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Un sogno impossibile?

Shunyo sulla Osho MahaVipassana 2015…

Da un articolo apparso su Osho Times n 236
 
Maha Vipassana a Miasto
Cento buddha in meditazione a Miasto per la Maha Osho Vipassana


La Maha Vipassana è un sogno “impossibile” che si è avverato già due volte. 

Sono a Miasto con un folto gruppo di persone – persone dallo spirito sincero, coraggioso e un pizzico di sana follia – a meditare, seduti in silenzio per sette giorni osservando il respiro.

Non c’è altro da fare fuorché osservare il respiro... Quando ci riusciamo, ovviamente, visto che tra un respiro e l’altro c’è la nostra mente che come un animale selvaggio che ci ha sempre dominato, ora ha bisogno di essere un po’ ammaestrata, e l’addestramento consiste nel continuare a tornare al respiro, allontanandosi dal suo consueto chiacchiericcio. 

Ogni volta che scegliamo di portare la nostra consapevolezza al respiro, quella porzione di energia non va a nutrire l’attività del pensiero. In quel momento creiamo nuovi percorsi che la nostra energia può seguire, e la mente perde un po’ della sua forza. 

Shunyo
SHUNYO


Il sole splende, il cielo è azzurro, i colori dell’autunno iniziano a tingere gli alberi e l’aria è pulita e silenziosa. Ogni giorno ha un aspetto nuovo e diverso: basta appena un venticello e il mondo che ci circonda appare diverso.

Il silenzio porta intensità a qualsiasi cosa accada intorno a noi. 

Per i meditatori non c’è molto da fare: non è previsto leggere né scrivere né acquisire nozioni, ma solo l’esperienza che arriva dall’essere in mezzo alla natura. E ascoltare Osho. 

Siamo insieme in un grande viaggio. Vedo i volti di queste persone che si rilassano dentro se stesse, o che magari lottano con i propri pensieri, e i miei occhi si riempiono di lacrime.

Poi mi torna in mente che la Vipassana è una meditazione buddhista, è la Via di Mezzo, non è né repressiva né espressiva. Le emozioni arrivano, e senza perderci in esse, e senza neppure reprimerle, impariamo a osservarle. E torniamo al respiro. 

Al termine del pomeriggio le persone hanno la possibilità di venire da me nel caso avessero domande rispetto alla tecnica e per dire come si sentono. È l’unico momento in cui si rompe il silenzio, perciò ogni parola è preziosa. Ecco le domande o esperienze che mi portano…

 

Come faccio a sapere che non sto manipolando il respiro? E continua dicendo che si sente più calmo, e che il respiro rallenta, i pensieri si diradano... Io sostengo la persona portandola a riconoscere che sta andando tutto alla perfezione e a vedere che è “la mente” a voler creare il problema. 

 

Il mio respiro sembra rallentare così tanto che pare fermarsi. È normale?

Quando avviene in modo naturale è un buon segno. A volte può sembrare che passino minuti tra un respiro e l’altro. E si osserva. E il corpo pensa a tutto. 

 

È possibile pensare e osservare il respiro contemporaneamente? Perché mi sembra di farlo. 

Questa è una domanda interessante perché ho sentito Osho dire che se siamo totalmente nell’atto di osservare il respiro non è possibile che sorgano pensieri. Tuttavia a volte è possibile che siamo con il respiro eppure continuino a passarci davanti delle immagini, o delle parole senza contesto. Quando non badiamo a parole e immagini irrilevanti e restiamo col respiro, allora siamo nel momento, osservando entrambi. Se non ci lasciamo coinvolgere in alcun modo dai pensieri essi passano come nuvole. 

 

Riesco a stare con il respiro solo per qualche secondo alla volta, poi mi metto a sognare. 

È esattamente così che succede. Quindi incoraggio la persona a perseverare e a fare attenzione a non esprimere giudizi sulla sua meditazione, o sul genere di pensieri che arrivano. È tutto semplice materiale da osservare, bello o brutto, è tutto lo stesso. Ogni qual volta torniamo alla tecnica di sentire o osservare il respiro, quel tanto di energia non finisce nella mente. Anche se è solo per qualche secondo è già qualcosa. 

 

Sento rabbia.

Questo succede, e di nuovo posso solo dire che è materiale da osservare. Per “osservare” intendo permetterle di esserci, sentirla: in che parte del corpo si fa percepire? Si può prenderne coscienza senza respingerla e poi tornare al respiro. 

A volte aiuta dare un nome all’emozione: dire silenziosamente “Rabbia, rabbia”, può aiutare a disidentificarsi da essa, o dai pensieri che la accompagnano. Per l’espressione c’è la Meditazione Dinamica del mattino dopo! 

 

Sono pieno di fantasie sessuali.

Anche questo è piuttosto comune. Dopotutto stando seduti senza fare alcunché accumuliamo energia e i pensieri non fanno che andare da tutte le parti. Lasci semplicemente che l’energia del sesso sia presente, senza reprimerla, la senti e basta. Lasci che la mente faccia quello che vuol fare, senza perderti in essa. Magari in silenzio puoi dare un nome ai pensieri: “Sessuali, sessuali”! Questo aiuta a prenderne distanza. Non è così facile, però, perché la nostra mente giudicante potrebbe intervenire e dire che c’è qualcosa di sbagliato. A quel punto puoi dire a te stesso in silenzio: “Giudizi, giudizi”, e tornare al respiro. 

 

Ho avuto l’intuizione che senza la mia personalità, senza il mio nome, senza il mio lavoro, i miei abiti, senza tutto ciò che penso di essere, la vita mi attraversa e resta solo un senso di: “Io Sono”. E persino l’ “Io” cade e ciò che resta è un puro senso dell’essere.

La Vipassana è conosciuta come la “meditazione delle intuizioni”, e intuizioni o comprensioni come questa sono uno dei doni più grandi. 

 

C’è stato un fantastico team di supporto sia all’interno della Vipassana che all’esterno, con la gente di Miasto che amorevolmente e in silenzio faceva il proprio lavoro come se fosse stata parte integrante del ritiro di meditazione. La Maha Vipassana ha generato un’energia che non era avvertita solo dai partecipanti, ma anche da coloro che si occupavano della cucina, delle pulizie, dell’ufficio e di tutto il resto. 

Ho sentito qualcuno che diceva: L’ “osservare”, come pure l’essere spontanei e rilassati, persisteva nelle meditazioni, nel lavoro e persino quando andavo fuori da Miasto in auto. La Vipassana era dentro e intorno a me e mi accompagnava lungo l’arco della giornata proprio come i raggi caldi del sole di fine estate. 

Molte delle persone che hanno partecipato erano alla loro prima volta, e per alcuni è stata persino la prima volta con le meditazioni di Osho! 

Una considerazione: alla meditazione ovviamente possiamo portare anche la nostra ambizione e la nostra mente che vuole raggiungere degli obiettivi, perché è così che abbiamo vissuto a partire dall’infanzia, passando per la scuola, fino al mondo del lavoro. Portiamo con noi l’idea che dobbiamo “avere successo”, e la grande sfida nella Vipassana è realizzare e accettare il fatto che non c’è nulla da conseguire, non c’è né successo né fallimento. Qualsiasi cosa osserviamo è la meditazione. 

Ricordandocene è fondamentale avere un atteggiamento amorevole verso noi stessi. 

Per questo ripeto spesso il sutra buddhista:

 

Ama Te Stesso

e Osserva 

Oggi, Domani e Sempre.


Info sulla Maha Osho Vipassana 2017 qui


Pubblicato su  Osho Times n. 236
 

 

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