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Ma che musica, maestro!

Deuter Chaitanya Hari è il creatore delle musiche di gran parte delle meditazioni di Osho.
In questo articolo ci racconta come nascevano, lavorando fianco a fianco con Osho stesso… 
 
 
Da un articolo apparso su Osho Times n 230
 
immagine di donna che ascolta
DEUTER A PUNE NEGLI ANNI '70
 

Le origini

Dovevo avere 4 anni più o meno quando ho cominciato a suonare l’armonica a bocca e il flauto. Il suono del flauto mi piaceva moltissimo. Mi sembrava che la luce prendesse vita attraverso quel suono. Da allora in poi ho sempre suonato qualsiasi strumento mi capitasse di “incontrare”: mi piace provarli tutti.

Ho incontrato Osho nel febbraio del 1973, a Bombay. Ero alla ricerca del maestro e sulla spinta di un’intuizione stavo girando tutta l’Asia per trovarlo. E quando ho incontrato Osho è stato come se avessi sentito un “clic”: ho saputo all’istante che era lui che stavo cercando. Quindi ho chiuso la mia attività in Germania, dove vivevo, e mi sono trasferito in India. Prima di arrivare da Osho avevo già registrato tre album: D, AUM e Meditation. E avevo suonato per la radio, tenuto concerti e così via. Ma fu Osho a insegnarmi a comporre musica per la meditazione.

 

Prove ed errori

All’inizio si trattava di registrazioni molto primitive, perché al tempo l’apparecchiatura elettronica in India era molto rudimentale. Non era possibile importare registratori e cose simili, perché il governo indiano non lo permetteva.

Durante i campi di meditazione, tenuti da Osho in persona, facevamo la Dinamica con la musica dal vivo. C’era un percussionista indiano che suonava come un pazzo, batteva il tamburo e faceva un gran rumore! Ma non esistono registrazioni di quella musica. 

Una delle prime cose che facemmo, giunti a Pune nel 1974, fu proprio cominciare a lavorare sulle musiche per le meditazioni. Osho ebbe l’idea di usare il suono del flauto di un incantatore di serpenti per la Kundalini. E quindi andai in giro per le strade e trovai un incantatore di serpenti che si esibiva proprio dietro a Lao-tzu, la casa di Osho. Lo registrai mentre suonava, con i serpenti che uscivano dalla cesta. Ma non era la cosa giusta, non funzionava, e quindi mi misi a comporre io stesso la musica.

Andavo regolarmente da Osho e gli facevo ascoltare i pezzi che avevo composto.

Avevo un piccolo registratore Uher che mi ero portato dietro per tutta l’Asia. Era abbastanza di qualità anche se aveva sempre qualche problema, nel complesso non era male come attrezzatura portatile.

Osho mi spiegava come la tecnica avrebbe agito sul meditatore e mi spiegava le sue idee su ciò che avrebbe potuto funzionare. Poi elaboravo la musica per conto mio. Componevo nuovi pezzi o andavo a ripescare qualcosa che avevo già registrato. Glielo suonavo e lui mi diceva se andava bene o se magari potevo usarne una parte. Andavo un po’ per tentativi ed errori.

Osho voleva che tutte le musiche fossero create nella Comune, da meditatori. All’inizio non avevo uno studio, avevo solo un registratore ed era davvero difficile concludere qualcosa: non potevo né tagliare né mixare. Se mi serviva un pezzo di dieci minuti, dovevo suonare per dieci minuti e poi aggiungere subito dopo i dieci minuti successivi. Un lavoraccio. 
 

Nuove versioni

Finalmente poco tempo dopo riuscii ad avere uno studio. Mi feci spedire il mio impianto dalla Germania: un registratore Sony a quattro canali, un mixer e un masterizzatore Revox a due piste. E fu allora che produssi nuove versioni per la Dinamica, la Kundalini e tutte le altre meditazioni. Con la meditazione Mandala all’inizio mi aveva detto: “Ho una nuova meditazione che si chiama Mandala e questi sono gli stadi, le persone dovrebbero fare questo e quello e l’energia dovrebbe muoversi in questo modo”. L’obiettivo era cercare di creare una musica adatta. Poi andavo da lui e gliela suonavo. 

In tutto non ci volle molto, comunque. Osho ascoltava le varie fasi e poi mi diceva di fare quello che sentivo, che sarebbe andato bene. 
 

Un campo di risonanza

Per altri versi Osho mi dava istruzioni molto precise. Disse che, una volta decisa, la musica non doveva essere più modificata. Magari poteva essere migliorata leggermente, dal punto di vista tecnico. Ma ci teneva al fatto che rimanesse sempre la stessa. Diceva che i suoi effetti sulla meditazione si sarebbero accumulati negli anni, nel senso che la musica stessa avrebbe creato un suo campo energetico, un campo di risonanza, che avrebbe avuto effetti profondi sulle persone.

Due anni dopo avrei voluto cambiare la musica della Kundalini che avevo composto, perché avevo un impianto nuovo, nuove idee e pensavo che avrei potuto creare una musica di gran lunga migliore. Andai da Osho e gli dissi: “Voglio rifare la musica della Kundalini, sarà diversa”. “No” mi rispose “lasciala stare. Rimane com’è. Va bene. Funziona e ogni giorno accumula energia entrando in contatto con un numero sempre più grande di persone. Deve rimanere così”. Ed è vero: ancora oggi non appena sento la musica della Kundalini ho subito anche la sensazione associata alla meditazione. Ma mi disse che potevo migliorarla, usando strumenti diversi per rendere meglio il suono, ma non potevo cambiare la musica. 

 

Ad alto volume

In seguito non chiese più di ascoltare. Penso comunque che in qualche modo debba averle ascoltate: a quei tempi si sentivano le musiche delle meditazioni dalle sei del mattino fino a sera, con gli altoparlanti a tutto volume. Era quasi impossibile che non le sentisse. 

Col tempo comporre musica diventò sempre più difficile, a causa del troppo rumore. C’era gente dappertutto e ovunque c’erano costruzioni in corso, la Comune era un cantiere permanente. A volte piangevo dalla disperazione. Jesus House, la costruzione in cui si trovava il mio studio, nel bel mezzo della Comune, brulicava di gente e di attività.

Ma era comunque bellissimo. 

Amavo comporre musica per Osho. Ho sempre sentito che per me la musica era una forma di devozione, l’espressione di un cuore in adorazione. L’ho sentito fin dall’inizio, non appena mi sono messo a comporre sotto la guida di Osho. Era un’esperienza di abbandono, qualcosa più grande di me stava accadendo e io dovevo solo abbandonarmi e seguirlo.

Con Osho questa dimensione diventò ancora più evidente, perché alla presenza del maestro la musica acquistava uno scopo veramente “giusto”. Fin dall’inizio ho percepito che la musica “faceva qualcosa”, faceva qualcosa per me e aveva anche un effetto sugli altri, un effetto terapeutico, rilassante, che li aiutava a entrare in meditazione. Sentivo che lavorare in quel modo era perfetto: lasciare emergere qualcosa che andava a toccare profondamente le persone, me compreso. E farlo alla presenza di un maestro vivente era incredibile. Il mio lavoro era lasciare che la musica si manifestasse ed era anche l’obiettivo di Osho.

Nel 1978 la Polygram India produsse un LP della Kundalini, la mia registrazione. Non è mai stato commercializzato in Occidente. E persino io ho perso la mia copia. Avevo fatto anche un altro LP in cui c’era anche Osho che parlava. S’intitolava This is It, Now or Never. Anche quello non l’ho più trovato. 

 

Un ponte

Facevo anche delle compilation per Osho. Lui amava la musica indiana e mi passava i dischi o i nastri, indicandomi i brani che voleva e in che sequenza. Ho passato molto tempo a preparare quei nastri per lui.

Gli piacevano i cantanti indiani, Ghulab Ali, e alcune cantanti donne. Gli piacevano anche le canzoni dei film. E amava il flauto, han detto che quando ha lasciato il corpo stava ascoltando Hari Prasad Chaurasia…

È stato tutto incredibile e molto gratificante… Ho sempre suonato musiche per la guarigione e l’ipnosi. Mi piace. Osho diceva che la musica è un ponte verso la meditazione. È una forma d’arte che ti può condurre al silenzio. I suoni, la musica e il silenzio mi hanno sempre affascinato. È bellissimo sentire da dove nasce una nota. D’un tratto è presente, la senti, e mentre svanisce piano piano diventi consapevole del silenzio da cui è nata e a cui è ritornata. Quando ascolti un suono, il gorgoglio di una fontana per esempio, diventi consapevole anche del silenzio...

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Deuter ha creato (con Osho) le musiche delle Meditazione Attive più famose:
OSHO DINAMICA
OSHO KUNDALINI
OSHO NATARAJ
OSHO DEVAVANI
OSHO WHIRLING
OSHO NADABRAHMA
OSHO MANDALA
OSHO GOURISHANKAR

A Liberi di Essere alcune in programma!!
 




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