testata_mare.psd
newsletter n. 015

Indietro

Simboli
cerchi, dèi e mandala...

 

Mondo
oggettivo
e mondo
soggettivo
...

Testi inediti di Osho apparsi su Osho Times n 199

 

La mitologia si basa su simboli. Non è storia, non riguarda la realtà oggettiva. Ma questo non significa che non si occupi della realtà: si occupa di realtà soggettiva. Questi dèi, questi simboli mitologici, non esistono al di fuori di te, ma hanno un’esistenza psicologica che può essere utile, può essere usata. Quindi la prima cosa da capire è che gli dèi non sono persone reali, ma veri e propri simboli della psiche dell’uomo.
Carl Gustav Jung è andato molto vicino a scoprire il segreto di questi simboli. Lavorava coi malati mentali, persone disturbate. Faceva dipingere loro tutto ciò che veniva in mente. Una persona schizofrenica, divisa, di­pingerà determinate cose e il dipinto mostrerà un preciso schema. Se riuscirà ad an­dare oltre la sua malattia comincerà a dipingere cose diverse. Jung si accorse del fatto che quando una persona schizofrenica e divisa gua­risce e diventa nuovamente integra, intera, comincia a dipingere cerchi, dei mandala. Quel cerchio, quel mandala, indica che la profonda relazione con il suo cerchio interiore è stata ripristinata: la persona è tornata a es­sere un cerchio. È diventata una, intera e dunque nei suoi dipinti all’improvviso esplodono dei cerchi!
Quindi Jung è arrivato alla conclusione che la mente interiore, quando si trova in uno stato particolare, può esprimere determinate cose. E se lo stato mentale cambia, cambiano an­che la visione e l’espressione.

Le divinità mitologiche hindu sono vi­sioni di un certo stato d’animo. Quando entri in quello stato d’animo, cominciano ad accaderti le visioni. Avranno una somiglianza in tutto il mondo. Ci saranno piccole differenze a causa della cultura, dell’istruzione, della formazione, ma in pro­fon­dità ci sarà una similitudine.
Ad esempio il mandala è un simbolo mitologico. Lo si ritrova in tutto il mondo. Negli antichi dipinti cristiani e tibetani. Nell’arte cinese, giapponese e indiana il cerchio ha sempre suscitato grande fascino e attrazione. E in qualche modo, quando il tuo modo di guardare diventa “circolare”, quando diventa una corrente, unita, non divisa, cominci a visualizzare il cerchio… nelle tue visioni, nei tuoi sogni.
Quel cerchio rappresenta la tua realtà. Allo stesso modo tutti i simboli rappresentano realtà interiori e soggettive. E se una società dà una particolare forma a una divinità, di­venta molto utile per il ricercatore, perché può usarla per decodificare molte visioni interiori.
Freud ha inaugurato una nuova era in Occidente interpretando i sogni. Prima di Freud, in Occidente, nessuno era realmente interessato ai sogni. Nessuno pensava che i sogni potessero avere un significato, una realtà propria o che potessero avere chiavi segrete per sviscerare la personalità degli uomini.
Ma in India è sempre stato noto. Abbiamo sempre interpretato i sogni. E non solo i sogni, perché i sogni sono comuni, ordinari: abbiamo interpretato anche le visioni, cioè i sogni di persone che meditando trasformano la loro consapevolezza. Anche quelli so­no sogni. Nella consapevolezza comune accadono i sogni e la psicologia freudiana è arrivata alla conclusione che un particolare tipo di sogni indica un significato particolare.
Per esempio, una persona ha il sogno ricorrente di volare nel cielo, come un uccello, su colline, montagne, fiumi, oceani e città. Freud sostiene che questo genere di sogni accadono a una mente molto ambiziosa. Nei sogni volare significa ambizione: vuoi essere al di sopra di tutti e volando ci riuscirai.
L’ambizione è uno sforzo di volare al di sopra di tutti. Nei sogni l’ambizione diventa una particolare immagine pittorica: l’immagine del volo.
I sogni sessuali hanno un andamento simile in tutto il mondo. Quando i ragazzi diventano sessualmente maturi cominciano a sognare di buchi e tunnel che non sono altro che simboli del centro sessuale femminile, la vagina.
Le ragazze cominceranno a sognare simboli fallici, colonne o obelischi. E questo accade in tutto il mondo, senza distinzioni.
Se in uno stato sessuale particolare accadono dei sogni, avranno una realtà, una realtà soggettiva. E la stessa cosa accade quando entri in meditazione: raggiungi un differente stato di coscienza e comincerai ad avere particolari visioni. Sono anch’esse sogni, ma le chiamiamo visioni perché non sono comuni. Finché non raggiungerai un certo stato di meditazione non accadranno. Mostrano che dentro sta accadendo qualcosa. Proiettano le tue realtà interiori sullo schermo della mente in un modo pittorico.
Ricorda che la tua mente inconscia non parla nessuna lingua. La tua men­te inconscia conosce solo il linguaggio primitivo delle immagini. La tua men­te conscia ha imparato i simboli della lingua, ma la mente inconscia resta pittorica: come un bambino piccolo traduce tutto in immagini.

L’immaginazione umana è una cosa così potente… ha una forza immensa dentro di sé che se immagini qualcosa continuamente comincerai a sentirla intorno a te. La vedrai e la potrai realizzare. Diventerà una cosa oggettiva. Non sarà realmente oggettiva, ma tu la percepirai, come se esistesse davvero fuori di te.
Quindi è pericoloso giocare con l’immaginazione, perché puoi rimanerne ipnotizzato e cominciare a vedere e sentire cose che non esistono. Questo dà vita a una fantasia privata, un mondo di sogni ed è una sorta di follia. Puoi vedere Krishna, puoi vedere Gesù, puoi vedere Buddha, ma è uno sforzo inutile, perché comincerai a entrare nei sogni, non nella realtà.
Quindi insisto nel ricordare sempre che queste figure mitologiche sono simboliche. Hanno un significato, sono poetiche, sono un linguaggio, dicono e implicano qualcosa, ma non sono personalità oggettive.
Sii vivo e allerta nel mondo interiore, ma non confondere i piani.
Se riesci a ricordarlo puoi usare questi simboli in un modo bellissimo, possono essere molto utili. Ma se cominci a pensarle come realtà oggettive, saranno dannosi e perderai il contatto con la realtà. E questo significa impazzire.
Resta sempre in contatto con la realtà e allo stesso tempo non lasciare che la realtà oggettiva uccida l’interiore e il soggettivo.
Questo accade: o lasciamo che la realtà oggettiva uccida l’interiore e il soggettivo, oppure permettiamo al soggettivo di proiettare un mondo di sogni sull’oggettivo e l’oggettivo scompare.
Questi sono due punti di vista estremi, opposti: la scienza e la religione.
Io mi distanzio da entrambi, la mia enfasi è: l’oggettivo è oggettivo e lascia che rimanga tale; il soggettivo è soggettivo, lascia che resti soggettivo. Mantieni la purezza di entrambi e sarà molto più salutare. Se li mischi, se li confondi, diventerai matto, perderai il tuo equilibrio mentale. 1


L’arte che nasce dalla follia, dalla nevrosi e dalla patologia non è vera arte. Gurdjieff era solito dividere l’arte in due generi. Questo genere di arte la definiva “soggettiva” e l’altro tipo – il Taj Mahal, Khajuraho – la definiva “oggettiva”, perché quando hai dipinto, il tuo lavoro è finito, ma il dipinto vivrà. Se hai messo nel dipinto un certo modello di nevrosi, chi vedrà il dipinto avrà la stessa sensazione di malattia, la stessa nausea, lo stesso malessere. Il dipinto diventa un mandala, diventerà uno yantra, un simbolo. Ecco come in Oriente abbiamo utilizzato i dipinti: come yantra. Si può creare un simbolo, un modello che a guardarlo ti comunica silenzio. Oppure è possibile creare un modello che ti trasmette tensione.

L’arte oggettiva, dice Gurdjieff, è l’arte che porta le persone verso il silenzio, verso la beatitudine, verso l’armonia interiore, verso la grazia. E l’arte che porta le persone verso la patologia, la nevrosi, la perversione non è veramente arte. Puoi chiamarla arte, ma è un termine improprio. 2

Testi di Osho tratti da:
1. The Supreme Doctrine #15, Aka Kena Upanishad
2. Zen: the Path of Paradox, Vol. 3 #3

 

Indietro




 OSHO TIMES --- La rivista di Osho dedicata all'arte della meditazione
 C.P. 15 - 21049 Tradate VA - Italia --- tel e fax 0331 810042
  www.oshotimes.it  -  oshoba@oshoba.it