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newsltetter n. 018

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Ma non sarà
una gran noia?

 

Timori e paure di un discepolo riguardo allilluminazione, lo stato di fioritura suprema che ti porta a espanderti nella vastità, nell’infinito...

Testi di Osho apparsi inediti su Osho Times n. 202

 


Osho, l’illuminazione mi appare co­me una fine, una morte, una sorta di suicidio senza ritorno: niente più av­venture, amanti, tramonti, romantiche tragedie, cene a lume di candela! Cosa potrebbe esserci di meglio delle assurde tragedie e delle gioie che accompagnano la mia ricerca? Cosa accade do­po la morte per un illuminato? Non ci si annoia per i successivi diecimila anni? Ho paura!

L’illuminazione può incutere molta paura e può creare dentro di te grande paranoia. E la tua domanda è molto importante: milioni di persone in tutto il mon­do non pensano mai all’illuminazione, forse proprio per questa paura pro­fondamente ra­dicata in loro. Co­no­scono un certo tipo di vita e pensano che questa sia la sola vita possibile, ma è qui che sbagliano!
Quella che vi­via­mo è la for­ma di vita più bassa che esista e anzi anche definirla vita non è corretto: è solo una nascita, è solo un’opportunità... puoi farla diventare una vita, ma in quanto vita deve essere creata. È un equivoco che risale alla notte dei tempi e la gente non lo vuole abbandonare perché è consolante pensare di essere vivi e di poter godere di questa splendido spettacolo che è la vita... ma l’avete già vissuto un’infinità di volte. È sempre lo stesso, cambiano solo alcuni dettagli: A si sposa con B, invece che con C. Chi è vissuto in questo paese, nasce in un altro, ma solo per seguire la stessa routine, con le stesse sofferenze, le stesse invidie. I giochi di potere e d’ambizione saranno sempre gli stessi che la gente perpetua giorno dopo giorno, ovunque. Ma non si annoiano.
Non ti annoi perché quando muori la tua memoria chiude una porta, altrimenti impazziresti; la natura funziona in maniera automatica: nell’istante in cui una persona muore l’intero sistema mnemonico di quella vita la  accompagna nella successiva, ma la porta è chiusa ermeticamente.

Mahavira ha regalato al mondo un metodo, detto jati smaran, che è la scienza di ricordare le vite passate. Sottolineò sempre con enfasi che nessuno avrebbe dovuto diventare sannyasin se prima non avesse ricordato, in questo modo, alcune delle sue vite passate.
Spesso gli fu chiesto: “Perché tanta insistenza?” visto che nessun altro insisteva con tanta forza. Mahavira rispondeva: “Se non esamini le tue vite passate, non saprai mai di aver fatto innumerevoli volte la stessa cosa. E anche se le tue mani sono ancora vuote, la stai facendo di nuovo...”. A quel punto ti stuferesti, cominciando a sentirti assolutamente stupido. Ma ogni vita è completamente bloccata per te e quindi non sai nulla del tuo passato né hai intuizioni sul tuo futuro.
Conosci solo questa piccola vita e in questa vita conosci solo due cose: l’infelicità e la sofferenza, e i mezzi per dimenticarti di questa infelicità, di questa sofferenza. Li chiami divertimenti, svaghi: andare al cinema, al circo; e sono il modo con cui dimentichi la tua vita: per due o tre ore ti immergi in un mondo diverso.
È inevitabile che ti sia difficile concepire l’illuminato!
Chi fuma, non riesce a capire come milioni di persone possano vivere senza fumare: “Non sanno cosa si perdono!”. E chi non fuma non perde altro che un po’ di nicotina, un veleno che ti uccide prima del tempo. Nient’altro!
Un alcolizzato non riesce a capire come il mondo possa andare avanti senza una buona bottiglia di vino, lui non resiste neppure un solo giorno senza! Ha pietà: “Poveretti, non sanno che grazie all’alcol è possibile scordare tutti i pesi della vita”. Ma gli è inconcepibile una vita libera da pesi da dimenticare.
Questa è la tua situazione. Quando pensi all’illuminazione il problema è che non capisci che un illuminato non è più un ego. Lo puoi insultare, ma non lo puoi ferire; puoi abusare di lui, puoi condannarlo, ma nel suo essere non avverrà nessun cambiamento. Anche se lo uccidi resterà sempre lo stesso.
È difficile per te capire come un illuminato può vivere senza andare al circo, al cinema… tutte quelle idiozie che ti divertono. E sono esistiti così pochi illuminati che di loro si sa ben poco, cose che peraltro puoi capire solo se ne fai esperienza in prima persona.
Agli occhi di un illuminato tutto ciò che accade intorno a lui è uno spettacolo, un circo, ma non vuole comprare il biglietto, il suo problema è uscire dallo spettacolo. Non vuole andare al cinema, ne vuole uscire! Purtroppo ovunque vada… pensate a Gautama il Buddha a spasso per Mumbai
Non è difficile ipotizzare come mai non esistono poi tanti illuminati, come mai non esiste qualche Gautama il Buddha, Mahavira, Bodhidharma, Zarathustra in più. Dove sono sparite tutte queste persone così meravigliose? Perché non esistono più?

Semplicemente perché l’umanità è cresciuta in maniera eccessiva.
Ai tempi del Buddha in India vivevano solo due milioni di persone e oggi... fatta la proporzione sarebbero indispensabili almeno una dozzina di buddha.
Ma quel genere di persone è scomparso e lo ha fatto perché ha scoperto che ciò che chiamate vita non è altro che una morte lenta, mentre loro hanno scoperto una vita autentica! E quando una persona trova la vita reale, perché mai dovrebbe tornare in un mondo tanto infelice?
Ma la tua domanda è importante. Hai paura che sia difficile star seduto in silenzio per migliaia di anni. Ma non sai che in quel silenzio il tempo si ferma. Non esistono più diecimila anni, dieci milioni di anni, non esiste più nulla che non sia semplicemente adesso.
Quando la mente è silenziosa il tempo scompare, perché la mente è il tempo.
E ora ti preoccupi che nella vita succedono così tante cose, così tanti drammi, mentre l’illuminato… cosa farà mai per tutta l’eternità?
Ma di cosa parli? Un idiota scivola su una buccia di banana e tutti ridono! Questa non è compassione. Ha tutto il diritto di scivolare su quella buccia. Non fa del male a nessuno, è una specie di yoga, ma tu perché ridi? La tua vita è piena di amarezze e cerchi qualcosa… ogni volta che hai la possibilità di ridere, un po’ di tristezza viene eliminata, ti liberi di un peso. Di sicuro un illuminato non riderà di questo, non ne ha bisogno. Tu hai bisogno di ridere a causa della tua tristezza, la risata diventa un antidoto.
L’illuminato vive nell’estasi e ricorda, l’estasi non è felicità. Qui si è creata una certa confusione.
La felicità è momentanea: prima e dopo la felicità, su entrambi i lati, trovi l’infelicità,
L’estasi non ha opposti, non esiste qualcosa definibile come “non-estasi”. Esiste solo l’estasi e non dipende da qualcun altro, o da qualcosa all’esterno dell’illuminato stesso. La sua fonte di estasi è nel suo stesso essere.
Risplende, irradia ciò che ha sperimentato e più condivide, più il suo splendore cresce.
Per lui il tempo non esiste più. Vive nel momento e vive così intensamente, così totalmente, che la tristezza e l’infelicità non hanno più spazio per entrare.
Ma non decidere nulla in merito prima di averne sperimentato almeno un piccolo assaggio. Sperimenta un po’ di meditazione: quella sarà la risposta alla tua domanda. In quanto un giorno ti troverai seduto in silenzio immerso nella gioia più assoluta, senza motivo alcuno. Nel momento in cui ci si illumina si diventa estatici, si diventa benedetti. Sia il tempo che lo spazio scompaiono.
L’illuminato si unisce al tutto e allora in lui ci sono le stelle, i fiori, un susseguirsi infinito di cieli sconfinati, dove gli uccelli si librano in volo.
Ora tutto questo è all’esterno del tuo essere, l’illuminazione porta ogni cosa dentro di te. Ti porta a espanderti nella vastità, nell’infinito.
Sorgono spesso domande di questo tipo, ma non considerarle intellettualmente, altrimenti ti lascerai sfuggire la vera essenza della vita.
Sperimenta!
Le tue domande dovrebbero nascere dalla tua esperienza, solo in questo caso saranno esistenziali e ti aiuteranno immensamente a crescere!

Tratto da: Osho, Sermons in Stones #6


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