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A “la sgambeda” 
per scomparire!

Sciando nel qui e ora
 
 
Da un articolo di Bashir apparso su Osho Times n 222
 
 
 
A “La Sgambeda” di Livigno per scomparire, proprio così: la partecipazione alla prima granfondo della stagione, per sciare focalizzato nel qui e ora, restando sempre al momento presente. Vivendo la gara istante per istante, senza mai pensare a cosa succederà nell’istante successivo, il quale ancora non esiste, non è mai esistito e, come dicono i mistici, potrebbe non esistere mai.

Sostiene Draco Daatson: “La prestazione perfetta è quella dove l’atleta è totalmente presente nel qui e ora e la sua coscienza vive solo un istante dopo l’altro, senza soffermarsi sul passato e senza anticipare il futuro. Solo in questo stato di grazia può manifestarsi l’assoluta bellezza del gesto atletico”. Già, così la prestazione sportiva viene pervasa d’una tale forza espressiva da poter essere paragonata a una scultura, un quadro, una sinfonia.

Da quest’anno, da questa prima granfondo, negli splendidi paesaggi di Livigno, non più, quindi, una competizione con gli altri, per precedere l’amico o il compagno di team o di allenamento, non più la gara nei confronti degli avversari – degli sconosciuti con i quali non ho alcun rapporto personale – ma sciare senza dare peso alla prestazione, senza sentirmi in dovere di sorpassare il più possibile e a tutti i costi. 

Nello stato di qui e ora ho sentito il corpo funzionare a perfezione, unitamente all’aria degli oltre 1800 metri di quota, i gracchi alpini emettere i loro caratteristici versi, gli splendidi paesaggi di Alpe Vago – alla baita del Grasso degli Agnelli – di Pedrana e sono stato  vivo...

C’è stato il momento in cui sono scomparso ed è rimasto solo lo sciare!

Corpo, mente e anima hanno iniziano a funzionare di concerto; e, in taluni istanti, è accaduto un orgasmo interiore. Il tempo si è dilatato all’infinito e la gioia dello sciare, anziché la tensione della competizione, ha preso posto nel mio cuore.

Sciare in uno stato in cui sono stato solo il testimone, sono scomparso (meditazione?) levandomi di mezzo, mi ha portato, senza volerlo, verso un’esecuzione tecnica migliore e, sicuramente, una prestazione superiore.

Salvatore Brizzi dice che: “L’atleta che voglia davvero dirsi tale, lotta per esprimere un’opera d’arte attraverso il suo gesto. Chi non si preoccupa, fluisce totalmente in uno stato d’assenza della mente presente e vive un fenomeno di risveglio della coscienza, dove tutte le barriere crollano e la percezione della realtà diviene finalmente autentica”.

Sì, il fluire, il farsi trasportare. Ma mai avrei compreso il vero significato del fluire, il vero senso della mia vita, se non avessi intrapreso la via del Tantra, ma sarei andato sicuramente “fuori tema” nell’approfondire la connessione tra il fluire e lo sci da fondo!

Certo, non sono riuscito a essere focalizzato nel qui e ora per tutti i 35 km di percorso della Sgambeda Classic, ma sono soddisfatto di averci provato e anche, in parte, riuscito. In quei momenti in cui sono stato ancorato al momento presente ho potuto assaporare ogni istante “centrando” il punto: un tempo senza durata e uno spazio senza dimensione. Come ho provato – e ci sono riuscito in parte – anche in partenza, a non farmi invadere dalle emozioni. Infatti, ogni emozione crea nell’atleta un attrito che interferisce negativamente sul sistema nervoso e sul corpo e la sciata diviene scomposta e imprecisa. Lasciandomi solamente attraversare dalle emozioni, che arrivano puntuali e copiose in momenti come quelli dello start, ho evitato agitazione e ansia: rimanendo in una tensione fisica pura non sporcata da una tensione mentale o emotiva. Non concordo, infatti, su quanto affermato da Marco Selle nell’articolo “Pettorale… ti temo” pubblicato su Sci Fondo. Marco Selle scrive che le con le paure bisogna lottarci. Sono convinto, invece, che l’unico modo per raggiungere lo stato di assenza di paura (paura uguale ansia più sfiducia più negatività più…) è accettare la paura. Non esiste altro modo! Inoltre, l’insorgere della paura è direttamente proporzionale all’utilizzo della mente: più pensiamo più paura ci assale, al contrario più ascoltiamo il nostro respiro, soprattutto in partenza, meno paura abbiamo.

La vera alchimia non è trasformare il piombo in oro, ma i miei tentativi – soprattutto in gara e già a questa granfondo ho intrapreso i primi “esperimenti” – tendono piuttosto verso il mutare la rabbia (e quanta ne ho percepita nei partecipanti in partenza a Livigno!) in impeto guerriero, l’odio nella determinazione a sciare, la competitività nei confronti dell’avversario nella bellezza del gesto tecnico.

La partecipazione alla “Sgambeda”, e così spero sarà la mia presenza alla prossime competizioni inserite nel circuito delle granfondo, è stato quindi un percorso emotivo, mentale e anche spirituale dove ho tentato di affondare nella profondità dell’anima.

Posso sicuramente affermare che, se è vero che ha vinto “La Sgambeda Classic” il norvegese Ander Aukland con il tempo di 1 ora 21.20.853, credo di aver vinto anch’io sebbene con un tempo di 1 ora 56.17.445 sconfiggendo, seppur parzialmente, la mia mente, sciando prescindendo da essa.

Per me lo sciare è un modo per meditare. Ho superato le obsolete idee di meditazione, secondo le quali meditazione è stare seduti sotto un albero in una posizione yoga. È solo uno dei modi possibili, che può andare bene per alcuni ma non per tutti. Osho, infatti, afferma: “Correre, danzare, nuotare, tutto può essere una meditazione. Questa è la mia definizione di meditazione: quando corpo, mente, anima operano insieme con lo stesso ritmo, quella è meditazione, quella è l’introduzione al quarto stato. E se ti rendi conto che lo stai facendo come se fosse una meditazione, non per andare alle Olimpiadi, ma per meditare, allora è un’esperienza meravigliosa”.

Già, “La Sgambada”, nella prova “Classic” per me è stata un’esperienza meravigliosa!

Continua sull'Osho Times di ottobre


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Bashir, naturalista ed ecologista, dal 2004 dirige un’area protetta del WWF: il “Bosco WWF di Vanzago” situato alle porte di Milano. Sempre nell’ambito del WWF, di cui è dipendente dal 1996, ha avuto altri incarichi in Sicilia e in Emilia Romagna. Da oltre un decennio segue il “percorso” del Tantra con Radha. Appassionato di sci da fondo, partecipa anche, attraverso il team Futura di Lavis (Trento), alle principali competizioni di “granfondo” italiane ed europee. Da alcuni anni sperimenta la meditazione attraverso questa pratica sportiva.

 



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