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Un fenomeno energetico
Osho Meditazione Dinamica:
“Abbandonati al movimento. Muoviti e lascia scorrere la vita dentro di te.”
Un prezioso testo di Osho apparso su Osho Times n 222

Osho,
lo Zen parla di “sforzo senza sforzo”. Potresti parlare di questa realtà in relazione alla Meditazione Dinamica?
La Meditazione Dinamica è un fenomeno energetico. E si deve comprendere questa legge fondamentale, valida per ogni tipo di energia: l’energia si muove sempre per polarità, per dualismo. Perché un’energia possa diventare dinamica, è necessario il polo contrario. Assomiglia in tutto e per tutto all’elettricità, che si muove grazie al polo positivo e a quello negativo: senza una delle due polarità, non può esistere alcuna elettricità. La stessa cosa è vera per tutti i fenomeni.
Ovunque volgiate lo sguardo, troverete la stessa energia che si muove in polarità e si equilibra. E questa polarità è importante per la meditazione, perché la mente è logica, mentre la vita è dialettica. Quando dico che la mente è logica, voglio dire che si comporta in modo lineare. Quando dico che la vita è dialettica, voglio dire che balza sempre all’opposto, che non è lineare: continua a saltare dal positivo al negativo e dal negativo al positivo, procede a zig-zag, usa continuamente gli opposti. La mente si muove su una linea retta. Non include mai l’opposto, lo nega. La mente crede nell’uno, la vita nella dualità. Quindi, qualsiasi cosa la mente crei, è sempre il risultato di una scelta univoca. Se la mente sceglie il silenzio, se si è stancata del fragore della vita e decide di immergersi nel silenzio, se ne va sull’Himalaya, vuole solo silenzio. Non vuole aver più niente a che fare con i suoni: perfino il canto degli uccelli la disturba, perfino la brezza che soffia tra gli alberi, la mente vuole silenzio! E ha scelto in modo lineare, negando completamente l’opposto. Un uomo che vive sull’Himalaya, alla ricerca del silenzio, evitando il prossimo, l’opposto, l’altro, diventerà insensibile, stupido, sarà come morto. E più sceglierà il silenzio, più diventerà insensibile, perché la vita ha bisogno della dialettica degli opposti, della sfida degli opposti! D’altro canto, esiste un silenzio diverso, che si viene a creare tra due opposti.
Il primo era un silenzio di morte, il silenzio del cimitero. Un morto è in silenzio, ma non per questo vorresti essere morto. Un morto è assolutamente in silenzio, nessuno lo può disturbare, la sua concentrazione è perfetta. Non si può far nulla per distrarre la sua mente: è perfettamente immobile! Anche se, intorno a lui, il mondo impazzisce, rimane perfettamente concentrato. Ma, nonostante questo, non vorresti essere morto. Puoi chiamarlo silenzio, concentrazione, o come meglio credi, ma non vorresti essere morto, perché quel silenzio avrebbe ben poco valore.
Il silenzio ti deve accadere quando sei assolutamente vivo, quando scoppi di vita, di energia. Solo così, è un silenzio ricco di significato; solo così, ha una qualità totalmente diversa. Questo silenzio non sarà insensibile, morto. Sarà vivo: è un sottile equilibrio di due polarità. Ma un uomo come questo, alla ricerca di un equilibrio e di un silenzio vivi, ama sia l’Himalaya che la piazza del mercato. Gli piace andare al mercato, per godersi il rumore, così come gli piace anche andarsene sull’Himalaya, per godersi il silenzio. In questo modo, crea un equilibrio tra queste due polarità e vivrà in questo equilibrio. Ma questo equilibrio non può essere raggiunto tramite uno sforzo lineare. Ecco cos’è la tecnica Zen dello sforzo senza sforzo.
Lo Zen usa termini contraddittori: lo sforzo senza sforzo, la porta senza porta, il sentiero senza sentiero. Lo Zen usa sempre il termine immediatamente contraddittorio a quello appena utilizzato, solo per suggerire che il processo è dialettico, non-lineare. L’opposto non va negato, ma assorbito. L’opposto non va escluso, va usato. Se resta escluso, rimarrà per te un peso opprimente. Se viene escluso, ti seguirà sempre come un’ombra. Non usare l’opposto è una grande mancanza.
L’energia va convertita e utilizzata, perché solo usandola sarai più ricco di vitalità, più vivo: l’opposto dev’essere assorbito, in questo modo il processo diventa dialettico. Assenza di sforzo significa non fare nulla, è inattività: akarma. Sforzo significa darsi da fare, è attività: karma. Ed entrambi sono necessari. Agisci, fai molte cose, ma come se non stessi facendo nulla; in questo modo raggiungerai entrambe le dimensioni: karma e akarma. Vivi nel mondo, ma non farne parte. Vivi nel mondo, ma non lasciare che il mondo viva dentro di te. In questo modo, la contraddizione viene assorbita e tu non hai rifiutato nulla, non hai negato nulla: dio è accettato nella sua totalità. Ed è ciò che faccio io: la Meditazione Dinamica è una contraddizione. Dinamica presuppone lo sforzo, uno sforzo assoluto, totale; mentre la meditazione è silenzio, assenza di sforzo, assoluta assenza di attività. La puoi definire una meditazione dialettica. Nella Meditazione Dinamica diventi così attivo che tutta la tua energia entra in movimento e dentro di te non resta nessuna energia statica. Devi usare tutta la tua energia, non devi risparmiare nulla: i tuoi blocchi energetici inizieranno a sciogliersi, l’energia inizierà a scorrere, a fluire. Non sei più gelido, non sei più un blocco di ghiaccio, sei diventato dinamico. Ora non sei più una forma solida: sei solo energia. Non sei più “materia”, sei diventato elettricità. Lascia che tutta la tua mente lavori, sii attivo, muoviti! E quando tutto è in movimento, quando sarai un ciclone, un vortice di energia, allora diventa consapevole.
Ricordati: sii presente e dentro quel ciclone, all’improvviso, scoprirai un centro di assoluto silenzio. È l’occhio del ciclone: questo sei tu, tu nella tua divinità, tu in quanto dio. Tutto intorno a te è movimento: il corpo è diventato un ciclone di attività, tutto si muove sempre più in fretta. I tuoi blocchi si sciolgono, tutto in te prende a scorrere, è un fluire interiore e sei diventato un vulcano, un fuoco: elettricità pura!
Ma proprio nel centro, nel cuore di quel movimento, esiste un punto di non-movimento, un punto immobile. Questo centro immobile non è da creare: esiste già! Non occorre fare nulla: è sempre esistito! È il tuo essere, è il fondamento dell’essere. È ciò che gli hindu hanno chiamato anima, atma. È lì, dentro di te, ma se il corpo, la tua esistenza materiale, non diventa totalmente attiva, non ne sarai mai consapevole...
Continua sull'Osho Times di ottobre
Tratto da: Osho, Tantra, amore e meditazione, Mondadori Editore
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