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Consapevolezza
una sintesi di poli opposti

Osho risponde ai dubbi dei ricercatori sul cammino

 

Un brano di Osho apparso su Osho Times n. 231



Osho, 
consigli spesso di seguire due linee d’azione che sembrano incompatibili tra loro. Da un lato dici di essere completamente nel momento, di essere la paura, la gioia, o la rabbia. Dall’altro dici di distaccarci dai nostri ego e di osservare ciò che accade dentro di noi. Come possiamo fare entrambe le cose?
Per favore spiega.

 

La logica non è necessariamente esistenziale, è intellettuale. Ma l’esistenza non ha alcun obbligo. L’esistenza va avanti per la sua strada! Non si cura della tua domanda, non si cura della mia risposta. È assolutamente illogica.

La logica vede una contraddizione. Se la logica fosse tutto, certamente ci sarebbe una difficoltà. Ma la logica non è tutto, è solo il modo della mente di guardare le cose. La mente si divide in poli opposti, ma la divisione non è nell’esistenza. L’esistenza è indivisa. Il giorno e la notte sono uno, la nascita e la morte sono uno, il più e il meno sono uno, il positivo e il negativo sono uno. Ma logicamente sono incompatibili. Esistenzialmente si apre una dimensione totalmente diversa: non sono in contraddizione tra loro, ma complementari. Su questa parola si deve meditare! La vita è complementarietà! L’opposto non è realmente opposto, ma aiuta, sostiene il proprio cosiddetto opposto. Senza nascita non c’è alcuna possibilità di morte, e senza la morte non ci può essere alcuna nascita. È un fenomeno unico, sono due facce della stessa medaglia. 

Sì, dico che prima dovreste essere in questo momento, totalmente fusi con qualunque cosa stia accadendo, assolutamente. E poi di osservarlo. Certo, se ci pensi soltanto, il problema si pone: come puoi fare due cose incompatibili insieme? Se ci pensi il problema sussiste, ma se lo fai il problema scompare. Piuttosto che pensarci, provaci, fai un tentativo. 

E il modo in cui accade è semplice: se non sei totalmente identificato con niente, non puoi nemmeno esserne totalmente disidentificato. Se ci entri solo per metà, puoi uscirne solo per metà. Non ci sei mai entrato del tutto, come puoi esserne totalmente fuori? Devi lasciarti assorbire totalmente, e in quel momento è possibile scivolarne fuori del tutto, così come ci eri entrato. 

È semplice, come entrare e uscire di casa. Se ci pensi solo filosoficamente, anche queste due cose sembrano incompatibili. Come è possibile entrare e uscire di casa? Sono incompatibili! E a ogni istante fai migliaia di cose incompatibili. È lo stesso respiro che entra ed esce, e non ti sei mai, neanche per un solo istante, preoccupato del fatto che stia accadendo qualcosa di incompatibile. Se vuoi essere logico, inspira e poi non permettere al respiro di uscire – è logico – o se hai espirato, non permettere al respiro di entrare. La logica funziona perfettamente con le cose morte, con la materia. Questa è la differenza tra ciò che è oggettivo e il mondo soggettivo, tra la materia e la consapevolezza. La logica è assolutamente adeguata ai fenomeni materiali, ma assolutamente inadeguata per quanto riguarda la consapevolezza. La consapevolezza è una sintesi di poli opposti. La consapevolezza è dove tesi e antitesi si incontrano, si mescolano, si fondono e diventano uno. La consapevolezza è uno stato di unità orgasmica dove l’uomo e la donna scompaiono e diventano un’unità, dove la vita e la morte non sono più separate, dove sono in tale profondo accordo che non si può tracciare una linea dove la vita finisce e inizia la morte. 

Invece di pensarci entraci. Ciò che dico è esistenziale, non intellettuale. Se ascolti le mie parole e le segui soltanto ti ritrovi nei guai. 

Eraclito dice una cosa estremamente importante. Dice che la vita si sposta da un opposto all’altro. Attraverso l’opposto, attraverso la tensione dei contrari, tutto vive e diventa più profondo. Questo è il segreto. Questa è l’armonia nascosta.

Eraclito è uno dei più grandi Buddha del mondo. Nella filosofia occidentale il suo nome non è tra quelli più accreditati. La corrente principale è composta da Socrate, Platone, Aristotele, Kant, Hegel, Russell, Wittgenstein, Moore. Eraclito è a sé, per la semplice ragione che è uno dei più grandi mistici. Ciò che Aristotele pensa soltanto, Eraclito lo sa. Ciò che Wittgenstein pensa soltanto, Eraclito lo esperisce. 

E ciò che io faccio qui non aiuta a diventare grandi filosofi. Il mio approccio è anti-filosofico, anti-logico. Il mio approccio è esistenziale. Bisogna fare esperienza: a parte l’esperienza non c’è alcuna prova di quello che sto dicendo. Non ascoltare le mie parole, ascolta gli intervalli tra loro. Non essere troppo ossessionato da quello che dico, entra sempre più in sintonia con il mio silenzio. I momenti in cui nulla è detto sono molto più pregni. Il mio messaggio non è nelle parole ma oltre le parole. 

Ma posso capire la tua difficoltà. È la difficoltà di tutte le persone logiche e il mondo intero è addestrato alla logica. Qui stiamo facendo una cosa totalmente diversa. Stiamo cercando di disfare ciò che la società, la scuola, l’università vi hanno fatto: vi hanno resi ossessionati dal linguaggio e dalla logica. 

Anche il linguaggio divide. È per questo che la verità non si può dire, ma può essere solo mostrata. Io vi sto solo indicando la strada. Non sono davvero al comando, vi sto solo indicando la via.

Henry Miller ha scritto queste belle parole: “Il vero leader non ha bisogno di comandare. È felice di indicare la strada. Se non diventiamo i leader di noi stessi, felici di essere ciò che siamo mentre lo diventiamo, saremo sempre dei servi e degli idolatri”.

Sono qui solo per indicare la strada. Non iniziare ad aggrapparti alle mie dita, guarda la Luna a cui le dita sono rivolte. Le dita sono irrilevanti!

 

In una graziosa cittadina nei pressi di Los Angeles, un gruppo di intellettuali locali formò un club per studiare l’ipnosi, il mesmerismo e altre scienze della mente. Il club si ritagliò un posto preciso nella vita sociale della cittadina e molti dei cittadini più in vista furono invitati a partecipare. Lo studio dove si svolgevano le riunioni del club era ben arredato e c’era una bella e grande sfera di cristallo appesa al soffitto al centro della stanza. Il leader nonché insegnante aveva una personalità dinamica e presiedeva alle sedute con grande autorevolezza e dignità.

Durante le sedute – i membri erano seduti in cerchio e le luci erano soffuse – la sfera di cristallo iniziava automaticamente a oscillare avanti e indietro non appena l’insegnante saliva sul suo piccolo podio. Una sera il leader esordì con: “Concentratevi su ciò che dico e fate esattamente ciò che vi dico di fare. Mantenete gli occhi fissi sulla sfera e pensate a ciò che sto dicendo. Seguite le mie istruzioni fedelmente. Fate esattamente ciò che vi dico di fare”. E poi, con uno schianto terrificante, il cavo si ruppe e la sfera di cristallo cadde facendosi in pezzi. Il leader al massimo della sua voce gridò: “Ah, merda!”.

Si dice che ci sono volute più di due settimane per ripulire lo studio.

 

Ricorda, non sei qui per seguire le mie parole, sei qui per seguire i miei silenzi, le pause tra le parole, i vuoti, gli intervalli. È in quegli intervalli che la comunione accade, e poi vedrai la complementarietà degli opposti. In quei momenti vedrai che non c’è alcun maestro, alcun discepolo. Accade qualcosa di completamente diverso: un incontro, una fusione, non l’unità, ma l’essere uno. E l’essere uno non è meccanico, è organico, è vivo, palpitante.

In Oriente abbiamo chiamato questi momenti satsang, comunione. La comunione non è comunicazione. Questa non è una conferenza, non è nemmeno un discorso, è solo una comunione. Le parole sono utilizzate solo per creare silenzi, così come si usa una lavagna nera per scrivere con il gesso bianco. La lavagna non è lo scopo, lo scopo è la scrittura bianca. Sto usando le parole per creare una lavagna, in modo da poter scrivere su di essa qualche momento di silenzio. E questo è lo scopo. 

Se ti preoccupi troppo delle mie parole ti metterai in guai inutili e hai già così tanti problemi! Tiratene fuori!

da: Osho, The Wild Geese and the Water #7
 

Continua su Osho Times n. 231


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