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Lettera agli umani

Lissa Rankin, medico olistico di San Francisco, USA, si è prefissa di “guarire” il sistema sanitario americano, insegnando alle persone a guarire se stesse innanzitutto. A questo scopo ha ideato un programma di formazione per medici e personale sanitario, orientato alla medicina olistica.
Negli scorsi mesi, in una situazione mondiale in cui tutti tendono a lasciarsi sopraffare dalle emozioni negative legate alla crisi globale, ha deciso di scrivere una lettera d’amore all’umanità. Eccone il testo, quasi integrale...

Da un articolo apparso su Osho Times n 235
 
pianeta terra
 

“Caro Umano, ci fu un tempo in cui, in un mare di vasta e ricca oscurità, la Consapevolezza prese coscienza di se stessa come energia d’amore. Per un po’ di tempo le bastò essere semplicemente cosciente in questa buia e piena vastità. Ed essere cosciente in sé toglieva il… respiro, se avesse avuto un respiro! Ma man mano che questa cosa artificiale chiamata tempo scorreva, la Consapevolezza provò il desiderio di avere una più profonda esperienza di se stessa. Quindi creò la materia e così nacque il cosmo.

Che momento meraviglioso fu per la Consapevolezza, il giorno in cui diede all’energia d’amore una forma fisica! Come una fata divina con la bacchetta magica la Consapevolezza creò la Terra da un brodo cosmico che germogliò nella vita come foreste pluviali costellate di rugiada, oceani brulicanti di creature marine, un cielo diurno che esplodeva di nuvole cumuliformi e decorato di colibrì, un cielo notturno splendente di stelle. La Consapevolezza era così estatica in questo suo giocoso passatempo della creazione che continuò a creare sempre più materia. Dinosauri. Pterodattili. Piante carnivore. Dragoni foglia! WOW!

Tutte quelle creature non erano che pezzetti di Consapevolezza che giocavano con la forma, ballando il valzer cosmico della sua immaginazione. E dal momento che la Consapevolezza è infinita, poté andare avanti quanto volle. Tutte le sue creature nascono dai semi del suo puro potenziale, ma non diventano mai meno della Consapevolezza stessa. Appaiono separate, ma non lo sono. L’albero di Jaracanda non è meno di un delfino. 

La Consapevolezza sogna qualcosa e poi “Abracadabra!”. E come per magia la forma è creata. 

Come un bimbo col Lego, la Consapevolezza continuò a sperimentare i limiti di ciò che è possibile. Bruchi che si trasformano in farfalle, orsi polari,  fiori di plumeria! Che bellezza!

Persino la Consapevolezza non era in grado di anticipare cosa sarebbe uscito dai suoi esperimenti. 

(...)

Ci vollero dei millenni, forse di più, e dopo un po’ di armeggiamenti, la Consapevolezza visualizzò gli Umani, e così, mio caro, sei venuto alla luce tu! Tu, capace di saltare la corda, di arrampicarti sugli alberi e di apprezzare il giaguaro. Tu, capace di lasciarti incantare dalla sequoia, di nuotare nel mare, di ballare il tango e di fare l’amore con un altro essere umano. Tu, capace di assaporare il cioccolato, di inventare linguaggi e di cantare e cavalcare e scivolare in rafting lungo le rapide di un fiume. Tu, capace di entrare e uscire dalla Consapevolezza, tra veglia e sonno, e anche capace di sognare, esattamente come fa la Consapevolezza. Tu, capace di esperire la vita in modi in cui la Consapevolezza non poteva fare quando era da sola nella vasta oscurità.

(…) 

Come un bimbo nella sabbia che costruisce castelli, la Consapevolezza era estasiata dal suo gioco.

Ma se il gioco avesse potuto diventare ancora più interessante? Magari giocando con se stessa e con tutto ciò che creava, in una specie di nascondino cosmico? Che emozione! 

Sei UNO con la Consapevolezza, eppure la Consapevolezza gioca con te, e magari tu non lo sai nemmeno. Che sfida divertente lasciarti vedere un bagliore di verità e poi nascondertela, con veli d’oblio. Tu sei l’Universo, eppure pensi magari di essere solo un cervello fatto di pensieri, intrappolato in un robot di carne! (…) 

E ogni gioco è più divertente quando ci sono ostacoli da superare. Quindi la Consapevolezza cominciò a immaginare modi per rendere il gioco più interessante. Come puoi conoscere la luce se non conosci il buio? Come puoi celebrare l’estasi se non hai la disperazione come termine di paragone? Come puoi conoscere la sensazione di una connessione d’anime se non hai sentito il dolore della separazione? La Consapevolezza si fece ancora più creativa.

Gli Umani possono combattere? Sì. Ammalarsi e provare dolore fisico? Sì. Spezzarsi il cuore a vicenda? Sì. Alterare l’esperienza della propria Consapevolezza con alcol e droghe? Sì. Farsi male? Tradirsi, mentire, ingannare, rubare e provare invidia? Trattare male i propri figli? Fare la guerra ai propri nemici? Sputare odio in TV durante i dibattiti politici, come se avessero dimenticato di essere UNO con la Consapevolezza, di non poter nuocere a nessuna parte del corpo della Consapevolezza senza nuocere al loro apparentemente separato sé? Sì, naturalmente. Tutto è possibile se è la Consapevolezza a immaginarlo.

Possono gli Umani morire? Suicidarsi? Uccidere? Sì e, anzi, certamente morirai. Non perché la Consapevolezza non ami se stessa, o te. Ma perché la Consapevolezza comprende che il gioco di essere degli Umani, la piena ricchezza dell’esperienza umana sulla Terra può essere stancante, persino per la Consapevolezza! Così come un atleta ha bisogno di riposo dopo i Giochi Olimpici, gli Umani han bisogno di tornare alla vasta oscurità, liberi dai limiti della forma, per ricaricarsi e rinvigorirsi, in modo che la Consapevolezza possa giocare, imparare e crescere ancora, in un corpo umano.

Quando nasce un Umano, la forma si anima di una scintilla di Consapevolezza e quando un Umano muore, la forza vitale della Consapevolezza, come una goccia di pioggia, ritorna all’oceano della Consapevolezza, a fondersi con altre scintille, ma senza mai cessare di essere la goccia di pioggia. Qui, nell’oceano della Consapevolezza pura e senza forma, la goccia di pioggia può riposare e ricaricarsi, senza dover mangiare, dormire, respirare o qualsiasi altra cosa gli Umani possano fare. Unita ad altre gocce nel grande mare, la goccia si riunisce e perde il suo senso di separazione, ricordando che la goccia è Consapevolezza, ricordando che tutte le altre forme, inclusa l’umana, sono Consapevolezza, ricordando che tutto ciò che accade sulla Terra è perfezione, creata in modo che la Consapevolezza possa fare piena esperienza di ogni sua possibilità, senza etichettare nulla come giusto o sbagliato, senza differenziare tra sacro e profano, riconoscendo che tutto è la Consapevolezza che gioca con la Consapevolezza, il sé divino che testimonia il sé divino in tutta la miriade delle sue facce.

Caro e prezioso Umano, questo te lo dimentichi quando sei nel regno della forma. Ti dimentichi di essere Consapevolezza, che la Consapevolezza ti ha creato per esperire se stessa più intensamente, per giocare ai castelli di sabbia cosmici, per creare ogni cosa. Ma va bene dimenticarlo, anche questo è voluto! Tu nuoti come una goccia di pioggia nell’oceano della Consapevolezza fino al momento in cui prendi una forma, e poi sei colpito da un grave caso di AMNESIA! Dimentichi com’è essere nell’oceano, essere l’oceano stesso. Torni a pensare di essere la goccia, tutto solo nella tua culla, a piangere perché la mamma non c’è e il tuo piccolo cuore si spezza! Eppure fa tutto parte del gioco, un gioco che devi sempre ricominciare da capo. Il gioco è imparare e crescere e arricchire la Consapevolezza con lo spettro totale del potenziale della forza vitale e poi ricordare, ancora una volta, che sei la Consapevolezza, mai separato dalla mamma, da ciò che ti ha creato. Il gioco è ricordare che sei l’amore stesso. Niente di più. Niente di meno. 

Bevi e assorbi, caro Umano. La Consapevolezza gode di se stessa ogni volta che nasce un’altra forma di vita. La Consapevolezza è felice, semplicemente perché esisti, in tutta la tua perfetta e pasticciata umanità.

Un Umano di 3 anni è stato colto da un interfono mentre sussurrava al  suo fratellino: “Dimmi di nuovo di dio, me lo sono già dimenticato”.

Va bene se dimentichi, caro Umano. Ma sta arrivando il tempo in cui avrai bisogno di essere in un corpo e ricordare di nuovo. Siamo andati abbastanza in là in questo gioco della separazione. È ora di ricordare che siamo tutti uniti. Questa è la ragione per cui tutto appare così disperato su questo pianeta in questo momento, perché tu, Umano, sei pronto a ricordare. Siamo pronti a ritornare a essere UNO. È ora, mio caro. Siamo qui tutti insieme, ora smettiamo di dimenticare, in modo da poter incominciare un altro gioco.

Con amore”.


A cura di Marga, pubblicato su  Osho Times n. 235


Tratto da: wakeup-world.com


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