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L'esperienza della morte

È importante quanto quella della vita e non c’è bisogno di morire davvero per attraversarla, basta vivere per davvero...
 
Osho risponde alle domande dei discepoli, da un prezioso testo apparso su  Osho Times n 225




Una sannyasin dice a Osho che dopo aver partecipato a un intensivo di Tai Chi non riesce a gestire la sua energia…
 
Va tutto bene, sei solo un po’ sconvolta, perché è un’esperienza così nuova. Quando l’energia raggiunge un picco elevatissimo poi deve scendere in una valle profonda, è naturale: si sposta al polo opposto. Nell’intensivo di Tai Chi l’energia è arrivata davvero a un’esplosione. È stato molto intenso e va benissimo! Ma quando si raggiungono tali vette poi l’energia deve rilassarsi e entrare in un vuoto profondissimo, quasi come un buco nero dove ci si sente collassati, finiti, morti. Non si riesce a credere di essere ancora in vita. 
Quindi fai una cosa: hai bisogno di 2 o 3 giorni di riposo totale. E goditi il riposo, non fare nulla di faticoso. La Nadabrahma o la Nataraj vanno bene, se hai voglia di farle. Ma smetti tutte le meditazioni molto attive per 2 o 3 giorni. Passa più tempo sdraiata sul letto, riposati e goditi questo vuoto. Non farne un problema, non lo è. È un’esperienza molto sottile del negativo, importante quanto l’esperienza del positivo. È l’esperienza della morte, importante quanto l’esperienza della vita… E bisogna muoversi in entrambe le direzioni.
Ti accadrà molte volte, quindi familiarizza, sintonizzati, comincia a godertela, perché arriverà molte volte e dovrai ospitare anche questa espe­rienza. Quando raggiungi una vetta quest’esperienza segue come una scia. Se ti lasci spaventare da questa esperienza smetterai di andare alle vette!
Per questo vorrei che le dessi il benvenuto, perché se riesci ad accoglierla totalmente presto sarai in grado di raggiungere nuovamente i picchi. Se non riesci a darle il benvenuto, non riuscirai a tornarci.
Quindi, per 3 giorni, goditi questo spazio negativo. È bello, non c’è niente di male. Accettalo, accoglilo, sentiti benedetta e per 3 giorni lascia che sia una vera vacanza, okay? Fai delle cose che ti piacciono e che non ti stancano, altrimenti non fare nulla. Vai in piscina, sdraiati, goditi te stessa in piscina. O siediti sotto la doccia e goditela. Sdraiati nella vasca da bagno o siediti sotto un albero. Non fare molto.
Anche questo spazio va assaporato, digerito per bene, in modo che cominci a circolare nel tuo sangue. 
E quando quest’esperienza “zero” comincia a circolarti nel sangue ti sentirai rinfrescata, raccolta… nel mondo eppure distante.
Qualcosa di immenso ha bussato alla tua porta, ma capisco che ti abbia scossa. Succede a tutti la prima volta. E il Tai Chi è una bellissima tecnica: a volte colpisce direttamente al centro e fa esplodere l’energia. È questo che è accaduto, è stata un’esplosione. E se accade di nuovo, immediatamente dopo riposa per 2, 3 giorni. Ma non più di 3 giorni.
E non preoccuparti, okay?
 
Una sannyasin dice: “L’ultima volta mi hai detto di non avere paura di sentire, qualunque cosa sia. E ho sentito il fondo di molte cose, così come la vetta di molte altre. Ho sentito la paura e la tristezza pervadermi il corpo. E l’amore…”
 
Bene. Tutti hanno una grande paura, nascosta dentro in profondità. Non andiamo mai così nel profondo, quindi non ne diventiamo consapevoli. Quando un bambino nasce, alla nascita, nasce anche la morte. Quindi la prima esperienza di vita è intrecciata alla morte. Quando un bambino na­sce, solo una cosa è certa: che morirà. Niente altro è certo. Potrà avere successo, o forse no. Potrà restare scapolo, o si sposerà. Potrà guadagnare molto o diventare un sannyasin. Nessuno lo sa, non c’è niente di certo. Ma una cosa è assolutamente sicura: che morirà. Forse tra 70 anni, 60, 20 o 100. È irrilevante, il tempo non conta. Una cosa è assolutamente certa: una volta nato, morirai.
Quindi il primo cerchio intorno al bambino è di morte. E rimane la paura della morte. Quindi cominci a fare molte cose, ti impegni, ti mantieni occupato in molti modi, ma dietro tutto questo, da qualche par­te, la morte è in attesa. E non appena entri in contatto con ciò che senti dentro, la paura ritorna.

Non sfuggirla, accettala. Se è così è così. 

Se l’accetti e continui a scandagliare in profondità, scoprirai che dietro la paura c’è la morte e attraverserai un’esperienza di morte. Per questo dietro la paura si nasconde sempre la tristezza. È l’ombra della morte. E se riesci a vivere anche con la morte, penetrerai in un nuovo mondo che è di vita. Quindi il centro è la vita, il primo cerchio intorno alla vita è morte e naturalmente con la morte c’è tristezza, paura. E poi uno strato sopra l’altro, come una cipolla.

Se continui a sbucciare la cipolla, la cipolla umana, queste cose accadranno. Ma infine, nel nucleo c’è la vita. Quindi bisogna continuare a scavare.

Un giorno, all’improvviso, tutti gli strati saranno distrutti, si creerà un passaggio e ti ritroverai faccia a faccia con la vita, con la vita eterna. Chiamala dio, verità, o come ti pare.

Quindi non lasciarti turbare, sei sulla strada giusta. Ma accetta queste cose, non c’è bisogno di scappare né di nasconderti…

 

Lei risponde: “Ma sento tanta lotta, tanti ‘no’ dentro di me…”

Potrebbe essere a causa della paura. La paura dice sempre no. Solo l’assenza di paura è capace di dire sì. Per dire di sì bisogna essere...
 

Continua la lettura su Osho Times n. 225


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