautama il Buddha. Io sono soltanto un fazzoletto senza nodi. Voi siete un fazzoletto con cinque nodi”.
Naturalmente il Buddha ha la sua filosofia sui cinque problemi principali che turbano l’uomo: la violenza, l’avidità, la falsità, l’inconsapevolezza e l’ego. Si possono trovare molti più nodi, questi sono solo i principali, secondo lui.
E poi il Buddha aggiunse: “Vorrei chiedervi un’altra cosa. Sto cercando di sciogliere questi nodi. Guardatemi... questo aiuterà a scioglierli?”. E intanto tirava entrambe le estremità del fazzoletto, facendo sì che i nodi diventassero più piccoli e più stretti.
Qualcuno gridò: “Che stai facendo? In questo modo i nodi non si scioglieranno mai. Questa seta è così sottile e tu tiri così forte! I nodi stanno diventando così piccoli che sarà quasi impossibile scioglierli”.
Buddha disse: “Puoi comprenderlo in modo così chiaro per ciò che riguarda questo fazzoletto. Non riesci a capirlo riguardo a te stesso? Non puoi vederti nello stesso modo e riuscire a comprenderti? Hai tirato i tuoi nodi? Altrimenti perché continuerebbero a diventare sempre più piccoli, sempre più stretti? Un bambino è sciolto, rilassato. Ma guarda l’uomo anziano, solo nodi su nodi. Certamente, qualsiasi cosa tu stia facendo è sbagliata. Stai tirando il fazzoletto, ci stai provando con impegno e le tue intenzioni sono buone: vuoi sciogliere i nodi. Ti stai dando molto da fare, ma ottieni l’effetto contrario. Stai rendendo le cose sempre più complicate, sempre peggiori. E più diventano complicate, più tiri, perché non sai che altro fare”.
E poi il Buddha aggiunse: “A questo punto vorrei chiedervi, cosa pensate che dovrei fare?”.
Un monaco si alzò e disse: “Vorrei avvicinarmi e per prima cosa vedere come sono stati fatti i nodi”.
Buddha rispose: “Questo è il metodo scientifico. Prima di poter disfare qualcosa, devi sapere come è stato fatto, perché se sai come è stato fatto, hai già capito tutto ciò che è necessario per disfarlo: devi soltanto invertire il processo”.
Il monaco guardò il fazzoletto e disse: “I nodi sono stati fatti in modo tale che se smettiamo di tirare il fazzoletto e permettiamo ai nodi di diventare più lenti invece che più stretti e li aiutiamo ad allentarsi non sarà molto difficile. Sono nodi semplici”.
Buddha gli diede il fazzoletto e l’uomo sciolse i nodi uno alla volta.
Buddha disse: “Il sermone di oggi è finito. Per oggi non parlerò più”.

Qualsiasi piccolo problema, guardalo bene, osserva come hai cercato di risolverlo e come è invece peggiorato sempre più.
Di certo nel tuo modo di agire c’è qualcosa che sta nutrendo il problema invece di eliminarlo. Non lo stai avvelenando, lo stai nutrendo, dandogli da mangiare. E non provare a lavorare su molti nodi insieme. Scegline semplicemente uno piccolo, il più piccolo che puoi trovare in te stesso e con più piccolo intendo il più insignificante.
Le persone hanno la tendenza a scegliere il più importante; anche quando devono scegliere i problemi da risolvere, scelgono prima i più grandi. È semplicemente stupido.
Diventa un po’ consapevole, vigile. Comincia dalle cose piccole, molto piccole.

Durante un discorso, mentre Buddha parlava, un uomo seduto di fronte a lui muoveva continuamente il dito di un piede. Buddha non era come me, altrimenti lo avrebbe fermato immediatamente.
Tollerò finché poté, ma era troppo, perché l’uomo era proprio di fronte a lui e muoveva il dito in continuazione.
Alla fine Buddha disse:”Cosa c’è che non va nel tuo dito?”. Nel momento in cui disse:”Cosa c’è che non va nel tuo dito?” l’uomo si fermò. E Buddha aggiunse: “Ecco cosa non va nel tuo dito: non ne sei consapevole. Non eri tu a farlo, accadeva quasi inconsciamente. È soltanto un’abitudine: devi farlo ogni volta che ti siedi. E il dito va avanti da solo sapendo che il ‘padrone’ ne ha bisogno. E il ‘padrone’ non è neppure consapevole che stia accadendo, perché nel momento in cui te l’ho chiesto, il movimento si è fermato immediatamente. Questo significa che nel momento in cui la tua consapevolezza è andata al dito c’è stato uno stacco completo”.

Ecco, comincia con una cosa così piccola su cui non hai investito molto. La gente comincia dall’ego... tutti vogliono diventare privi di ego. Ma in questo modo ti fai carico di un problema troppo grande. Sei così piccolo... e il problema è così grande, che fallirai.
Ecco perché hai scelto proprio il problema grande, perché vuoi fallire, non vuoi avere successo.
Forse è anche questa una modalità dell’ego: scegliere il problema più grande. Non sei un uomo qualunque che vuole cambiare piccole cose qua e là: quando vuoi cambiare, affronti il vero problema! Forse questo è l’ego che ti arriva alle spalle e ti inganna.
Scegli qualcosa di molto insignificante, che non faccia grande differenza. Ma il bello è che il problema più piccolo ha le stesse proprietà di quello più grande, gli stessi “ingredienti” del problema più grande e le stesse soluzioni. Tutti i problemi sono un unico problema.
Se puoi risolvere un problema piccolo – dissolverlo, liberartene, farla finita – hai il passepartout.
Ora puoi procedere ad aprire tutte le porte di casa tua. E non ci sarà alcuna difficoltà. La chiave fondamentale è la consapevolezza. E mentre risolvi un piccolo problema, inizi a imparare l’ABC della consapevolezza.
Scegli qualcosa di poca importanza, senza grandi investimenti, sarà più facile lavorarci. E quando l’avrai affrontato, sarai sorpreso: scoprirai il segreto, tutto il segreto della tua vita confusa e ingarbugliata.
Risolvilo e in te nascerà l’uomo.
Prima di allora sei soltanto un problema!

Tratto da:
Osho, From Misery to Enlightenment # 19



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