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La cosa importante è la tua presenza

Shunyo, nella sala di meditazione gremita di ascoltatori, risponde alle domande dei partecipanti dell’edizione dell’OshoFestival dell’anno scorso 

Da un articolo apparso su Osho Times n 245

 
OshoFestival


Partecipante 1: Vorrei chiederti una cosa che riguarda te. Quest’estate sono finalmente riuscita a leggere il tuo libro, I miei giorni di luce con Osho, e a tratti mi sembrava davvero di essere lì, in quel momento. Sono stata molto toccata dalla bellezza di questa sensazione. Volevo chiederti dell’altro nome con cui ti chiami nel libro, quando è successo il passaggio al tuo nome attuale?

Shunyo: È un’ottima domanda, perché alcune persone, quando vengono a sapere che il mio nome sannyasin è cambiato dicono: “Oh, anch’io ho bisogno di un nuovo nome sannyasin, sono un po’ stufo di quello che ho adesso!”, ma in realtà a me è successo per scopi estremamente pratici. È una lunga storia, che si trova proprio in quel libro. A un piccolo gruppo di noi discepoli era stato intimato di lasciare l’India e ci fu impedito di ritornarci, quindi abbiamo cambiato i nostri nomi legali e Osho ha cambiato i nostri nomi sannyasin. E poi siamo tornati sotto mentite spoglie…

 

Partecipante 1: Ma lui continuava a chiamarti Chetana, vero?

Shunyo: In privato sì.

 

Partecipante 2: Puoi raccontare dell’emozione che hai provato quando hai incontrato Osho?

Shunyo: Non so se un senso di stupore e meraviglia sia un’emozione… Non era il solito tipo di emozioni che siamo abituati a sentire… Sì, magari c’erano delle lacrime, ma solo dopo ti rendevi conto che stavi piangendo. Come dire che le lacrime arrivavano e non ti accorgevi che stavi piangendo. Quindi in effetti non provavo emozioni quando stavo vicino a lui. È difficile rispondere a questa domanda…

 

Partecipante 3: Che cosa c’era dietro la creazione degli abiti di Osho?

Shunyo: Molte persone chiedono dei suoi abiti, dal momento che erano così inusuali. C’erano tre o quattro persone che gli confezionavano i vestiti, ma lui non era affatto attaccato a essi. Non è che aprisse l’armadio dicendo: “Penso che stasera indosserò questo”. La persona che se ne occupava metteva una tunica sul letto e lui la trovava quando usciva dal bagno. E la indossava, non diceva mai: “No, questa non mi piace”. Anzi, una volta ha indossato una tunica e io guardandolo mi sono accorta che le ragazze della sartoria avevano fatto uno sbaglio grossolano e le spalle erano tutte storte, quindi gli ho detto: “No, non puoi metterla questa!” e lui ha risposto “Ma sì, dai, vediamo cosa dice la gente…”. Non gli interessava, in questo senso. Una volta ha detto: “Tirate fuori tutte le mie tuniche da celebrazione, perché ogni giorno è una celebrazione”. Per questo in qualche serie di discorsi si può vedere che indossa queste tuniche di colori così sgargianti. Poi un giorno ha detto: “Perché mi state dando queste tuniche così brillanti? Io mi voglio vestire solo di nero”. Per lui era un po’ come un gioco. In molte cose era estremamente giocoso.

 

Partecipante 4: Ho sentito dire che Osho soffriva di diabete. Vorrei sapere qual era la sua relazione con la malattia e come si curava.

Shunyo: A te interessa lo spazio che riguarda la guarigione, è per questo che fai questa domanda… La relazione che aveva con il suo corpo era estremamente inusuale. Per il diabete aveva un regime dietetico molto rigido, con una bassissima quantità di calorie. E se si notava che il diabete saliva, il suo dottore abbassava ulteriormente il regime calorico. Ma Osho non si lamentava mai, non diceva mai: “Ho fame”.

 

Partecipante 4: Non si sentiva malato?

Shunyo: Talvolta si sentiva molto male, ma c’era qualcosa in lui di così forte, di così potente che rendeva difficile capire che non stesse bene. C’è stato un momento in cui aveva moltissimi dolori alle spalle e gli hanno dovuto fare delle iniezioni tra le scapole, che è estremamente doloroso. Mentre gliele facevano lui stava parlando con alcuni di noi e il medico non riusciva a trovare il punto giusto, così l’ago continuava a entrare e uscire, ma Osho non dava alcun segno di ciò che stava accadendo, era completamente rilassato, ci parlava come se non stesse succedendo nulla. Una volta gli abbiamo chiesto: ”Ma senti dolore?” e lui ha risposto: “Io sento più dolore di quello che sentite voi”, però aveva un tale distacco dal suo corpo… Il dolore c’era, ma lui non ci si perdeva dentro. E questo fa parte dell’insegnamento che lui ci ha dato. Giungere alla comprensione, tramite la meditazione, che non siamo il corpo. Così possiamo imparare a diventare testimoni del corpo, senza essere identificati con esso. E in questo senso lui viveva la verità di cui parlava.

 

Partecipante 5: Durante le meditazioni do molta energia negli stadi fisici, ma solo a volte trovo il silenzio. Nel resto della mia vita continuo a fare freneticamente e immancabilmente, a un certo punto, ho un crollo. Mi chiedo se troverò mai un equilibrio.

Shunyo: Penso che lo troverai. Perché sei qui, metti molta energia nella meditazione, sei una meditatrice sincera e questa risposta ti ha toccato profondamente. Lo troverai l’equilibrio. Tutti quanti dobbiamo essere pazienti. E già il fatto che tu abbia trovato un attimo di silenzio in meditazione dimostra che quell’attimo può diventare due attimi, tre attimi, che possono diventare di più… E lo faranno. Se continui con la meditazione, portando presenza sulla tua vita quotidiana ogni volta che ci riesci, quell’energia che va nel “fare fare fare” in modo inconsapevole, inizierà a dirigersi verso i momenti di silenzio e poi lo scoprirai e ti dirai: “Guarda, ho più momenti di silenzio nella mia giornata di quanti mi rendessi conto!”. Davvero, la questione è proprio quella di spostare il fuoco della nostra attenzione, cioè il fatto che l’energia vada tutta nella mente… Sono certa che sapete tutti di cosa sto parlando…

Lentamente impariamo a diventare la persona che dice: “Va bene, mente, ma adesso la mia energia sta nel corpo” e a quel punto hai una possibilità di scelta, e succede. Dobbiamo solo essere molto pazienti. Così, pian pianino, scoprirai che molte delle cose che fai nella vita di tutti i giorni non richiedono che pensi mentre le fai. Quando cammini oppure quando fai la doccia, possono essere momenti di meditazione. Ce ne sono tanti di questi momenti. Trova il tuo momento, in cui puoi fare una bella espirazione e sentire te stesso. 

Potete farlo anche in questo istante. Siete concentrati su di noi, tutta la vostra presenza è diretta verso di noi, solo una piccola quantità va nella mente… Chi c’è, dentro, che osserva? Riuscite a sentire il corpo, nel punto in cui è sostenuto dalla sedia, e i piedi a contatto col pavimento, queste voci… Chi c’è lì che ascolta? Quindi anche stare seduti ad ascoltarci può essere una meditazione. 

O se avverti un senso di presenza e magari senti il tuo respiro e forse qualche emozione… Va bene anche questo.

 

Partecipante 6: La presenza del maestro è una condizione necessaria per la crescita spirituale?

Shunyo: Posso rispondere con qualcosa che ho sentito dire da Osho. Ha detto: “Quello che serve non è la mia presenza, è la tua presenza”. Quindi se tu sei presente, anche con un falso maestro o senza alcun maestro, la crescita spirituale avviene. Se tu non sei presente, persino con un maestro illuminato non succederà. 

Noi siamo stati incredibilmente fortunati a stare con Osho, a vederlo. Però molti di noi lo hanno dato per scontato, pensavano: “Tanto basta stare qui e ci pensa lui a noi”. Quindi quando Osho ha lasciato il corpo è stato un: “Eh!? E adesso?”. 

Lui ha detto che sarebbe stato presente quando noi saremmo stati in silenzio. E quando saremmo stati in celebrazione. Quelli sono i momenti in cui entrare in contatto con l’energia che adesso noi chiamiamo “Osho”. E ha detto che anche senza più il suo corpo, lo avremmo potuto sentire ancora di più. 

È sorprendente quello che accade qui. Ci sono molti, ma molti momenti nei quali giuro che Osho c’è, non come un fantasma che svolazza qua e là, ma con quella qualità di silenzio, quella qualità di comprensione e d’amore… Ed è un miracolo che questo avvenga ovunque nel mondo. Quindi siamo davvero tutti molto fortunati a essere insieme ed è in quel momento che arriva il maestro. Questa è la mia comprensione...

Continua su  Osho Times n. 245
 

Shunyo sarà presente all’Osho Festival di Lignano 2018 con con i seguenti eventi di meditazione:

• Osho Vipassana

• Domande e risposte

E insieme a Veet Marco e la sua musica dal vivo:

• Ricorda te stesso come luce

• La Danza degli Elementi

• Satsang

 

Per maggiori informazioni sul lavoro di Shunyo: www.oshovipassana.com


 

Shunyo danza con Osho

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