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newsletter n. 063

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Non aspettare
di essere vecchio...


Non è mai troppo... presto, per la meditazione,
ma ognuno ha i suoi tempi!

 
 
Da un articolo apparso su Osho Times n 221
 
 

Shunyo risponde alle domande dei partecipanti a un evento OshoExperience

Partecipante: Cos’è il sannyas?
Shunyo: Il sannyas non è una religione, non è un club… è uno stile di vita.  Il sannyas è tradizione in India, da migliaia di anni. Arrivava nel momento in cui una persona sentiva che la sua vita da quel momento in avanti sarebbe stata dedicata alla meditazione. Ma questo di solito non accadeva prima di aver raggiunto una certa età, una volta cioè che in famiglia tutti erano sistemati e non si aveva più un’occupazione. Era tradizione rinunciare alla vita “normale” e andare nel mondo quasi come mendicanti, proprio come vuole la tradizione.
Osho ha dato nuova vita al sannyas: va bene se sei già vecchio, ma non aspettare di diventarlo. E non c’è alcun bisogno di rinunciare a tutto ciò che possiedi al mondo né sei costretto ad abbandonare la famiglia. Osho ci incoraggia a imparare una via meditativa e a portarla nel mondo, perché è lì che si trovano le sfide reali e che siamo messi alla prova. Perciò quando parliamo di sannyas non significa che dovete diventare dei santi, anzi, diventate più reali includendo una maggiore consapevolezza nella vostra vita.
La vita per certi versi diventa più rischiosa perché le proprie credenze e convinzioni cominciano a sgretolarsi, ma diventa anche più interessante e ricca. Ed è per questo che se una persona decide di prendersi l’impegno con se stesso di crescere in meditazione, va celebrato. Per questo facciamo una festa, la sannyas celebration!
E non esistono segni esteriori che siamo dei sannyasin, è qualcosa di interiore, quindi non si tratta di vestire di un certo colore o di fare qualcosa in particolare. Osho ci ha chiesto solo una cosa in quanto sannyasin, ed è meditare; non c’è nient’altro che definisce un sannyasin. Se una persona vuole guardarsi dentro e vedere se il sannyas ha veramente un significato per lei... si possono aspettare molti anni, come fanno alcune persone... a volte ho incontrato persone che ci hanno pensato per vent’anni – e non c’è niente di male, perché ognuno ha i propri tempi – e dopo vent’anni hanno detto all’improvviso: “Ah! Ho fatto un sogno la notte scorsa! C’era Osho che...” o magari ascoltano un discorso di Osho e sentono che stia parlando direttamente a loro. Ognuno ha la sua tempistica ed è una cosa di cui possiamo fidarci. La decisione arriva dal cuore: un bel giorno all’improvviso la senti, quindi non c’è da pensarci su. Ma se qualcuno decide di unirsi alla celebrazione di domani e prendere il sannyas fatemelo sapere… è possibile cambiare nome, se volete: a volte questo aiuta le persone a dare un taglio con il passato, anche se non tutti hanno bisogno di cambiare nome per questo…

Partecipante: Forse è una domanda stupida ma ho sentito dire che ci sono molti livelli diversi di spazio meditativo, è vero?
Shunyo: Non ho mai avuto questa impressione, non ho mai sentito Osho parlare di “strati”. È già abbastanza se abbiamo una piccola consapevolezza e la teniamo in esercizio durante il giorno mentre facciamo cose semplici come camminare, mangiare, fare la doccia. Se riusciamo a essere presenti in quei momenti è già tanto.
Se iniziamo a pensare a strati e a livelli, subentrano la mente e lo spirito di competizione, l’ansia del domandarsi a che livello siamo, e a quel punto diventa un progetto della mente anziché un rilassamento. Osho parla di diventare consapevoli, diventare degli osservatori di quello accade nella nostra vita, di quello che si fa momento per momento e alla nostra mente questo non piace. È tutto troppo semplice e la nostra mente è abituata a problemi complicati: una cosa così semplice come l’essere presenti sembra non possa produrre alcun risultato.
Quindi io suggerisco di lasciar perdere i livelli. Sii amorevole verso te stessa e se riesci a portare consapevolezza a ciò che fai, è già un’ottima cosa.
E la tua non è una domanda stupida. Quando facciamo i primi passi nella meditazione ci arrivano consigli da ogni parte e possiamo trovarci in una posizione molto vulnerabile perché non c’è nessuno a dirci: “Ecco, va bene così, stai procedendo proprio nel modo giusto”. Quindi la nostra mente che è stata addestrata, nel corso della nostra educazione e istruzione, a essere critica e piena di giudizi prende il sopravvento e impone le sue idee. Noi dobbiamo semplicemente continuare a osservare quello che ci propone.
Mi ricordo che quando avevo appena iniziato con la meditazione, una persona che aveva meditato molto più a lungo di me e verso la quale nutrivo un grande rispetto, mi ha detto che a un certo stadio nella meditazione, dopo un certo periodo di tempo, il viso diventa così distorto che in qualche monastero i monaci indossano persino una maschera per nasconderlo. Io ero giovane e al mio viso ci tenevo molto!
Lì per lì, quando udiamo queste cose pensiamo: “Ma che idiozia!”, eppure in qualche modo qualcosa entra, ci colpisce, quindi fai attenzione alle voci che circolano...


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A Liberi di Essere il 7 e 8 novembre a Milano, ci saranno per la prima volta insieme Shunyo e Siddho che hanno  impostato il programma sul connubio Amore e Consapevolezza, uno dei contributi più originali e rilevanti di Osho al cammino spirituale.


 



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