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Ci fu un momento in cui Osho rese nota una lista di sannyasin che dichiarò illuminati. L’annuncio provocò una serie di reazioni... Eccone una...


Un prezioso brano di Osho apparso su Osho Times n. 241

 


 

osho



 

Osho,
quando hai comunicato la lista delle persone illuminate ero anche io tra le vittime dello scherzo e ho pensato: “Se Osho dice che sono illuminato, perché non provarci?”. Mi sono divertito: ho organizzato una festa per un centinaio di amici e nei sei mesi successivi – fino a che non mi sono “rabbuiato” di nuovo – ho cercato di trarre il meglio da una situazione con un grande potenziale. La cosa più importante che ho visto è che davvero vado bene così come sono. Me la sto raccontando? 



No, se riesci a comprendere l’esperienza non puoi “raccontartela”. Ma prima di tutto fammi spiegare un paio di cose. 

Dopo aver annunciato che alcune persone si erano illuminate, Santosh – che era una di loro – mi ha scritto una lettera in cui diceva: “Il tuo annuncio della mia illuminazione non mi dà alcuna emozione, ma far parte del ‘comitato’ degli illuminati mi fa sentire molto bene”. 

Gli ho mandato un messaggio: “Perché non ti emoziona il fatto di essere illuminato? È che pensavi di esserlo già, ma non è vero. Ecco perché far parte del ‘comitato’ degli illuminati ti fa sentire bene, perché finalmente la tua illuminazione è stata riconosciuta. Per te non è una rivelazione, ma solo il riconoscimento da parte degli altri che sei illuminato già da tanto tempo. Ma se l’illuminazione non ti dà alcuna emozione, come mai far parte del ‘comitato’, del partito degli illuminati, ti sembra una gran cosa? Se l’illuminazione in sé non ha alcun senso per te, allora neanche far parte del ‘comitato’ dovrebbe averne, se non per il fatto che appaga il tuo ego. Tu eri già illuminato e nessuno se ne accorgeva. Finalmente io lo riconosco e tu entri a far parte del ‘comitato’ degli illuminati, quindi è ufficiale. Ma ti sbagli, perché era tutto uno scherzo! Il ‘comitato’ era uno scherzo, l’annuncio era uno scherzo. Ed era un espediente, uno stratagemma”.

Somendra ha subito inviato un telegramma a Teertha dicendo: “Io sono nella lista. E tu?”. È sempre in competizione, questo è il suo problema: deve sempre superare Teertha. E questa era un’ottima opportunità. Ha lasciato il sannyas, ha smesso di essere in contatto con noi, eppure il mio annuncio della sua illuminazione lo ha accettato. Il sannyas lo ha abbandonato e non fa più parte della mia famiglia, ma l’illuminazione... Ha spedito subito un telegramma: “Io sono nella lista. E tu?”. 

Era un espediente per vedere come avrebbero reagito le persone.

Il modo in cui tu hai risposto è stato bellissimo. Il tuo modo di rispondere è stato: “Se Osho dice che sono illuminato, si vede che lo sono”. E mostra semplicemente fiducia, amore. Non ha nulla a che vedere con l’ego. E il fatto che hai dato una festa e hai gioito del momento con i tuoi amici è stato perfetto.

E quando ho detto che era uno scherzo non ti sei arrabbiato. L’hai presa semplicemente allo stesso modo: “Se Osho dice che non sono illuminato e che era uno scherzo, forse non sono illuminato ed era davvero uno scherzo”. E nei sei mesi in cui hai vissuto da illuminato, la gioia, la pace e la serenità che hai provato non erano dovuti all’illuminazione: erano dovuti alla fiducia e all’amore. È stata una bella esperienza per te. 

Ma a persone diverse accadono esperienze diverse. 

C’erano solo due indiani nel gruppo che ho dichiarato illuminato e gli indiani per tradizione sanno bene cosa vuol dire illuminazione. Uno di loro era Vinod Bharti ed era diventato molto nervoso, piangeva. È venuto da Vivek per farmi avere il suo messaggio: “Osho, non sono illuminato. E mi hai messo in un bel guaio, perché non posso dire che ti sbagli, ma d’altra parte so benissimo di non essere illuminato. Quindi cosa devo fare a questo punto? Sono distrutto. Dimmi la verità e basta!”. 

Sa che cosa vuol dire illuminazione, sa che da secoli in India è la vetta suprema della ricerca spirituale, mentre in Occidente non è mai esistito neanche il concetto. Quindi non riusciva a vedersi come un Gautama il Buddha, ma non poteva smentirmi perché mi ama e ha fiducia in me. Capivo che era in difficoltà e allora gli ho mandato un messaggio: “Non ti preoccupare, è solo uno scherzo. Non sei illuminato, rilassati!”. Finché non si è sentito dire che non era illuminato non ha dormito! Per due notti! Poi si è rilassato: non è illuminato, quindi non c’è problema. 

L’altro indiano è Swami Anand Maitreya, che è stato l’unico ad aver capito lo scherzo all’istante, perché ha detto subito: “Osho è proprio un furfante! Dire a me che sono illuminato lo dimostra!”. Ma è anche indiano e in particolare del Bihar, dove si è verificata la maggiore presenza di illuminati dell’India: Gautama il Buddha, Mahavira, Parsunatha, Naminatha, Adinatha... una lunga serie di illuminati. Tutti e ventiquattro i maestri dei giainisti si sono illuminati nel Bihar. Il Bihar ha la comprensione e l’esperienza dell’illuminazione più profonde. Quindi gli è venuto naturale dire: “Osho è un furfante”. Ma lo ha detto con amore. Non era turbato, perché se sai che è uno scherzo, non c’è ragione di turbarsi. 

Alcuni sono rimasti semplicemente in silenzio e non hanno reagito né in un modo né nell’altro. Anche questo va bene. Non si sono lasciati smuovere, sono rimasti uguali, così com’erano. “Se Osho dice che è illuminazione, può darsi che lo sia e se dice che non lo è, può darsi che non lo sia”. Ma per loro non ha fatto alcuna differenza, sono rimasti distanti e distaccati.

Ed è stata una bella esperienza vedere come le persone reagiscono alla stessa idea, ciascuno con la sua mente. Chi non è stato incluso nel comitato si è arrabbiato. Ho ricevuto qualche lettera che diceva: “Se queste persone sono illuminate, perché io no?”. Come dire: “L’hai data a loro e non a me?”. Una persona mi ha scritto: “Sono stato con te più a lungo di loro e non sono ancora illuminato. Ti sei scordato di me o cosa?”. 

Ma è stato bello vedere come reagiscono le persone. 

La tua reazione è stata bellissima tutte e due le volte: “Se Osho dice che è illuminazione, deve esserlo”. Questa è semplice fiducia. “E se dice che non lo è...”. A quel punto non percepisci alcuna contraddizione o incongruenza, accetti e basta: “E se dice che non lo è, non lo è”. Hai trasceso il mondo delle coerenze e delle incoerenze.

L’amore non conosce contraddizioni. Non conosce confronti. È disponibile, in ogni momento.1

 

testi di osho tratti da:

1. Beyond Psychology #10

2. Come, Come, Yet Again Come #1


Continua su Osho Times n. 241



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