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Primal... insieme al maestro!

Osho, a tu per tu nei darshan serali, con facilitatori e partecipanti di alcuni tra i gruppi più popolari allora e ancora adesso, dà interessanti indicazioni che diventano naturalmente delle importanti e profonde comprensioni ad ampio spettro.
In questo numero la Primal, nei prossimi l’AUM Marathon e il Who is in?

 

Un prezioso testo di Osho apparso su Osho Times n 218

In sala è presente il gruppo di Primal Training. Osho, parlando della particolare funzione di questo tipo di lavoro, dice:

Un gruppo di terapia Primal vi riporterà al passato in un viaggio interiore. Aiuterà le vostre sofferenze inconsce a risalire in superficie, a emergere. Ovviamente sarà doloroso, ma una volta alleggeriti da quel dolore, sentirete una certa pulizia, vi ritroverete lavati e ripuliti. La vostra energia scorrerà più facilmente. Quelle ferite saranno scomparse e i blocchi dissolti.
Sarà l’inizio di una nuova vita.

Il cofacilitatore dice di provare molta rabbia. Osho suggerisce che forse è a causa del ritorno all’ashram della sua fidanzata. Il cofacilitatore risponde che insieme a lei sta molto bene e che ci tiene tantissimo.

Vedo molte cose connesse tra loro. Capita molte volte che quando ami una persona le mostri il tuo lato più amorevole. L’altro lato resta, anche se a lei non lo mostri, perché è stata via per qualche giorno ed è naturale che tu ti senta più affettuoso. Ma poi quella rabbia fuoriesce da qualche altra parte, ad esempio con le persone con cui lavori. Quando c’è amore, c’è anche odio. Quando tieni a una persona, c’è anche rabbia. Quando ti prendi cura di una persona, prima o poi, in un modo o nell’altro, dovrai pareggiare i conti – forse lo farai con la stessa persona o forse lo farai altrove – altrimenti ti sentirai squilibrato.
Quindi, se ti senti troppo innamorato e affettuoso con lei, dirigerai la tua rabbia da qualche parte. Questo va compreso, perché se non lo comprendi ti sarà impossibile andare oltre. Quello che sto cercando di farti capire è che ogni volta che ami una persona, generi simultaneamente un’energia negativa. Fa parte del gioco: sii allerta e usa anche quell’energia negativa in modo positivo. Puoi andare in giardino e zappare la terra, puoi spaccare legna, o lavare il pavimento. Gurdjieff suggeriva ai suoi discepoli, quando provavano rabbia, di masticare il cibo quanto più potevano. Quella è violenza, rabbia... uccidi il cibo, distruggilo completamente! Masticare significa proprio questo: distruggere.
L’energia non può essere solo positiva. Al suo fianco, quella negativa deve raggiungere lo stesso punto, lo stesso livello. Se non la usi, inizi a litigare con la tua fidanzata o qualcun altro che ami, o cominci a trovare qualche altro sfogo altrove. È questo che fa la gente, questa è la “politica” delle emozioni. Se le persone si arrabbiano a casa, poi scaricano la rabbia in ufficio. Un insegnante arriva da casa arrabbiato e sgrida i suoi studenti.
Se sei consapevole, quell’energia può essere utilizzata. È un’energia bellissima, anche quella negativa, deve solo essere usata in modo creativo. Anche la distruzione è necessaria per la creazione. Usala, altrimenti inizierà a diffondersi in tutto il tuo essere e ogni volta che troverai un’occasione, comincerà a scorrere in quella direzione. È ovvio che litigare e essere arrabbiato con la persona che ami crea troppi disagi, ma in un gruppo puoi arrabbiarti facilmente, non c’è coinvolgimento, niente. Puoi dire semplicemente: “Che posso farci? Sono solo fedele alla mia autenticità, devo scaricare la mia rabbia”.
Se provi rabbia, usala, ma non nel gruppo, perché non ha senso. Come puoi aiutare le persone se sei arrabbiato? Non è possibile. Devi essere molto disteso e padrone di te, solo così puoi essere d’aiuto.

Uno dei facilitatori dice: “Ho capito che la mia strada passa attraverso il lasciarmi coinvolgere, ma poi… mi sono disconnesso”.

E allora fatti coinvolgere! Dove altro puoi trovare più occasioni per farti coinvolgere? Ci sono così tante belle persone, così tanti problemi da risolvere, così tanti che stanno affogando. Devi tuffarti e tirarle fuori dal fiume. Fatti coinvolgere!

Osho gli aveva precedentemente suggerito di essere edonista. Lui tro­va difficile sia essere edonista che lasciarsi coinvolgere.

Allora non è questione di essere disconnesso o chissà che. Sei semplicemente pigro. Lo razionalizzi, ma sei pigro, punto e basta. Non è un grande problema, perché per farsi coinvolgere basta solo non essere pigri! Il coinvolgimento ti rende attivo. Tu semplicemente eviti il fare, in qualche modo ti chiami fuori.
Esci dalla tua pigrizia, tutto qui. La mente non ti consente mai di vedere il vero problema, continua a offuscarlo, a mistificarlo. È una grande mistificatrice.
La pigrizia può essere distrutta solo in un modo: smettendo di essere pigri. Ogni volta che cogli te stesso in flagrante pigrizia, tirati su e passa all’azione. Se non puoi fare altro, corri per quindici minuti e metti l’energia nel movimento. Altrimenti di qui a poco le tue rotelle arrugginiranno e smetteranno di funzionare. Potrebbe essere questo il motivo per cui ti senti un po’ disconnesso.
Il corpo è un meccanismo bellissimo e molto complicato. Al suo interno si muovono milioni di rotelle. Se si muovono tutte insieme, all’unisono, il corpo funziona come un bellissimo orologio e produce uno splendido ticchettio. Ma se si blocca una rotella da qualche altra parte, si ferma anche qualcos’altro e a quel punto tutto l’orologio ne risente e ti senti disconnesso.
E quando ti ho detto di essere un edonista devi aver pensato che ti stessi dicendo di essere pigro. Devi avermi frainteso, la tua mente ha fatto una sua interpretazione, perché le persone pigre si ritengono degli edonisti. La persona pigra non può mai essere edonista.
Per essere edonisti occorre fare molto affinché l’energia scorra alta e rimanga sempre in movimento e mai bloccata. Essere edonisti comporta un grande sforzo, richiede un grande lavoro. Non si tratta di andare in giro, a bere e far sesso con le ragazze, pensando di essere edonisti. Quello non è affato edonismo. Che c’entra il bere con l’edonismo? Un vero edonista non può bere, perché lo renderebbe insensibile e non sarebbe in grado di godersi tutto al massimo. Il bere annebbia la mente, non ti rende affatto più consapevole, ma anzi diminuisce la tua consapevolezza.
Pensi forse che una persona in coma si stia godendo la beatitudine? O che un ubriaco disteso per strada sia in uno stato di estasi? Sta semplicemente evitando situazioni in cui sarebbe possibile provare dolore o piacere. Sta evitando entrambe. Non è un edonista, perché un edonista entra nelle situazioni e sceglie il piacere, fa ogni sforzo possibile per scegliere il piacere e ogni sforzo possibile per lasciar andare il dolore. È una lotta costante per essere felici. È un grande equilibrio, proprio come camminare su una corda. A ogni istante bisogna tenersi in equilibrio contro il dolore. A favore del paradiso, contro l’inferno. L’inferno resta lì, a un passo da te. Se fai un passo falso, sei finito.
Non è che stando semplicemente disteso a letto con le donne e il vino, si è edonisti. Si è soltanto degli stupidi! I veri edonisti sono dei buddha, perché diventano così consapevoli che ogni piccola esperienza porta loro immensa gioia. Quando il Buddha guarda un fiore è quasi il paradiso. Quando sei ubriaco, incespicando alla bell’e meglio verso casa, come fai a vedere la rosa che è fiorita sul ciglio della strada?
Un edonista non è una persona che continua ad andare a letto con chiunque, un po’ qui e un po’ là. Quello è solo un istinto suicida! Sta sprecando la sua energia, senza mai entrare in profonda intimità, e la gioia scaturisce dall’intimità, mentre le sue storie sono solo “toccata e fuga”.
Quindi mi hai frainteso. Ma lo so che le cose qui stanno così. Io dico una cosa e voialtri capite male e cominciate a fare di testa vostra. Ma è così che imparate, non c’è altro modo. Io devo continuare a correre rischi e dire le cose, ben sapendo che qualcosa andrà storto, ma è così che imparerete.
Quando vi dico di essere edonisti, intendo: “Siate gioiosi in ogni mo­mento e vivete ogni istante quanto più gioiosamente e intensamente possibile, perché non tornerà mai più. Se ne andrà per sempre. E imparate l’arte di amare, solo allora potrete essere felici”. Indulgere e basta non ha mai fatto felice nessuno. Richiede una grande arte.
Per dipingere bisogna imparare l’arte della pittura. Per nuotare, bisogna imparare l’arte del nuoto. La gente pensa che per essere in uno stato di beatitudine non occorra imparare alcunché. Ma è l’arte più eccelsa. La pittura e la musica non sono nulla in confronto, possono diventare parte della sua più vasta armonia, ma non sono niente... solo dei frammenti.
Quindi esci dalla tua pigrizia. Non trovare scuse per essere pigro e non essere sciocco. Non ti ho detto di essere sciocco, ti ho detto di essere edonista.
Un edonista è l’uomo più saggio al mondo. Meditaci su, ok?

Un altro facilitatore dice che quando si trova nel gruppo è tutto facile, ma fuori si sente chiuso – specie sessualmente – verso le donne.

Il sesso è uno dei problemi più fondamentali. Per risolverlo si devono risolvere molte questioni, perché è tutto interconnesso. Se hai paura della morte hai paura del sesso. Se hai paura del buio hai paura delle donne. E se hai paura del sesso indica semplicemente che hai paura della vita.
Quindi il sesso è soltanto una concentrazione di molti problemi: paura della vita, paura della morte, paura del buio, paura di abbandonarsi, paura di lasciarsi andare e, in breve, paura di lasciarsi prendere da uno stato incontrollato.
A tutti si insegna il controllo. Tutta la società continua a insegnare a ogni bambino il controllo. L’obiettivo è una personalità controllata e disciplinata.
È questo a creare il problema, perché a quel punto dai vita a un conflitto: la mente diventa il controllore e tutto il resto diventa da controllare.
Nel tuo essere si forma una frattura. Ovviamente l’attacco più grande che sferra la mente è rivolto al sesso,
perché è l’energia più incontrollabile che possiedi.
La mente si sente impotente quando si presenta il desiderio sessuale, quindi è il maggior nemico del sesso. Ecco perché tutte le religioni in qualsiasi parte nel mondo sono così ostili nei riguardi del sesso, sono tutte guidate dalla testa. La mente dice che il sesso deve essere controllato, come se mettesse tutto a rischio. E quando controlli il sesso, controlli il corpo, la vita, la morte. È tutto sotto controllo e tu sei il padrone. Ma questo non si verifica mai. Non può verificarsi, perché la mente stessa non è altro che uno strumento del sesso. È questo che bisogna comprendere.
La mente esiste in funzione dell’energia sessuale, ma non viceversa. È un’estensione dell’energia sessuale... come protezione.
È esattamente come diceva Gurdjieff: metti qualcuno a fare da guardia alla tua casa per farti proteggere, ma la guardia è armata di baionetta e un giorno all’improvviso si avventa su di te e ti colpisce al cuore. Gli hai dato l’incarico di proteggerti, ma lui diventa sempre più potente e un giorno assalta il padrone. Il suo intento non è proteggere, ma controllare. È questo che sta succedendo.
La mente è solo una guardia situata al confine più esterno del tuo essere, soltanto una postazione di guardia al confine per intercettare qualsiasi pericolo, un radar per rilevare l’ambiente circostante e assicurarsi che sia tutto sgombro e dare il segnale di via libera.
Suggerirò alcuni accorgimenti. Ogni giorno per un’ora, siedi semplicemente e lascia che sia dio a respirarti.

Osho prosegue descrivendo alla persona questa meditazione, dicendo che la sua respirazione dovrebbe essere assolutamente passiva, come se fosse “respirato” da dio. Anziché essere colui che fa, la sua inspirazione è l’espirazione di dio e l’inspirazione di dio è la sua espirazione. Aggiunge che il controllo traspare dal modo in cui respiriamo e che se si respira profondamente durante l’atto sessuale, si può quasi impazzire perché il centro sessuale è massaggiato internamente dal respiro. Quindi tutto – sesso, rabbia, violenza, pianto – è stato represso.

Il secondo accorgimento: quando riesci a trovare del tempo, vai nel buio. Vai sulla riva del fiume da solo e siediti senza fare altro. Se hai paura, abbi paura, ma non scappare.
Presto vedrai che via via che la paura sedimenta, il buio è così fresco e così caldo allo stesso tempo. È un grembo, ti avvolge, accresce la tua energia vitale. Uscirai dal buio più rilassato, vitale, ringiovanito. Inizia a fare queste due cose, ok?
E se ti trovi nella situazione di essere con una donna e cominci ad avere paura, ricordati immediatamente di lasciare che dio ti respiri. Nessuno verrà a saperlo, sarà solo una tua sensazione interiore. All’improvviso scoprirai che la paura è sparita. E la prossima volta che farai l’amore con una donna, pensa a lei come alla notte buia: lo è. Lascia che ti avvolga e sarai dissolto in lei, perduto.
Le cose cambieranno. Questi problemi sono creati, indotti: una certa educazione, un certo condizionamento e altre mille cose, ma niente di reale.

Un partecipante del gruppo dice che è abituato alla disciplina e al controllo ed è difficile per lui diventare improvvisamente consapevole dei suoi sentimenti all’interno del gruppo.

No, non c’è problema. Non è possibile iniziare improvvisamente a sentire. Ti scioglierai poco a poco, ok?
E non prenderlo seriamente. Non avere fretta, perché ti sei controllato per una vita intera e ora perdere il controllo non è facile, perché la muscolatura del controllo si è irrigidita. È come se avessi tenuto la mano stretta a pugno per molti anni e ora all’improvviso ti fossi reso conto che devi aprirla. Ma la mano adesso è quasi paralizzata. Non è stata usata, quindi c’è bisogno di un trattamento terapeutico, la circolazione del sangue deve tornare a fluire. I muscoli della mano si sono raggrinziti, perché non sono stati utilizzati e non vi è circolata l’energia. Ci vorrà del tempo.
Ma una volta che l’hai compreso si può fare molto. Non cercare di aprirla subito. Lascia che questa comprensione sia presente, una tacita comprensione che la mano deve essere aperta. Ora dovrai fare molte cose per aprirla.
E non sentirti un peso per il terapista o altro. Loro sono lì per aiutarti, anzi, per loro rappresenti una sfida! Quando nel gruppo arriva una persona molto chiusa, il facilitatore deve rallegrarsene: ora si presenta una sfida e deve lavorare sodo e trovare vie e mezzi, deve escogitare piani. Se avrà successo si sentirà estremamente felice.
Quindi sei solo una sfida, non sei un peso o un problema. Un vero terapista è felice di vedere arrivare una bella gatta da pelare!
È tutto perfetto, quindi non sentirti in colpa.
Ti darò alcune meditazioni da fare da solo e che ti permetteranno via via di “decontrollarti”. Questo gruppo ha fatto qualcosa, ma occorre di più. E non essere mai pessimista, non ce n’è alcun bisogno. Di qui a un mese sarai di nuovo nel flusso, non c’è nulla di che preoccuparsi. Datti solo un po’ di tempo.

Una partecipante dice: “La mia mente mi dice una cosa, le mie emozioni me ne dicono un’altra e il terapista me ne dice un’altra ancora. Sto impazzendo!”.

Allora impazzisci! È la cosa giusta da fare.
Posso capire da dove nasce il problema. È una situazione in cui devi scegliere. La tua mente dice una cosa, le tue emozioni ne dicono un’altra e il terapista dice un’altra cosa ancora. Quindi devi scegliere e se non scegli rimani preda della confusione.
Non puoi scegliere il terapista perché è esterno a te, non può essere sempre lì ad aiutarti. Rimangono il sentire e la mente. Se scegli la mente ti sentirai meno confusa, perché la ragione è un grande strumento di controllo, di repressione. La mente evita tutto ciò che può essere fonte di guai e seleziona solo poche cose, facendone un insieme molto organizzato. A quel punto la ragione può darti una sensazione – una falsa sensazione – che sei sana di mente e ovviamente non pazza. Ma appena sotto questo strato, la follia è in agguato. Quindi questo va compreso, è un punto delicato.
Se scegli la ragione comincerai a sentire da subito che va tutto bene, che non stai impazzendo. Ma un giorno succederà, perché stai nascondendo la pazzia e la stai accumulando. Diventerà un serbatoio pieno e un giorno o l’altro scalzerà la ragione del tutto, esploderà.
Se scegli le emozioni, ora come ora sentirai di aver scelto la pazzia, ma più in là questo ti ripagherà generosamente. Se scegli il sentire non reprimi la pazzia e a quel punto non c’è alcuna possibilità che tu impazzisca. È questo che intendo quando dico: “Impazzite!”. Scegli i sentimenti, perché non sono repressivi. All’inizio ti sembrerà estremamente pericoloso, ci vuole coraggio. Quando inizierai a seguire il sentire, sapremo davvero quanto puoi diventare pazza, perché non reprimerai alcunché.
E un’altra cosa: la ragione è un ottimo servo, ma un pessimo padrone. Quando segui le sue ragioni queste diventano i padroni e cercano di dominare le emozioni. Se segui il sentire, diventa il padrone e via via la ragione diventa il servo e quello è il posto giusto per lei. A quel punto le cose sono in armonia.
Quindi il terapista è qui per sostenerti e non devi seguire o ascoltare quello che dice. Non dare ascolto al terapista e non dare ascolto alla testa: dai ascolto al tuo sentire. Questo è il lavoro che deve fare la terapia: condurti al tuo sentire, ai tuoi sentimenti. Quando li conosci e riesci a sentirli, seguili.

Tratto da: Osho, Get Out of Your Own Way #21

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