Ascoltando Il primato della consapevolezza, una conferenza del matematico e fisico teorico Peter Russell, ho trovato interessante sentirgli spiegare, in termini scientifici, qualcosa che Osho ci ha sempre detto: che la scienza arriva ADESSO a dimostrare ciò che i mistici sanno da millenni, ossia che tutto è consapevolezza e che non esiste nient’altro.
Peter Russell esamina le difficoltà della scienza a spiegare il fenomeno della consapevolezza e sostiene che non è un prodotto del cervello, ma è intrinseco a tutti gli esseri.
Dice: “La scienza è in crisi: una montagna di esperienze, di dati e teorie, ma nessuno ha idea di cosa succeda in realtà”.
Nel The Book of Secrets, il famoso Vigyan Bhairav Tantra, dove Osho esplora le 112 antiche tecniche tantriche, c’è una meditazione, la numero 107, chiamata Sappi che esiste solo consapevolezza e basata sul seguente sutra:
Questa consapevolezza esiste nella forma di ciascun essere.
E null’altro esiste.
In commento alla tecnica, Osho spiega che se in passato gli scienziati ritenevano che esistesse solo la materia e null’altro, ora però sono giunti alla conclusione che la materia è soltanto apparenza. Appare come tale perché non siamo in grado di guardare veramente in profondità, altrimenti vedremmo che la materia in quanto tale scompare e resta l’energia:
“Questo fenomeno dell’energia, questa forza energetica immateriale è nota ai mistici da tempi remoti. Hanno sempre saputo che la materia è solo una manifestazione apparente. A livello profondo non esiste materia, ma solo energia.
Ora la scienza concorda. Ma i mistici hanno aggiunto un elemento di cui la scienza non ha ancora preso atto, sono giunti a un’ulteriore conclusione: sostengono che quando si penetra nel profondo dell’energia anche l’energia scompare e resta solo la consapevolezza”.
Osho continua dicendo che siamo composti da 3 strati: corpo, energia e consapevolezza.
“Il corpo all’apparenza sembra materiale, ma in profondità vi si muovono correnti vitali, il prana. Senza questa energia vitale sarebbe soltanto un’entità inanimata. È vivo grazie a un qualcosa che vi scorre attraverso e questo qualcosa che scorre è energia. Ma a un livello ancora più profondo l’essere umano è consapevole, può essere un testimone. L’essere testimone è la sua consapevolezza”.
Ma come possiamo farne esperienza con una tecnica di meditazione?
Estrapolando le indicazioni di Osho dal Book of Secrets.
Iniziamo seduti a occhi chiusi e oscilliamo dolcemente da una parte e dall’altra, con la consapevolezza che il nostro corpo è un oggetto, ma che noi (osservatore) siamo il soggetto. Siamo liberi di muovere il corpo, oscillando, o di fermarlo e restare immobili: siamo separati dal corpo.
Lasciamo passare qualche minuto, affinché questa esperienza sedimenti a fondo, come comprensione.
Poi sediamo in silenzio e diventiamo consapevoli della mente, notando i pensieri che vanno e che vengono. Siamo in grado di vedere il movimento dei pensieri e di scegliere cosa farne: concentrare la consapevolezza su un singolo pensiero e impedirle di spostarsi altrove, o lasciare che i pensieri scorrano come un fiume. La ragione per cui riusciamo a vedere la nostra facoltà di manipolare i pensieri è che siamo separati da loro.
Qualsiasi elemento di cui possiamo essere consapevoli ci dice che non siamo quell’elemento, ma che siamo la consapevolezza! Tuttavia non è possibile separarci dalla consapevolezza.
Da quel che ho capito, Peter Russell usa l’espressione “il sé che vive l’esperienza”, o “colui che fa esperienza” e afferma che la consapevolezza (che chiama anche “l’osservatore”) è l’unico elemento che non possiamo negare: siamo esseri che vivono delle esperienze.
Dubitate pure di qualsiasi cosa: del corpo, della mente, delle vostre convinzioni e quant’altro, ma non potete dubitare del fatto che state vivendo delle esperienze.
La scienza lo ha sempre ignorato perché non c’è modo di misurare la consapevolezza.
La tecnica dice:
Questa consapevolezza esiste nella forma di ciascun essere.
E null’altro esiste.
Fermiamoci un attimo a considerare la possibilità che tutto sia consapevolezza: dalle pietre alle piante, agli alberi; dagli animali agli esseri umani. E che l’unica differenza sia solo in termini di gradi di risveglio.
Ho sentito Osho dire che la sua consapevolezza e la nostra non sono differenti: solo che lui è risvegliato e noi siamo ancora addormentati.
Tornando alla meditazione, se la facciamo in gruppo possiamo trovare un partner e “scioglierci” l’uno nell’altro, con la coscienza di essere una sola consapevolezza.
È una sensazione! Nel corso dell’intera meditazione, gradualmente passiamo dal pensiero al sentire. E diventa una meditazione del cuore se guardando qualcuno negli occhi bisbigliamo piano a noi stessi: “Uno”.
Una coscienza, una consapevolezza.
Osho ha parlato spesso dell’incontro tra la scienza e la religione, o spiritualità.
E forse ci sarà concesso di assistervi proprio in questa vita!
Per maggiori informazioni su Peter Russell: youtube/g04RHQ1ysb4 e www.peterrussell.com
Testi di osho tratti da:
I Segreti del Risveglio (capitolo 13), Bompiani
Nota: Per questioni editoriali i titoli e la numerazione delle 112 tecniche non sono stati mantenuti nell’edizione italiana.
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SHUNYO
parteciperà al prossimo OshoFestival di Bellaria dal 14 al 17 aprile 2016 con vari eventi... Per ulteriori informazioni sul suo lavoro vedi meditantra.com