indietro
Osho Mystic Rose...
Considerata la terapia meditativa più importante creata da Osho, la Mystic Rose è un processo che dura tre settimane, tre ore al giorno. La prima settimana è dedicata alla risata, la seconda al pianto, la terza, chiamata l’Osservatore sulla collina, alla consapevolezza. Alcune esperienze...

Bodhi
una libertà che toglie il fiato
Uno dei ricordi più belli della mia vita è la sensazione che ho sempre avuto durante la Mystic Rose, tutte le volte in cui vi ho partecipato, a Pune.
Una sensazione fatta innanzittuto di bellezza e armonia: lo splendore del Samadhi coi suoi marmi immacolati, ricoperti da bianchi teli di protezione e circondati dal verde del giardino tropicale in cui si trova; il luccichio del regale lampadario d’oro e cristallo, sia che fosse acceso o spento; il contrasto del bianco col colore di noi partecipanti e facilitatori, tutti in bordò; gli specchi ambrati dove si riflette a tratti l’immagine di Osho e a tratti il movimento di chi partecipa, donando al tutto un’aria magica e surreale.
E poi una sensazione di libertà senza confini, seppur in uno spazio piccolo, pieno di gente che fa cose folli, tipo ridere, piangere o stare immobile a occhi chiusi; seppur con l’imperativo “morale” di “eseguire” la tecnica, appunto ridere, piangere o stare immobile a occhi chiusi.
La libertà, gioiosa ed estatica nei primi due stadi, al di là del fatto che ridessi o piangessi, era quella di essere e lasciarmi attraversare dal sentire senza dovermene preoccupare; di relazionarmi con gli altri o di starmene per conto mio senza dover dare spiegazioni o pormene il problema né tantomeno causare problemi; di rotolare tra i materassi e i cuscini come se fossi stata all’asilo e allo stesso tempo di sentirmi adulta e nel pieno delle mie facoltà, in cammino verso la consapevolezza.
E durante il terzo stadio, l’Osservatore sulla collina, libertà era davvero avere tutto quel tempo per la meditazione, per il silenzio, come fare ogni giorno ben 9 silenzi della Kundalini! Diverso da qualsiasi altra cosa avessi mai fatto, incluso il ritiro di Vipassana. Perché, a differenza della Vipassana, dove osservi il respiro, il silenzio della Mystic Rose non ha una tecnica vera e propria. È una consapevolezza a 360° gradi, senza scelta né giudizio... Davvero come essere sulla cima di una collina e guardarsi intorno da tutti i lati. Una libertà che toglie il fiato! Libertà anche di essere inconsapevole, di addormentarmi e poi tornare a essere vigile e presente e essere consapevole di essere tornata vigile e presente! Ma poi, quando ti trovi lì veramente, non ti addormenti! Anzi è come essere su una grande astronave in volo verso il nirvana!
Quando penso alla Mystic Rose il ricordo è anche di allegria e di luce. Come una vibrazione sottile ma forte che mi attraversa e, se chiudo gli occhi, è come essere ancora là, tra le palme, gli ibiscus, i bambù, i materassi rosa nella risata e poi azzurri nel pianto e le sedie grigio-argento nel silenzio, per un rituale magnifico che si ripete ogni mese a Pune.
Alcuni dicono che la Mystic Rose ha cambiato loro la vita. Per me non è così in un senso eclatante, perché ho continuato a fare le solite cose, ma di certo quelle sensazioni, di bellezza, armonia, libertà, allegria e luce, tutte insieme, non è che le avessi provate tante volte. E sono proprio quelle qualità che, a ogni esperienza profonda di meditazione, crescono – prima semi, poi germogli, poi piantine, poi piante – e piano piano si cristallizzano, diventando sempre più grandi e importanti dentro di noi, tanto da cambiarci, rifarci la pelle e le interiora.
Perciò, ricordo sempre le mie Mystic Rose, nell’attesa di avere l’occasione di rifarla, come si ricorda un grande amore, di quelli sereni e nutrienti, che giorno dopo giorno, senza che neanche te ne accorgi, ti arricchiscono e ti trasformano, tanto che quando ti guardi indietro, ti ritrovi non solo più vecchio, ma anche più saggio, sano, e in fiducia che il viaggio non finisce mai e che è meraviglioso.
Abhay
giocosità, silenzio, chiarezza
Domanda: hai fatto la Mystic Rose ben 6 volte: cosa ti spinge a rifarla ogni volta, cosa ti dà di così importante?
Abhay: La Mystic Rose ha cambiato la mia vita. Principalmente ha spezzato il mio condizionamento dell’infanzia; ero molto arrabbiato con mio padre e facendo la Mystic Rose la rabbia si è come dissolta da sola, ridendo e piangendo per tre ore al giorno. Questa è la ragione principale che mi spinge a tornare a farla, perché aiuta molto. Ma ci sono anche altri motivi... Mi porta molto in profondità nella meditazione. Il silenzio, la chiarezza. Mi… illumina.
Domanda: So che hai partecipato anche con la tua fidanzata, non è così?
Abhay: Sì, la prima volta l’ho fatta con la mia fidanzata, Marga. Solitamente consigliano di non farla con la persona con cui si sta insieme, ma noi due volevamo passare attraverso questo processo per vedere se quello che c’era tra noi era fasullo o autentico; abbiamo scoperto che era autentico e difatti stiamo ancora insieme.
Farla insieme a lei è stata una bellissima esperienza, è stato bello andare in profondità in questo processo insieme.
C’era molta giocosità!
Domanda: Allora dimmi quali sono le qualità con cui entri in contatto con la Mystic Rose, per esempio appena adesso hai detto la giocosità. E le altre?
Abhay: La gioia, l’intensità; il fatto che penetra tantissimo in profondità nell’anima e fa riaffiorare la propria infanzia, i ricordi e i traumi legati a essa, tutto ciò che la riguarda. E li risolve, anzi li dissolve. È un processo grandioso.
Domanda: E cosa mi dici dell’esperienza di farlo nel Samadhi di Osho, che è anche il valore aggiunto di farla a Pune?
Abhay: Sì, trovarsi nel Samadhi di Osho dà senz’altro una marcia in più perché è intenso, è come se Osho fosse lì, visto che è un processo che lui ha introdotto quando era ancora nel corpo. Quindi per me trovarmi in quel luogo è stato un lavoro intenso, che è andato molto in profondità nel mio percorso di meditazione. È stato bellissimo, perché potevo sentire la sua presenza lì.
Domanda: Nient’altro?
Abhay: Dico solo che consiglio a tutti di fare questo processo perché trasforma la vita. È un lavoro che puoi fare sia se varchi la soglia del Resort per la prima volta e non hai mai sentito parlare di Osho, sia se lo conosci da dieci anni. In qualunque caso è un ottimo processo, puoi farlo agli inizi, verso la fine, quando più lo desideri.
Domanda: Un’altra cosa: ci sono persone che hanno il timore di non riuscire a ridere, o a piangere, o a stare in silenzio per tre ore di seguito.
Abhay: Sì, mi è capitato di incontrare tante persone che mi hanno detto di avere molta paura e mi hanno chiesto com’è. Per quanto riguarda me, la risata è stata molto facile; non all’inizio, ma una volta che ho ingranato è stato facile. È proprio come dicono quando ti spiegano: “Fai per finta finché non ti viene per davvero”. Quindi puoi semplicemente iniziare a ridere, anche per finta e prima o poi viene da sé. Quanto al pianto è chiaro che nessuno può piangere ininterrottamente per sette giorni tre ore al giorno, ma ci si può sintonizzare con uno stato d’animo di tristezza, relativo all’infanzia magari e diventa molto facile. Lo stare seduti in silenzio non dura per tre ore consecutive: sono sedute di 45 minuti con 15 minuti di intervallo per danzare, quindi non è un’impresa impossibile. Non bisogna pensare che sia un processo arduo, difficile; c’è anche molta giocosità. È molto bello. Quindi suggerisco di affrontarlo come un divertimento, non come una cosa seria.
Continua sull'Osho Times di ottobre
––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––––
A Pune
Sebbene sia possibile farla in molti posti, in Italia e all’estero, il luogo migliore in cui farla resta sempre e comunque il Resort di Pune, dove si ha il privilegio di farla in Chuang-tzu, luogo magico e suggestivo che ospita le ceneri di Osho, e si ha la possibilità di soggiornare all’interno del Resort, immergendosi totalmente in un’atmosfera meditativa e protetta. Per informazioni consulta osho.com, alla voce I programmi “living-in”
|
|