testata_mare.psd
newsletter n. 019

indietro

Mondo digitale
e mondo interiore

Internet è uno strumento
che usiamo
praticamente tutti,
ma forse non sempre
con la necessaria
consapevolezza!

 

 
Da un'intervista a Toshan apparsa su Osho Times n. 202
 

TOSHAN


Abbiamo parlato di Internet e meditazione con Toshan, che lavora nel campo dell’informa­tica da quando era studente e in Italia ha pubblicato anni fa i primi libri sull’argomento, gestendo anche siti web. Recentemente ha scritto, come Ivo Quartiroli, due libri, uno pubblicato anche in
italiano, piuttosto attenti e anche critici sull’argomento...


Sahaja: Nel tuo ultimo libro, Internet e l’Io diviso, parli del mondo digitale, di psicologia e di spiritualità, citando anche Osho e altri maestri. Sono temi che difficilmente vengono trattati insieme, come nasce questa confluenza?

Toshan: Come avviene per molti, la maggior parte degli aspetti personali e professionali della mia vita sono collegati alla tecnologia. Sono coinvolto nell’informatica da anni e in parallelo ho praticato la meditazione ed esplorato i percorsi spirituali, con Osho dal 1991 e successivamente con la scuola di Almaas, iniziando a sviluppare un osservatore interiore.
Mi sono trovato ad andare avanti e indietro tra l’information processing, puramente mentale, e l’esperienza del­la coscienza al di là del mentale. Lentamente, la mia attenzione si è spostata da ciò che possiamo fare con la tecnologia a come la tecnologia cambia la nostra interiorità. Come esploratore diretto, ho osservato i cambiamenti sottili provocati dal nostro uso imponente della Rete.
Così come un ricercatore spirituale può andare oltre alla mente solo dopo averla osservata e compresa nel dettaglio, allo stesso modo è necessario entrare nel mondo digitale per capirne gli effetti sul piano interiore. Poiché le tecnologie digitali sono ora inevitabili, dobbiamo conoscerle a fon­do senza per questo perderci in esse, utilizzandone gli strumenti con pro­fonda consapevolezza.
L’intensificazione degli input mentali, particolarmente da Internet, è un fenomeno che coinvolge tutti, anche i ricercatori dello spirito. La società tecnologica in cui ci troviamo rema contro uno stato di attenzione consapevole e senza interruzioni, che è la base della meditazione.
Internet si intromette nel silenzio ne­cessario per divenire consapevoli dei meccanismi interiori e questo è problematico anche e soprattuto per un ricercatore. Non ci rendiamo conto di essere diventati servomeccanismi (se­condo la definizione di McLuhan) della tecnologia in quanto la tecnologia stessa ha indebolito le nostre  capacità di autocomprensione.

Sahaja: Molti meditatori e discepoli di Osho utilizzano Internet e in particolare Facebook per tenersi in contatto, per “fare sharing”, per diffondere le parole di Osho e anche per promuovere gli eventi. Tu hai scritto un libro che elenca vari motivi per uscire da Facebook. Ma cosa vedi di male nell’uso di Facebook?

Toshan: Nel libretto ho raccolto anche diverse testimonianze di amici meditatori sul loro rapporto controverso con Facebook. Partecipando a Facebook crediamo di connetterci con gli amici e magari anche di poter far sentire la nostra voce sul piano politico e sociale. In realtà alimentiamo il sito con i nostri contenuti, che diventano bocconi golosi per gli inserzionisti pubblicitari. Ogni nostra parola, ogni nostro mi piace, ogni nostro commento e la stessa lista dei nostri amici vengono analizzati da potenti algoritmi che determinano chi siamo, cosa vogliamo, cosa potremmo acquistare e così via... oltre a diventare uno strumento di controllo capillare in mano ai governi.
Ho sentito diversi amici sannyasin affermare che Facebook è solo un gioco, che ci si può divertire rimanendone distaccati, sapendo che è un gioco della mente. Alla base di questa affermazione si suppone che un meditatore sia sempre in grado di osservare le attività della sua mente come semplici increspature alla superficie della sua consapevolezza; e visto che “non siamo la mente”, ci identifichiamo con l’osservatore e quindi niente ci può manipolare né toccarci nella nostra profondità.
Credo che ci sia una profonda incomprensione alla base di questo presupposto. Per quanto un illuminato sia al di là delle “bolle” mentali e possa osservarle da testimone, per il resto di noi, interfacciarsi ripetutamente con materiale unicamente mentale andrà a influire sul nostro silenzio e anche sulla rappresentazione interiore delle persone con cui interagiamo via Facebook. La mente, ma anche il testimone interiore, vengono inevitabilmente toccati da attività digitali che ci coinvolgono in continuazione e ci seguono dovunque, come succede ad esempio con gli smartphone. E questo è vero anche per i ricercatori spirituali. Uno dei classici insegnamenti per la liberazione della mente è di non farci trascinare dal suo infinito chiacchiericcio, perché è fonte di distrazione e ostacolo all’esplorazione interiore.
Perché mai la mente non dovrebbe essere condizionata anche da Facebook, non solo in termini dei contenuti visualizzati, ma specialmente dal modo in cui interagiamo, condizionati dal modo stesso di interfacciarci con le persone e le informazioni? Nonostante abbia sentito af­fermare da alcuni che loro “guardano i messaggi di Facebook in modo meditativo”, os­servandone il flusso senza attaccamenti, il modo in cui comunichiamo attraverso Facebook ci tocca più in profondità dei contenuti veri e propri. Sappiamo dai tempi di McLuhan che “il medium è il messaggio”.

Sahaja: Cosa intendi per “il modo di comunicare”, puoi fare qualche esempio?

Toshan: Lo stesso scorrimento dello schermo, i click del mouse (o il tocco del touchscreen), l’associare gli amici a delle piccole icone e comunicare a un livello mentale senza la presenza del corpo, può portare facilmente a una trasformazione del senso interiore di amicizia e di comunicazione. Certamente possiamo giocare al gioco di Facebook, ma prima mi accerterei se siamo i giocatori o invece le pedine giocate.
Osho così parlava del corpo mentale:
“Il linguaggio, le parole, i pensieri, tutto questo crea un corpo dentro di noi. Ma per noi questo corpo non è visibile come un corpo e quindi continuiamo a buttare nel corpo mentale pensieri di ogni genere, senza alcuna preoccupazione. Un uomo che alla mattina legge il giornale non capisce che questo giornale sta anche creando il suo corpo mentale. Siamo totalmente inconsapevoli di come stiamo “creando” le nostre menti, ecco perché la nostra vita è un caos. È essenziale capire questo corpo mentale, perché solo in seguito può essere trasceso”. 1

Sahaja: Nel tuo libro parli anche della tecnologia come simulazione di stati spirituali, a livello mentale. Puoi spiegare?

Toshan: Nella cultura giudaico-cristiana, in cui si crede che ci sia una sola vita senza possibilità di unione con il divino (a parte un solo privilegiato di nome Gesù!), si instaura una fretta cronica per produrre la beatitudine con i mezzi tecnologici, usando a questo scopo gli strumenti della mente.
Osho afferma che: “Questa fretta della mente moderna è causata dalla paura della morte. Per la prima volta l’uomo teme tanto la morte perché per la prima volta è divenuto totalmente incosciente dell’immortalità. Se sei cosciente dell’immortalità, allora non c’è fretta”. 2
La stessa cultura che vede nel miracoloso la prova dell’esistenza di dio ha prodotto la tecnologia e i suoi effetti “miracolosi”, in un tentativo impossibile di raggiungere l’immortalità tramite biotecnologie (come riflesso della immortalità della coscienza, limitatamente al piano fisico), l’onniscienza tramite Google (un riflesso della consapevolezza globale sul piano mentale), l’unione con l’umanità tramite Facebook (come riflesso del superamento dell’ego individuale).
La mente, anche sul suo piano limitato, aspira comunque a stati di trascendenza pur non sapendo che il richiamo viene da un’altra dimensione dell’essere. Cercando tali stati sul piano della mente, la mente slitta su se stessa e si instaura un meccanismo di affanno e di addiction informativa.
È bene tenere presente tutto questo quando si ha a che fare col mondo digitale.


Testi di Osho tratti da:
1. The Way Beyond Any Way
2. Io sono la soglia, Edizioni Mediterranee

 

Toshan Ivo Quartiroli è autore di Internet e l’Io diviso. La consapevolezza di sé nel mondo digitale, Edizioni Bollati Bo­ringhieri e di Facebook Logout: Experiences and Reasons to Leave it (solo in inglese) scaricabile gratuitamente da: smashwords.com
I suoi blog sono www.innernet.it e www.indranet.org

 




 OSHO TIMES --- La rivista di Osho dedicata all'arte della meditazione
 C.P. 15 - 21049 Tradate VA - Italia --- tel e fax 0331 810042
  www.oshotimes.it  -  oshoba@oshoba.it