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Essere se stessi

Al di là di ogni identità e identificazione...


Un prezioso brano di Osho apparso su Osho Times n. 241

 


 

osho



 

Osho,
puoi spiegare che cosa vuol dire e come si fa a essere totalmente se stessi? La mia mente mi propone esempi e situazioni, ma in realtà io non so cosa significhi... 

 

Non mi hai ascoltato con attenzione! 

Essere se stessi, essere totalmente se stessi, non implica un know-how, delle competenze. Sei già te stesso! 

Non si tratta di conoscere metodi, mezzi e strategie e non è una questione di diventare. È una questione di essere! E “sei” già.

Ma la tua mente è così abituata a desiderare, a diventare, alle mete, al futuro, che quando dico: “Sii te stesso”, immediatamente nella tua mente lo trasformi in qualcos’altro. Inizi a pensare: “Come faccio a essere me stesso?”. 

Non ti dico di diventare te stesso: lo sei già! E non si tratta di “come fare”. Non chiedere “come”, perché ti allontanerà da te stesso. Lascia andare ogni “diventare”, smettila di diventare. Vivi questo momento così come sei, vivilo come sei! Non giudicare, non valutare. Vivi semplicemente nel momento, così come sei. Se sei triste, vivi questo momento come tristezza. E non dire che la tristezza è un male. Nel momento stesso in cui dici che la tristezza è un male, crei una contraddizione. E poi cerchi di non essere triste. 

Non condannare mai lo stato d’animo in cui ti trovi, qualunque esso sia. Vivilo, con un’accettazione così totale da annullare qualsiasi desiderio di essere qualcun altro, qualcosa d’altro. E da questa accettazione nasce un’enorme comprensione: è una conseguenza. In quella comprensione molte cose scompaiono da sole, non devi far nulla per farle scomparire. 

La tristezza, la rabbia, l’avidità scompariranno, ma non sei tu che devi farle scomparire. È solo accettando te stesso che nasce la comprensione, come conseguenza dell’accettazione. E in quella comprensione, alla luce di quella comprensione, molte cose scompaiono da sole. E molte altre cose che non conosci iniziano ad apparire. 

Arriverà la gioia ed è la stessa energia che prima diventava tristezza. E visto che adesso, grazie alla comprensione, la tristezza non è più possibile, quell’energia è a disposizione della gioia: può passare a una dimensione superiore. La stessa energia che diventava rabbia, diventa compassione. E la stessa energia che diventava avidità, lussuria, possessività e gelosia, ora diventa amore e condivisione. 

Ma queste cose accadono, non le devi fare. Se le fai, vuol dire che non hai capito niente. 

Io non posso fare a meno di usare le parole, le stesse che usano tutti. Ma le uso con nuovi significati. Ascolta quei significati con estrema attenzione, ascolta le nuove associazioni. Altrimenti io dirò una cosa e tu ne capirai un’altra.

 

Una ragazza entrò di corsa dai carabinieri, visibilmente malconcia: “Aiuto! Aiuto!” urlò. “Sono stata moltilata!”. 

“Moltilata?” chiese l’appuntato “Forse vuole dire assalita? Aggredita? 

Stuprata? Multata? Mutilata?”. 

“No, no, proprio moltilata: erano in molti e mi sono saltati addosso da ogni lato!”.

 

Se devo usare parole come “moltilata” poi non mi capisci. Devo usare le parole che usi anche tu, anche se tu le usi con un significato particolare. lo devo cambiarne il significato, devo dare nuovi colori a vecchie parole. Devo continuare a dar loro una nuova forma e una nuova rilevanza. 

Quindi, quando uso una certa parola, ricorda con quale significato la sto usando! Quel significato è più importante della parola, che è solo un veicolo, il veicolo di un nuovo significato. È per questo che devi ascoltarmi con estrema attenzione. Non è una cosa difficile in se stessa: per ascoltare le mie parole non c’è bisogno di particolare attenzione, ma non è ascoltare, è semplicemente udire. Puoi udirmi con facilità, ma per ascoltarmi devi essere attentissimo, consapevole, sveglio. Devi essere con me totalmente. 

Non ho mai detto: “Diventa te stesso”. Dico: “Smetti di diventare e sei già te stesso”. Cos’altro potresti essere? 

Dici: Puoi spiegare che cosa vuol dire e come si fa a essere totalmente se stessi? 

Sei già totalmente te stesso, solo che non lo accetti. 

Continui a rifiutarlo. Smetti di rifiutarlo, perché quando rifiuti, la parte rifiutata diventa aspra, amara, si trasforma in una ferita. E il problema sono proprio quelle ferite, le parti del tuo essere che hai rifiutato. Hai negato loro la possibilità di esprimersi e ora muoiono dalla voglia di esprimersi. Continuano ad accumularsi dentro di te e ti fanno impazzire. 

In superficie continui a far finta di niente, ma in profondità sei pazzo. Lasciale esistere, anche loro fanno parte di te, sono una parte essenziale di te. Dare loro il permesso di esistere ha un’importanza immensa. 

Per questo ho fatto in modo che nella Comune esistessero tante forme di terapia. La gente comune non capisce, è inevitabile che interpreti a modo suo, perché in terapia vengono in superficie tutte le parti negate. 

Se hai sempre negato la tua rabbia, in terapia devi darle spazio. Solo in questo modo la terapia può esserti utile, può essere davvero terapeutica, può aiutarti a guarire. Deve scoprire tutte le tue ferite e il “pus” comincerà a uscire. 

Se assisti a un gruppo di Encounter ti senti male, perché vedi emergere un’animalità senza precedenti: non avresti mai immaginato che gli esseri umani potessero essere animali fino a quel punto. Ma quell’animalità è anche dentro di te, solo che è repressa. E reprimendola non puoi dissolverla. 

In un gruppo di Encounter – e questo è il significato della parola encounter, “incontro ravvicinato” – dovrai affrontare te stesso nella tua totalità. Dovrai portare alla luce tutto ciò che è represso. Dovrai rivelare ogni cosa, senza etichettarla come giusta o sbagliata. E all’improvviso vedrai tanti animali giganteschi ruggire dentro di te. Sono animali feroci… 

E ti hanno insegnato a essere non-violento. La tua non-violenza ha represso la tua violenza. 

Una grande furia affiorerà, una violenza immotivata. Comincerai a prendere a calci il muro, o magari comincerai a prendere a schiaffi te stesso e ti chiederai: “Che cosa sto facendo? Non l’ho mai fatto prima. Da dove arriva?”. E arriva a grandi vampate, a ondate. E il processo in se stesso consiste nel lasciare che succeda. 

E quando tutte le parti saranno state espresse – la sessualità, la rabbia, l’avidità, la gelosia, la violenza – insorgerà una calma profonda, la quiete dopo la tempesta. 

La gente comune non può capire. Anzi, è molto sospettosa. La gente non vuole capire, perché capire significherebbe guardare dentro di sé e trovarci quelle stesse cose. 

Ma se continui a tenertele dentro, rimarrai sempre in uno stato quasi patologico. Ed è questo che ti ha dato la società: la società ha fatto di te un malato. Tutta la società è patologica. E quando una patologia è a livello sociale, non ne diventi mai consapevole, perché tutti soffrono dello stesso male. 

Essere totale significa pensare a te stesso come se fossi il primo uomo – Adamo o Eva – che ancora non ha mai incontrato preti, o puritani di alcun genere. 

Nessuno ti ha ancora mai detto come comportarti, o cosa essere! 

Pensa a te stesso come il primo uomo o la prima donna. E accetta, perché oltre all’accettazione non esiste altra via verso la trascendenza. 

Buddha usa l’espressione tathata, “lo stato delle cose”. Accettalo: se dio ti ha dato tutte quelle cose, devono pur avere un significato! Devono essere semi di qualche fiore sconosciuto: vanno usati. Nel terreno dell’accettazione quei semi cadono, scompaiono e nascono grandi alberi di comprensione, e milioni di fiori di estasi, di gioia, di celebrazione. 

Dici: La mia mente mi propone esempi e situazioni, ma in realtà io non so cosa significhi... 

Quali esempi? Quali situazioni? Se la tua mente propone soluzioni fin dall’inizio, vuol dire che hai già programmato il tuo modo di essere. E qualsiasi piano, programma, va contro l’accettazione. 

Non devi pianificare, non devi proporre, gestire... 

Devi semplicemente esporti, affrontare te stesso nella tua nudità. 

Abbiamo così tanta paura della nudità. La nudità spirituale, la nudità fisica, la nudità psicologica… Siamo così spaventati dalla nudità, che nascondiamo la nudità fisica con i vestiti, quella psicologica con le parole, le teorie, i testi sacri; quella spirituale con gli ideali, i grandi ideali: dio, il nirvana, l’illuminazione. E continuiamo a nasconderci, senza posa... 

Esci dai tuoi nascondigli, esci da tutte queste caverne. Vieni alla luce del Sole, al vento, alla pioggia. Sei bello così come sei. Sei perfetto così come sei. Dio non crea mai esseri imperfetti, non ne è capace! Dalla perfezione nasce solo la perfezione. 

Questo è ciò che insegno: l’accettazione totale. 

 

Tratto da: Osho, Philosophia Perennis Vol. I, Ecig


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