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newsletter n. 014

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Uomo
di verità!

 

L’opinione degli altri
contrapposta
alla forza che
nasce da dentro...

Testi inediti di Osho apparsi su Osho Times n 199

 

 

Osho,
ti ho ascoltato parlare con i giornalisti l’altra sera e ti ho sentito così assertivo, mentre io sono un codardo… in questa nazione mi sento uno straniero e ho persino paura di andare in un negozio a comprare qualcosa. Più mi sento a mio agio con me stesso e con te e più forte si fa la paura della gente. Posso fare qualcosa oltre a osservarla, esserne testimone?

Osservare è la cosa migliore che si possa fare, ogni altra cosa ha un valore minore.
Per quel che mi riguarda parlare è una cosa spontanea. Se parlo a voi lo faccio in modo dolce, soffice, non ho bisogno di essere assertivo, perché voi siete ricettivi e più ricettivi siete e meno ho bisogno di essere assertivo.
Ma quando parlo ai giornalisti divento spontaneamente molto assertivo, perché solo così possono ascoltarmi, altrimenti sono sordi. Ogni giorno scrivono articoli, intervistano politici e altre persone che hanno paura di loro, perché possono distruggere la loro immagine agli occhi dell’opinione pubblica. Molti giornalisti me l’hanno detto: “È strano, perché con i politici e l’altra gente ci sentiamo assolutamente in controllo quando li intervistiamo, con te ci sentiamo nervosi e non succede mai con nessun altro. Perché ci sentiamo nervosi?”. Io ho risposto: “L’unica ragione è che io non mi preoccupo della mia immagine, non mi interessa il vostro articolo, non mi interessa ciò che scrivete, ciò che mi preme in quel momento è che ciò che dico vi raggiunga veramente, non mi interessa altro. Per sette anni non ho letto un libro né una rivista o un giornale e non ho ascoltato la radio o guardato la TV, niente, è tutta spazzatura”.
Quindi quando un giornalista mi fa una domanda deve risvegliarsi nell’ascoltare la risposta. Non deve essere nella stessa posizione in cui si trova quando intervista un politico e questo mi rende certamente assertivo! Non puoi raggiungere queste persone se sei malleabile e umile. Sembrerebbe loro una debolezza perché è così che sono abituati con i politici e gli altri che sono molto umili, malleabili e molto determinati a dire ciò che il giornalista vuole sentirsi dire. Parlano con la precisa idea di cosa questo produrrà a livello della loro immagine. Io non ho un’immagine, quindi quando parlo al giornalista il mio impegno sta nel raggiungere lui, non il pubblico. Raggiungere il pubblico è secondario, se accade bene, se non accade non c’è bisogno di preoccuparsene.
E perché hai paura della gente?
Io non mi sono mai sentito uno straniero da nessuna parte per la semplice ragione che sei uno straniero ovunque ti trovi, quindi che motivo c’è di sentirlo? Ovunque ti trovi non puoi che essere uno straniero, siamo stranieri. Una volta accettato questo fatto non importa dove sei uno straniero, qui o da un’altra parte. Il tuo essere straniero resta, da qualche parte in modo più chiaro, altrove un po’ offuscato. Ma perché mai dovresti averne paura? La paura arriva perché vuoi che la gente pensi bene di te.
È questo che rende tutti dei codardi. È questo che fa di ciascuno uno schiavo: che la gente dovrebbe pensare bene di te. Questa è la paura: che in un luogo straniero con gente straniera potresti fare qualcosa, dire qualcosa che non sarà apprezzato.
Hai sempre bisogno di essere apprezzato perché non hai ancora accettato te stesso, quindi come surrogato vuoi essere accettato dagli altri. Quando accetti te stesso non importa se la gente pensa bene o male di te. È un problema loro. Non è un tuo problema. Tu vivi la tua vita alla tua maniera e quel che pensano gli altri è un loro problema, una loro preoccupazione.
Ma dal momento che non accetti te stesso… sin dalla prima infanzia sei stato costantemente bombardato e martellato sul fatto di non essere accettabile così come sei. Devi comportarti in questo modo, in quel modo, solo così puoi essere accettato. E quando la gente ti accetta, ti apprezza e ti rispetta significa che vai bene, che sei buono. Ma è questo che crea il problema per tutti nel mondo: tutti diventano dipendenti dalle opinioni degli altri e tutti sono dominati dalle opinioni degli altri. Osservando questo semplice fatto ho lasciato andare l’idea dell’opinione degli altri e mi ha dato una libertà indescrivibile. È un tale sollievo poter essere solo te stesso, senza preoccupartene. E questo mondo è così grande, ci sono così tante persone che se dovessi considerare ciò che ciascuno pensa di me, nella vita non farei che collezionare opinioni e portarmi dietro tutti quei file…
Quando ho fatto domanda per essere assunto dal governo e diventare professore universitario – questo è il mio modo di comportarmi e lo è sempre stato – sono semplicemente andato dal ministro dell’istruzione e gli ho detto: “Questa è la mia domanda, questi sono i miei titoli. Se vuoi chiedermi qualcosa, farmi un colloquio, sono a tua disposizione”. Mi guar­dò… che strano comportamento! Una domanda deve pervenire tramite il giusto canale e quindi disse: “La tua domanda deve pervenire tramite il giusto canale”.
Io dissi: “Questo è il canale diretto, non può esserci canale più giusto di questo! Io sono quello che fa domanda, tu sei quello che la deve ricevere, faccia a faccia, da uomo a uomo. Non credo in nessun altro canale”. Disse: “Ma per il colloquio bisogna fissare una data” e io replicai: “Tu sei seduto al tuo posto, io sono qui, comincia il colloquio! Perché sprechi il tuo tempo e il mio? Se non hai domande e non puoi farmi il colloquio adesso, posso farlo io a te”. Diede un’occhiata alla domanda e chiese: “Dov’è l’attestato del carattere?” e io dissi: “Non ho mai incontrato una persona a cui io potessi dare un attestato del carattere, come potrei chiedere a qualcuno di scriverne uno per me? Dimmelo tu!”.
Disse: “Strano, nella tua vita non hai mai incontrato una persona da cui farti rilasciare un attestato del carattere?”. Risposi: “No, perché non posso rilasciare loro un attestato sul loro carattere. Ci sono centinaia di persone che vorrebbero darmi un attestato del carattere, ma a me non interessano i loro certificati, perché non hanno carattere!”. Disse: “Hai delle strane convinzioni, ma io devo rispettare le leggi e il regolamento: ci deve essere un attestato del carattere, deve essere allegato alla  domanda, altrimenti la domanda è nulla”.
Quindi io risposi: “Va bene, dammi un pezzo di carta e scriverò un attestato del carattere” e lui replicò: “Ti scrivi il certificato del carattere da solo?”. Dissi: “No, scriverò la copia conforme dell’attestato del carattere del capo del mio dipartimento, S.K. Saxena”. Disse: “Questo è molto strano, non hai l'originale, come puoi scrivere una copia conforme?”.
Dissi: “Mi procurerò l’esatto originale e te lo spedirò, così vedrai che non ti ho ingannato”. E scrissi la copia conforme di un certificato che non esisteva affatto! E lo feci in due copie, una la diedi a lui dicendo: “Una devo portarla a S.K. Saxena in modo che possa scrivere l’originale!”.
Disse: “Mi sembra una cosa molto complicata, per favore mandami l’originale in modo che possa verificare se Saxena è disposto a scrivere…”. Dissi: “Non preoccuparti”. Andai da Saxena e gli dissi: “Scrivi un attestato del carattere originale identico alla copia conforme, questa è la copia conforme”. Saxena disse: “Da dove hai ricavato la copia conforme?”. Risposi: “L’ho scritta io, ma non ho dichiarato nulla che tu avresti trovato difficoltà a dichiarare di me”. Guardò la copia conforme e disse: “Avrei scritto per te un attestato di gran lunga migliore”. Risposi: “Ho scritto il minimo, così non potrai dire che ho esagerato!”.
Disse: “Ma mi dispiace doverlo firmare… che mi hai portato questa cosa già pronta”. Scrisse l’originale e disse: “Me lo ricorderò per tutta la vita, questa è la prima volta che si fa un originale a partire dalla copia conforme”. E così inviai l’originale al ministro dell’istruzione.
Due anni dopo non era più ministro e ci incontrammo in treno. Gli chiesi: “L’originale era di tuo gradimento?”. Lui disse: “Strano. E verità per verità, come ci sei riuscito?”.
Dissi: “Saxena era molto arrabbiato con me. Mi avrebbe dato un attestato veramente bello, il migliore che avesse mai scritto, ma oramai non c’era modo, avevo già consegnato la copia conforme, quindi l’ha semplicemente scritto e spedito”.
Il ministro aggiunse: “Da quella volta ho pensato spesso a te, che senza un colloquio, senza un attestato, senza aver usato il giusto canale per presentare la domanda… e come hai fatto a ottenere quel posto da me? Non sono certo una persona malleabile e ingenua!”. Quando mi aveva assegnato l’incarico aveva detto: “Arriverà via posta”. Io dissi: “Non ce n’è bisogno, dammelo, sono qui, se lo spedisci via posta al mio indirizzo tre giorni andranno sprecati inutilmente. Dammelo immediatamente, sono qui, presente”.
Disse: “Ho pensato molte volte di essere stato forse ipnotizzato o a cosa fosse successo, perché non è questo il modo” e aveva ragione.
Quando raggiunsi il college a cui ero stato destinato e mi presentai al preside questo disse: “Ma questo incarico è stato attribuito soltanto ieri, come hai fatto ad averlo così in fretta? Perché per posta arriva in tre giorni”. Aveva dei sospetti, pensò che ci fosse qualcosa di strano: era stato firmato soltanto il giorno prima e io ero già là dopo un solo giorno e dalla capitale al college c’erano più di millecinquecento chilometri di distanza. Quindi disse: “Devo telefonare al ministro, perdonami”. Risposi: “Non c’è problema, fai pure. Io mi siedo qui nel caso ci sia qualcosa…”.
Chiamò il ministro che disse: “Sì, è successo, non so come… non avrei dovuto, ma me l’ha messa giù in modo così chiaro e autorevole che ho dovuto  darglielo, pur conoscendo le regole!”.
I politici dipendono dall’opinione pubblica, non hanno alcuna integrità. Sii semplicemente assertivo e immediatamente saranno disposti ad ascoltarti. Se non lo sei saranno loro a essere assertivi.
Quindi dissi al ministro dell’istruzione quando lo incontrai sul treno: “Non ti ho ipnotizzato, niente del genere. Solo che so che la mente del politico è una mente debole che dipende dall’opinione pubblica, che non ha autorità in se stessa, che non accetta se stessa e anzi continua a negare se stessa. E se arriva qualcuno che butta o mette da parte tutte queste opinioni pubbliche e ti guarda direttamente negli occhi, dentro di te, hai paura, perché laggiù sei vuoto!”.
Quindi se hai paura di avvicinarti e incontrare la gente, significa che ti senti molto vuoto e non dovrebbe essere così. Dovresti traboccare di te stesso, non dell’apprezzamento o dell’opinione di qualcuno, ma della tua stessa vita, del tuo stesso vigore.
Ed è esattamente ciò che voglio dire: la meditazione ti dà autorità, potere, non verso gli altri, ma semplicemente una qualità di potere e di autorità che nessuno può portarti via, è tua. L’opinione del pubblico può esserti portata via: oggi è con te, domani no. Oggi ti considerano tutti un santo, domani ti condanneranno come un peccatore. È meglio essere ciò che sei, santo o peccatore. Qualsiasi cosa tu sia, sii ciò che sei, in modo che nessuno possa portartelo via. È meglio essere un peccatore autentico che un santo nell’opinione pubblica.
È qualcosa che prendi in prestito e tu rimani vuoto.

Tratto da: Osho, The Path of the Mystic #9

 

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