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newsletter n. 023

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Come combinare
rilassamento e
consapevolezza?

Ipnosi e
meditazione:
un’accoppiata
fondamentale

 

 
Da un'intervista a Sudheer apparsa su Osho Times n. 203
 


Bali: Tu conduci workshop di meditazione e anche di autoipnosi. Puoi parlare di come combinare rilassamen­to e consapevolezza, due cose apparentemente contraddittorie? In genere se sei rilassato ti riposi e rallenti, ma non sei molto attento e non riesci ad agire velocemente e con precisione. Se sei consapevole e vigile, c’è presenza certo, ma puoi avere tensioni nel corpo e nella mente e non sei rilassato.
Sudheer: Secondo me, in realtà, rilassamento e consapevolezza accadono quasi sempre insieme, perché non ap­pena diventi teso, nel corpo o nella mente, questo ti distoglie dalla consapevolezza. Osho ha parlato molto di questo argomento e nel tempo ho trovato una mia comprensione della questione, di come le due cose operino in­sieme. Sembrano contraddittorie: quando mi rilasso e quindi divento un po’ sonnolento, dov’è la consapevolezza? E, come dici tu, quando sono consapevole e pienamente vigile spesso c’è tensione. Quello che ho imparato negli anni è che se ti rilassi consapevolmente, mantieni la consapevolezza. Naturalmente anche se ti addormenti ti ri­lassi, ma non consapevolmente. Se pe­rò riesci a rilassarti consapevolmente nel sonno, la consapevolezza rimane. Noi tutti siamo nati in uno stato di ri­lassamento e se guardi i bambini ti ac­corgi che sono completamente rilassati; poi piano piano abbiamo imparato ad essere tesi, ma non è il nostro stato naturale. Il rilassamento e la consapevolezza sono il nostro stato naturale, questo è ciò che ho compreso. Quindi quando ti rilassi, torni al tuo stato na­turale, che è anche quello della consapevolezza. Dobbiamo reimparare quel­lo stato, o meglio “ricordare” perché è più un ricordare che un imparare. E ho scoperto che l’ipnosi e l’autoipnosi possono essere strumenti mol­to utili, perché permettono di aggirare la mente conscia che ha imparato a es­sere tesa e seria. Con l’ipnosi e l’autoipnosi è possibile aggirare l’intera struttura e arrivare direttamente al rilassamento.


SUDHEER


Bali: Quindi l’ipnosi è uno strumento molto efficace per arrivare a uno stato di rilassamento e di consapevolezza...
Sudheer: Sì. Anzi, ritengo che tutte le tecniche di meditazione siano una specie di auto-ipnosi. Quando si fa la meditazione dinamica si deve prima accettare il fatto che ci sono tensioni ed emozioni represse, poi si passa attraverso un processo per rilasciarle. Dopo si usa una tecnica per generare energia e infine si arriva a uno stato di rilassamento. Tutte le tecniche di meditazione, in particolare le meditazioni attive di Osho, ti portano verso uno stato di ri­lassamento e di consapevolezza. Osho utilizza una fase di forte attività per arrivare a quello stato di rilassamento che già esiste, perché è molto difficile per le persone raggiungerlo di­ret­ta­men­te: prima l’attività, poi il ri­las­sa­men­to, e in quel rilassamento ti ritrovi consapevole. E non è che si crei consa­pe­vo­lezza o si faccia qualcosa per cre­ar­la... semplicemente ti ritrovi consapevole.
Dunque tutte le tecniche sono in realtà una sorta di auto-ipnosi: si utilizza una tecnica per arrivare a quello stato. È anche possibile arrivarvi direttamente... Osho agli inizi ha provato anche quella strada, usando l’ipnosi sulle persone per portarle in uno stato di rilassamento e consapevolezza, ma poi ha scoperto che gli occidentali, e più in generale gli esseri umani dei nostri tempi, hanno davvero bisogno della fase catartica.

Bali: Ma a livello pratico essere consapevoli e rilassati a volte è veramente difficile...
Sudheer: Certo. Quando iniziamo a meditare scopriamo di essere tesi. Mi ricordo degli inizi: mi accorgevo delle mie spalle curve e delle tensioni e avevo bisogno di tempo per sciogliermi, per rilassarmi. Ma pian piano poi si trova il modo per rilassarsi consapevolmente. Bisogna davvero fare pratica, con impegno, per ricordare lo stato di rilassamento. Nella vita di tutti i giorni, nel mondo, non arriva da sé: piuttosto arrivano le tensioni e la serietà, perché la società ti spinge a essere teso e serio, ma se impari o ti ricordi lo stato di rilassamento consapevole, anche nella vita quotidiana, anche quando stai facendo le cose più diverse, ti puoi accorgere immediatamente se c’è qualche tensione e rilassarti.
Normalmente si ritiene che per essere in grado di reagire a una situazione si debba essere tesi e allerta, ma invece quando sei in uno stato di rilassamento consapevole, puoi essere realmente vigile e pronto a rispondere da una prospettiva molto diversa: quando si è rilassati, si può rispondere intuitivamente, spontaneamente, mentre quando si è tesi, la risposta nasce dalla mente. In uno stato di rilassamento possiamo in realtà trovare modi molto diversi di rispondere alla situazione che abbiamo di fronte. E dobbiamo farlo con consapevolezza perché il lavoro che facciamo e la società creano tensioni inconsce, quasi ogni tipo di lavoro crea tensioni, si hanno scadenze , tante cose... penso che sia intrinseco in ogni tipo di lavoro impegnativo.

Bali: Mi spieghi meglio?
Sudheer: Il fatto è che se sei teso e pre­occupato, una parte di te è impegnata con le tensioni, a pen­sare al futuro o al passato, e quindi non sei pienamente presente, non sei completamente disponibile a ciò che accade in quel momento. Quando sei teso, in genere sei pre-occupato di qualcosa che deve ancora accadere o pensi a qual­cosa che è appena successo e che per te non è completamente finito. La mia esperienza è che quando si è completamente rilassati, si è disponibili a tutto ciò che ci arriva: ci sono cose che possiamo vedere, altre che possiamo udire, cose che possiamo percepire e an­che tutta un’area che riguarda l’intuizione.
Quando Osho parla di fonderci in questo oceano di consapevolezza, è qualcosa che non si vede, non si sente, non riguarda i sensi, ma esiste! E quando ti rilassi, sei parte di questo oceano di consapevolezza. Quindi le cose ti “arrivano” anche in modi misteriosi: puoi essere consapevole di cose che non hai sentito o visto. Per esempio può capitare durante una sessione di auto-ipnosi che nel bel mezzo improvvisamente ti “svegli”, ti metti a sedere guardandoti intorno chiedendoti perché mai sei “uscito” da quello stato e improvvisamente squilla il telefono, o qualcuno bussa alla porta. In quello stato c’è qualcosa che rimane consapevole di ciò che sta per accadere.
La consapevolezza non è legata solo al cervello, agli occhi, le orecchie e le mani. Si tratta di essere in contatto con quell’oceano e succede quando sei completamente rilassato.
Puoi farne esperienza anche nella parte finale dell’Evening Meeting, quando Osho ci guida in meditazione: prima con il Gibberish, per “pulire” la mente e creare spazio, e poi si va dentro, si raggiunge la propria interiorità e mentre il rilassamento diventa sempre più profondo ci si fonde in questo oceano di consapevolezza. E Osho conclude dicendo di rimanere in contatto con quello spazio per 24 ore al giorno, facendo sì che una “corrente sotterranea” sia sempre in contatto. E ciò avviene attraverso il rilassamento che, a mio avviso, è molto, molto importante per essere consapevoli.
Osho dice anche che l’illuminazione è totale rilassamento, un dissolversi in quell’oceano. Io non so che cosa sia l’illuminazione, ma in qualche modo riesco a percepirne le possibilità. Sento che quando si è rilassati è possibile una consapevolezza molto più vasta.

Bali: Sono esperienze che hai solo in meditazione o anche nella normale vita di ogni giorno?
Sudheer: Nella vita normale mi accorgo delle tensioni e spesso devo rilassarle consapevolmente. Il mio collo ad esempio va facilmente in tensione... devo continuamente stare at­tento che non ci sia tensione in qualche parte del corpo. E attraverso il corpo è più facile sentire le tensioni, ed è quindi più semplice rilassarsi. Quando il corpo è rilassato, anche la mente è già molto rilassata: Osho dice che quando il corpo è rilassato, la mente è già rilassata al 90%! E poi si continua osservando i pensieri, le sensazioni, le emozioni... e il resto del rilassamento è abbastanza facile. Ma, almeno nella mia esperienza, non avviene automaticamente, è un passo che devi fare consapevolmente. Penso che col tempo possa diventare qualcosa di simile alla respirazione o al battito cardiaco.

Bali: Puoi dire qualcosa di più sull’ipnosi?
Sudheer: Ho fatto training in ipnosi e PNL in Occidente, ma quell’approccio non mi interessava veramente, mi sembrava un semplice “cambiare” la mente; quello che mi interessava era invece fare un passo fuori dalla mente, mettere la mente da parte per così dire, cosa che nessuno comprendeva in quei corsi di formazione. Poi, quando la mia partner si è ammalata gravemente, ho scoperto le sessioni di ipnosi che Osho faceva nei primi anni del suo lavoro a chi partecipava ai campi di meditazione, che sono ad esempio nei suoi libri Now and Here (in italiano L’immortalità dell’anima, La voce del mistero e Aprirsi alla vita, Mondadori) e That Art Thou. Le leggevo alla mia compagna e sono state molto utili per aiutarla a creare uno stato di rilassamento, di accettazione, di lasciarsi andare; così ho scoperto che si può effettivamente utilizzare l’ipnosi per la meditazione!
Questo è successo circa 20 anni fa e l’avevo praticamente dimenticato; poi 10 anni più tardi sono venuto al Meditation Resort ed era in corso una ricerca su ciò che Osho aveva detto sull’ipnosi, su tutti i libri che aveva letto sull’argomento: ha letto 200 libri e ha parlato sull’ipnosi per circa 300 pagine in tutto... era chiaramente molto interessato all’argomento! E una volta scoperto questo ci si accorge che Osho usa l’ipnosi ovunque: il suo modo di parlare, ad esempio, quello che lui chiama “ipnosi delicata”, in cui le persone rimangono sveglie e la mente conscia viene messa in uno stato di rilassamento, in modo che la meditazione possa accadere senza che chi lo ascolta faccia alcunché.
E naturalmente, come accennavo pri­ma, nella meditazione del Gibberish e Let-Go, alla fine dell’Evening Meeting, usa chiaramente suggestioni di tipo ipnotico. Le persone sono sveglie, non vanno in trance e le suggestioni, l’ipnosi sono utilizzati per aumentare la consapevolezza: entri in uno stato di rilassamento e ti ritrovi consapevole, ti ritrovi a essere colui che osserva, ti ritrovi a essere un buddha.
Quindi, secondo me, fra tutto ciò che Osho ci ha lasciato, l’ipnosi è uno strumento molto importante per la meditazione e l’autoipnosi è il modo migliore di usarlo. Osho ha detto di passare dalla mente e il suo dolore alla terapia, poi dalla terapia all’ipnosi e dall’ipnosi alla meditazione.

 


Per ulteriori informazioni su questo lavoro di Sudheer e altro: www.osho.com

 




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