Negli anni novanta, quando facevo parte degli insegnanti della School of Mysticism a Pune, ho avuto l’occasione di incontrare e lavorare con persone provenienti dall’Europa e dalle Americhe. A quel tempo iniziavano ad arrivare in ashram alcune persone dalla Russia, ma raramente partecipavano ai gruppi e gli unici orientali erano i giapponesi.
Pune era una realtà internazionale, sia nella frequentazione che nell’offerta del cibo.
L’ashram ci offriva sia cibi indiani sia provenienti dalle varie parti del mondo, visto che i cuochi erano spesso anche occidentali.
Questo creava un’apertura alle diverse realtà anche se non rappresentava un’immersione profonda nell’inconscio collettivo dei vari paesi.
L’unica vera immersione che avevo avuto sino ad allora con una cultura diversa da quella italiana ed europea era stato il periodo susseguente al Ranch, dove per qualche anno ho vissuto a San Francisco e a Santa Cruz, in California, in attesa di tornare all’ashram di Pune.
Alla fine degli anni ‘90 ho poi iniziato a frequentare assiduamente l’Osho Academy a Sedona e quindi ho ricominciato a frequentare il “suolo” e la cultura americani.
In questo articolo riporto alcune considerazioni che hanno a che vedere con le vibrazioni energetiche dell’inconscio collettivo.
Generalmente quando si viaggia si può riscontrare che i diversi paesi che si visitano hanno profumi ed energie diverse.
Cambiando paese si può riconoscere come cambino anche certe onde di pensiero ed anche come alcune vibrazioni emozionali siano più o meno forti.
Nella mia pratica di insegnamento, attraverso i gruppi e le sessioni individuali, ho la possibilità di connettermi più profondamente con le energie dei diversi inconsci collettivi, che dal punto di vista della mappa energetica dei sette chakra e dei sette corpi risuonano in qualità vibrazionali diverse.
Condivido qui alcune considerazioni sull’America e sui tre paesi dove negli ultimi anni passo più di un mese all’anno a insegnare.
America
Gli americani basano la loro cultura sul detto: “Posso se davvero voglio!”, “Chiunque può diventare presidente degli Stati Uniti d’America!”.
Quindi hanno un terzo chakra e terzo corpo molto sviluppati.
E spesso fortemente sbilanciati.
Fanno per eccellere, per essere al “top”.
Chi conta, chi vale, è colui che ce l’ha fatta, a qualunque costo.
Da tutto ciò si è sviluppato un forte individualismo.
Questo crea da un lato la capacità di muoversi e di esprimersi nel mondo, e il coraggio di buttarsi nel momento creativo sia commerciale che artistico, dall’altro una forte, fortissima pressione nell’individuo.
Questa pressione porta molta “insanità” mentale, molti individui che diventano leggermente “autistici” e molta violenza reattiva.
Mi ricordo che quando arrivavo a Sedona, dopo pochi giorni, la mente iniziava a pensare alle case, all’acquisto, al possedere.
Il valore dell’individuo si definisce da quanto possiede, da quanto si può permettere.
Un caro amico americano mi raccontava proprio in questi giorni come l’èlite californiana si misura da quanti lifting si fa e da come riesce a rimanere giovane.
Insomma, una continua fuga dalla realtà, un continuo bisogno di plasmare la vita a proprio piacimento, l’illusione di poter comandare anche sulla vita.
Da un lato quindi una libertà di espressione individuale che potrebbe far spiccare il volo verso l’amorevolezza, ma dall’altro un’implosione e una dispersione energetica che porta a un conseguimento di risultati squilibrato e a una dolorosa tensione rispetto al binomio “valere-non valere”.
Cina
I cinesi hanno un secondo corpo molto addolorato, perché le famiglie da cui provengono spesso contengono storie di grandi violenze e tensioni.
Basti immaginare che durante la rivoluzione culturale cinese i vicini e gli stessi parenti si denunciavano a vicenda per essere “recuperati”.
Alcune volte gli stessi figli hanno denunciato i genitori.
Questo ha portato a un ricordo nel corpo di dolore familiare molto difficile.
Entrano facilmente nell’infantilismo, anche per scappare da questo dolore e per paura di sentire profondamente.
Il cinese medio è cresciuto con la pressione a eccellere e guadagnare per la famiglia e il popolo.
Mentre nella nostra cultura abbiamo l’idea che i genitori “debbano” lasciarci qualcosa alla loro morte, i cinesi crescono pensando di essere loro a “dovere” ai loro genitori. Ad esempio devono comprare loro una casa e/o riempirli di cose e regali.
Questa pressione genera un terzo chakra spesso in tensione e sbilanciato verso l’esterno.
Hanno una connessione con l’hara che fa parte della loro cultura (Tai Chi, Chi Kung) che li porta a essere determinati e fortemente disciplinati.
Nel momento in cui decidono di voler realizzare qualcosa, di qualunque natura sia, hanno una capacità di autodisciplina e di dedizione che raramente ho notato in altri popoli...
Continua su Osho Times n. 249

UPADHI
Per maggiori informazioni sul suo lavoro: www.oshoprana.org
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