testata_mare.psd
newsletter n. 022

indietro

Dalla sessualità
alla meditazione

Il risveglio
del corpo e dei sensi
e la scoperta di energie sempre più sottili

 

 
Da un'intervista di Marga a Radha apparsa su Osho Times n. 203
 


Marga: Racconta, per passi fondamentali, quello che consideri importan­te nella tua storia come ricercatrice, co­me insegnante di Tantra, come Radha…
Radha: Sono nata a Napoli da una famiglia piuttosto religiosa che mi ha mandato a scuola dalle suore. Ero una ragazzina intraprendente e molto presto ho iniziato a mettere in discussione il modello di vita solito, secondo cui ad un certo punto ci si sposa e si mettono al mondo dei figli. Inoltre ero una ragazza molto vivace, con tanta energia sessuale e chiaramente nella mia religione questo era visto come qualcosa di sbagliato, quindi mi sentivo molto confusa, in bilico tra il peccato e la vitalità. Scelsi la via che molti scelsero a quel tempo, tra il ‘68 e le “strade hippie”… feci autostop in tutta Europa da sola, ebbi avventure di tutti i tipi, anche psichedeliche; soprattutto ero alla ricerca di un mondo alternativo, dopodiché mi ritrovai in India da Osho nel ‘74, avevo diciannove anni. Decisi di andarci dopo aver sentito i racconti di alcune persone che lo avevano incontrato. Quando lo co­nobbi, la cosa che mi colpì immediatamente di questo uomo “spirituale” – io non sapevo neanche che cosa significasse fare meditazione o avere un maestro – era semplicemente il suo modo di parlare della sessualità come qualche cosa di sacro, con tantissima riverenza per l’energia sessuale.
Mi ritengo fortunata, perché nonostante tutta la repressione avevo ancora quella gioventù e quella freschezza che mi permisero di sganciarmi con facilità dai condizionamenti: a quel punto del mio percorso non avevo praticamente ancora niente da perdere!
Forse proprio grazie alla mia giovane età, Osho quasi immediatamente mi prese un po’ sotto la sua ala… rideva sempre quando mi vedeva arrivare con tutti i miei problemi molto seri! A quel tempo era facile incontrarlo personalmente, ci saranno state forse 50 persone in tutto, 30 indiani e 20 occidentali, più o meno. L’incontro con Osho già dal primo momento fu per me come un innamoramento e gli innamoramenti non si possono spiegare: sentivo solo un amore pazzesco. Ero arrivata lì con un ragazzo sannyasin tedesco che però voleva subito andare al mare a Goa, ma Osho mi fermò e mi disse: “Resta qui, io sono il tuo oceano”. E rimasi a Pune fino a quando Osho si trasferì in America, dove lo raggiunsi dopo un anno. E lo seguii anche quando,  dopo l’Oregon, ritornò a Pune dove rimasi in­interrottamente fino al ‘92. E dopo con­tinuai ad andare a Pune tutti gli an­ni, per un periodo lungo, lavorando e conducendo gruppi e training fino al 2001. Ancora adesso ci torno di tanto in tan­to, a volte anche solo per un giorno.

Marga: Come hai iniziato a insegnare il Tantra?
Radha: A un certo punto, durante il secondo anno in cui mi trovavo a Pune, Osho mi chiese di fare un training per diventare terapista di Primal ed En­counter. Io misi il naso per  un pomeriggio nelle “chambers”, le stanze sotterranee e insonorizzate dove si svolgevano i gruppi catartici, e mi dissi: “Per carità, preferisco pulire i pavimenti!”. Non mi andava proprio di fare quel training… cioè urla, grida, catarsi, gente che esprimeva tutta la sua follia. Io sinceramente avevo più voglia di dedicarmi alla meditazione e ai pettegolezzi della Comune e non mi andava di entrare nel mondo della terapia. E per tutti gli anni che sono stata nella Comune ho sempre lavorato: pulizie, panificio, cucina e tante altre mansioni, compreso fare parte del direttivo della Comune per un certo periodo.
Quindi in realtà il mio lavoro con il Tantra è cominciato più tardi, due o tre anni dopo che Osho aveva lasciato il corpo e il mio approccio è sempre stato più meditativo che terapeutico.

Marga: Ecco, parlami del tuo lavoro, del tuo approccio. Il Tantra è un grande contenitore che può voler dire molte cose e ognuno lo presenta, lo vive in maniera diversa, no? Quindi: il Tantra secondo Radha!
Radha: Il Tantra secondo Radha comincia, come accennavo prima, con l’impatto fortissimo che hanno avuto su di me i discorsi di Osho sul Tantra, in particolare The Song of Mahamudra di Tilopa (Tantra, la comprensione suprema, Bompiani) e poi più tardi quando parlava di Saraha (La visione tantrica e L’esperienza tantrica, NSC). Inoltre dopo circa un anno che mi trovavo a Pune, al di là del fatto che Osho mi chiese di diventare la traduttrice ufficiale di tutti gli italiani che venivano a prendere il sannyas, mi offrì l’opportunità molto rara di fare da tramite nelle trasmissioni energetiche con le persone. Durante quelle esperienze sentii che c’era un collegamento fortissimo fra l’energia sessuale e l’energia in genere. Osho mi invitava semplicemente a riversare il mio amore in un determinato punto del corpo di una persona e io chiudevo gli occhi e sentivo delle cose pazzesche che erano molto vicine a delle sensazioni orgasmiche, a un orgasmo vero e proprio, che però non era necessariamente localizzato nella parte bassa del corpo, anche se cominciava da lì. Era qualcosa di molto forte che aveva a che fare con il risveglio dell’energia sessuale e con la sua espansione verso l’alto.
Fare sesso normalmente significa “scaricare” dell’energia, arrivare a un traguardo e spesso e volentieri orgasmo significa creare una “tensione” per arrivare a un picco che poi termina, ma per me, a partire da quegli esperimenti di trasmissione di energia, è sempre stato un po’ diverso. Anche mentre avevo una relazione o facevo l’amore con un uomo, la mia tendenza era di osservare tutto il processo dall’interno e quelle esperienze erano il mio metro di paragone, sempre… un qualcosa che trovavo totalizzante.
Mi è molto difficile parlarne perché è un percorso personale quindi difficile da descrivere, ma considero che Osho sia sempre stato un maestro tantrico, al di là del fatto che abbia incluso tutte le discipline, perché non ha avuto paura di includere la sessualità e le relazioni nella sua visione.
Tornando alla mia storia di insegnante di Tantra, dopo un paio di anni che Osho aveva lasciato il corpo, a un certo punto ho deciso di “tornare nel mondo”, diciamo così, e mi sono chiesta: “Quale potrebbe essere il mio lavoro? Che cos’è che so fare, che conosco?”. Devo premettere che ho sempre amato molto la gente, sono sempre stata molto incuriosita dalle persone, dal loro vissuto e dal loro percorso, quindi una risposta è stata: “Una cosa è chiara: la gente”. L’altra: “Ciò che conosco è l’energia, mi sento a casa nell’energia”. Ma quando inizialmente ho provato a fare dei corsi che avessero solo a che fare con la meditazione e l’energia, ho capito che era molto difficile, se l’energia sessuale era chiusa o repressa. E allora sono ritornata un po’ al mio percorso e mi sono detta: “Ma che cos’era la cosa che mi incuriosiva di più quando sono arrivata da Osho? Qual era la cosa che mi appassionava di più? La sessualità!”. E quindi ho creato un percorso basato sulla mia esperienza e ho progressivamente sviluppato un training che dura 5 settimane suddiviso in diversi moduli, che parte proprio dal risveglio della sessualità, dal risveglio del corpo, poi dei sensi, poi dell’energia e va ad approfondire diversi aspetti della sessualità fino ad arrivare a un lavoro molto più sottile che è quello della meditazione e dell’energia vista dal punto di vista spirituale.

Marga: Osho parla del Tantra non solo a livello di energia sessuale che si trasforma, ma anche come di uno stile di vita, un’accettazione consapevole di tutto ciò che la vita ci propone, tanto che qualsiasi evento della vita quotidiana può diventare un’esperienza tantrica. E su quest’onda di “tutto è Tantra” c’è molta gente che propone ogni genere di lavoro, appiccicandogli quell’etichetta. Puoi fare un po’ di chiarezza?
Radha: È vero che Osho a un certo punto ha parlato del fatto che il Tantra è per tutti, però è anche vero che purtroppo tutto è diventato tantrico e a volte in maniera molto discutibile, gra­zie anche a certe pubblicità… per esem­pio la parola Tantra viene abbinata un po’ a tutto: al massaggio, alle magliette, a certe bibite e anche a corsi che non c’entrano nulla. Tra gli stessi in­segnanti di Tantra c’è chi propone so­lo una versione ascetica e chi al contra­rio offre un Tantra basato su tecniche per una sana sessualità che nulla han­no a che vedere con la meditazione.
Chiaramente, quando tocchiamo la sfera della sessualità vera e propria, ci sono vari aspetti che sono da sciogliere, quindi il lavoro si amplia. In generale io sono del parere che è meglio prima innamorarsi dell’argomento e poi andare  a fare un lavoro approfondito di pulizia e di catarsi, perché altrimenti possiamo scoraggiarci.
In passato il percorso per arrivare al Tantra era fare la Primal, ad esempio, perché andava a ripulire o per lo meno a chiarire i condizionamenti e dopo di che eri un po’ più “pronto” per lasciare andare la tua sessualità e la tua energia sessuale. Oggi molte persone non sono immediatamente pronte ad af­frontare e rivivere i traumi del passato, quindi ho messo a punto un approccio che consenta prima di tutto di rilassarsi nella propria energia sensuale e sessuale. In seguito fornisco degli strumenti che consentano ai partecipanti di appropriarsi di questa esperienza, an­che a casa, nella vita quotidiana, in modo che non sia solo il risultato dell’energia del gruppo. Il passo successivo è la comprensione dei nostri condizionamenti e sensi di colpa.
Andiamo anche ad approfondire il lavoro sui tre stadi della sessualità (masturbatorio, omosessuale ed eterosessuale). Se siamo fermi in alcuni punti della nostra crescita è molto difficile espandere veramente questa energia; occorre quindi capire se e dove siamo rimasti un po’ bloccati per riuscire ad evolvere verso il nostro pieno potenziale.
A un certo punto approfondiamo an­che il tema dell’incontro con il sesso op­posto, imparando ad avere un vero scambio energetico con il partner e creando la possibilità di vivere qualcosa di estatico con l’altro, cosa che non ne­cessariamente viviamo abitualmente.
Molte persone si considerano sessualmente libere perché trasgressive, ma questo non è il Tantra, anzi è un po’ una distorsione dell’energia primaria. Il mio approccio consiste nel cercare di ritornare alla naturalezza, a un sesso naturale che faccia sì che ci sia un vero scambio energetico con l’altra persona e che questo scambio possa essere nutriente, appagante, estatico e possa dare la possibilità anche di vivere il presente in maniera più totale.

Marga: Immagino che dovrai prenderti cura anche di persone che hanno subito abusi…
Radha: Assolutamente sì e tra l’altro siamo un po’ dell’idea, forse specialmente in Italia, che la maggior parte delle vittime dell’abuso sessuale siano donne. È vero, le donne sono di più, ma in questi vent’anni di lavoro mi ha veramente sorpreso scoprire che moltissimi uomini hanno subito abusi nella loro infanzia e che quindi si portano dietro tanti blocchi legati a questo. Ci sono molte persone, donne e uomini, molto delicate nella sfera sessuale e il mio modo di lavorare è di grande sensibilità, proprio per dare spazio, fiducia e portare luce in questa direzione. Attraverso questo clima di fiducia anche le persone che hanno subito esperienze di questo genere riescono ad aprirsi, a lasciarsi andare. Ritengo infatti che sia importante offrire un ambiente dai confini molto chiari per non creare situazioni in cui i partecipanti possano sentirsi abusati un’altra volta.

Marga: Lavori coi single, con le coppie, con tutte e due?
Radha: Il Tantra è individuale, quindi non lo voglio chiamare per “single”. Si parte da se stessi, quindi durante il training offro alle coppie un percorso in parallelo, perché reputo che questo dia la possibilità di andare molto più in profondità. Se vieni in coppia può succedere che a un certo punto tutta l’energia venga polarizzata da un attacco di gelosia o cose di questo tipo. Ci sono dei corsi introduttivi aperti anche alle coppie e a Miasto tengo un lavoro per coppie che ha più a che fare con la relazione, “Con te, senza di te”. Ho smesso di lavorare con le coppie – prima lo facevo – perché ho notato che per arrivare al Tantra, bisogna prima individuare le dinamiche di coppia, epurarle da tutte le emozioni collegate, quindi preferisco suggerire la via più semplice: fare un percorso in parallelo e questo in realtà dà tantissima energia alle coppie, permette loro di ritrovarsi e di fare anche un grande salto di libertà e di amore per l’altro.

Marga: Chiunque può partecipare ai tuoi gruppi?
Radha: I gruppi introduttivi sono aperti a tutti e lì valuto chi è pronto o meno per il training, per il quale invece filtro la partecipazione, in modo da avere un gruppo omogeneo di persone – anche come numero di uomini e donne – che lavorino allo stesso livello di ricerca.

Marga: Ritornando ai tre stadi, a quello che si diceva prima, rispetto alla omosessualità sia maschile che femminile Osho sostiene che è uno stadio evolutivo che a volte non viene superato per un qualche motivo, cioè a volte l’individuo non passa allo stadio successivo, quello eterosessuale. Nel tuo lavoro come ti poni nei confronti di gay, lesbiche, trans… cioè rispetto alla varietà delle scelte
sessuali umane?

Radha: Sono d’accordo con Osho perché è stata anche la mia esperienza. Ci sono stati dei momenti nella mia vita in cui mi sono sentita attratta dallo stesso sesso e ho avuto bisogno di esplorare questo aspetto e fatto questo, ho sentito che il mio rapporto con il sesso opposto si era approfondito, però chiaramente non mi sono mai sentita gay. Anche se sento che ciò che Osho spiega è giusto, è pur vero che è passato tanto tempo e ci sono tante nuove visioni rispetto al tema.
Davanti a queste tematiche quindi io mi pongo… con innocenza e alle persone gay che vogliono partecipare ai miei corsi dico che la mia direzione è quella della crescita personale: se sei disposto a metterti in gioco e a evolverti, che non significa necessariamente cambiare preferenze sessuali, ma evolverti in qualsiasi modo, in qualsiasi direzione, senza porti dei limiti a priori, io sono felice che tu venga a partecipare. Ma se tu ti vuoi etichettare come “omosessuale”, così come si può dire “io sono inglese”, oppure “io sono della Lazio e non posso essere dell’Inter”, cioè con rigidità, chiaramente questo non funziona in un lavoro del genere, perché ti si chiede di metterti in gioco. Quindi se sei disposto, o disposta, a cercare, a capire e a confrontarti con tutte le situazioni messe a disposizione dal processo, non ci sono assolutamente filtri in questa direzione. Poi puoi essere tutto quello che vuoi e il Tantra è proprio questo: accettati assolutamente come sei e non fare niente che tu non senta giusto per te.
Riprenditi la tua dignità, qualsiasi cosa sia per te.


Per ulteriori informazioni sul suo lavoro: www.tantralife.com



 

Radha offrirà alcuni eventi all’OshoFestival
di Bellaria dal 10 al 13 aprile 2014
www.oshoexperience.it

 




 OSHO TIMES --- La rivista di Osho dedicata all'arte della meditazione
 C.P. 15 - 21049 Tradate VA - Italia --- tel e fax 0331 810042
  www.oshotimes.it  -  oshoba@oshoba.it