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La legge della mediocrità

Una profonda riflessione senza tempo di Osho sulle ragioni che continuano a spingere l’umanità verso il basso, nonostante i picchi di consapevolezza di alcuni individui risvegliati...


Un prezioso brano di Osho apparso su Osho Times n. 238

 


 

osho




Finora la storia non ha fatto che girare in tondo. Questo è ciò che si intende quando si dice che la storia si ripete. Non deve essere così, non dovrebbe essere così, ma purtroppo è stato così fino ad ora.

C’è una determinata legge dietro questo fenomeno della storia che gira in tondo. Io la chiamo “la legge della mediocrità”, perché chiunque abbia un po’ di intelligenza è in grado di accorgersi che stiamo continuando a ripetere lo stesso genere di errori. Gli errori sono gli stessi, le situazioni sono uguali. È incredibile quanto sia mediocre la mente umana.

In primo luogo vorrei spiegarvi la legge della mediocrità. 

Ho detto più volte che la religione nasce solo quando una società raggiunge le vette del lusso.

La religione è la massima espressione di tutti i lussi.

È semplice da capire ed evidente. Ci sono bisogni fisici che devono essere soddisfatti prima, perché senza il corpo l’anima può sciogliersi e fondersi nel cosmo, ma non può vivere sulla Terra.

Gesù dice che l’uomo non può vivere di solo pane. Questa è solo metà della verità! E ricordate, le mezze verità sono più pericolose delle menzogne totali. Almeno queste sono complete e visto che sono bugie, prima o poi saranno smascherate. Ma una mezza verità è pericolosa, perché in primo luogo è metà e la verità non può essere metà, così come un cerchio non può essere metà. Non si può dire: “Questo è un mezzo cerchio”. Cerchio significa completo. Se è metà è solo un arco, non un cerchio. È solo una parte di un cerchio. E un cerchio è un cerchio solo quando è completo. 

Una mezza verità è pericolosa, in primo luogo, perché la verità può esistere solo quando è totale, intera, non può essere metà. Ma dal momento che finge di essere la verità, non sarete in grado di rilevarla in quanto menzogna.

Una mezza verità contiene qualche frammento, magari è solo un arco, eppure fa parte del cerchio. Non è un cerchio, ma fa parte di un cerchio. In qualche modo è un frammento di verità. Questa frammentarietà è molto ingannevole. Si può continuare a credere in essa per secoli.

Gesù dice che l’uomo non può vivere di solo pane. È una mezza verità. Sarà totale solo quando le si aggiungerà l’altra metà. Sì, è vero, l’uomo non può vivere di solo pane, ma è ancora più vero che l’uomo non può vivere senza pane. Anzi, l’uomo è in grado di vivere senza musica, arte, religione, letteratura, scienza, ma non può vivere senza pane. Il pane è una necessità primaria.

Quindi, se i bisogni fisici non sono soddisfatti non può nascere nessuna grande musica, nessuna grande letteratura, nessuna poesia. Le pance vuote non producono poesia. Dei corpi morenti non possono ballare. Quindi, quando la società è povera e le sue esigenze primarie non sono soddisfatte, non c’è alcuna possibilità di una religione autentica. Sì, esisterà qualcosa in nome della religione, ma non sarà una religione di benessere, di estasi straripante; sarà una religione da mendicanti.

Potete constatarlo nei paesi poveri: hanno una religione fatta di richieste, le loro preghiere consistono nel chiedere a dio: “Dacci questo, dacci quello, dacci il nostro pane quotidiano”. I loro rituali cercano continuamente di convincere dio a fare qualcosa o qualcos’altro. Magari non piove e allora fanno qualche rito religioso. O forse piove troppo e dovrebbe smettere: devono pregare. Una cosa è certa: tutto ciò che fanno in nome della religione riguarda i loro bisogni fisici. Dio è solo una figura paterna e sono convinti che il padre li aiuterà nei momenti di bisogno.

Le società, le civiltà e le culture povere hanno anche una religione povera. È una sorta di compensazione. Quello che manca qui lo proiettano verso il paradiso.

Guardate le antiche scritture: dicono che in paradiso non si soffre mai la fame. Probabilmente chi le ha scritte pativa la fame, doveva essere affamato. Non sappiamo chi le ha scritte, ma una cosa è assolutamente certa: stava morendo di fame, la società in cui viveva stava morendo di fame e cercava di trovare un po’ di consolazione: “È questione di pochi anni, passeranno. In paradiso non esiste la fame, nessuno andrà a dormire affamato”.

Tutte le religioni, nei testi sacri, mettono in paradiso ciò che manca qui: bei palazzi! A gente che non ha nemmeno capanne di paglia o di bambù, si regala la speranza di palazzi di marmo in cielo! È facile vedere la semplice strategia: stanno regalando sogni. E tutte le società povere hanno vissuto su quei sogni… sperando, sperando, sperando… e poi arriva la morte. E nessuno sa che cosa succede dopo la morte; nessuno torna, quindi gli altri continuano a sperare.

I poveri, i paesi poveri, hanno una religione molto fasulla. Non è religione, è una compensazione psicologica che vende sogni a persone che soffrono la fame, cercando di convincerle: “Non preoccupatevi: beati i poveri perché erediteranno il regno di dio”.

Gesù non spiega perché i poveri sono beati...

 

Tratto da: Osho, From Darkness to Light #29



Continua su Osho Times n. 238




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