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newsltetter n. 024

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Quando il corpo
diventa preghiera

La dolce
medicina
della danza e
del canto

 

 
Da un'intervista a Shunyata apparsa su Osho Times n. 202
 


La danza, il canto, la musica spalancano le porte sulle dimensioni esistenziali dell’essere. Il suono e il movimento sono espressioni dell’essenza divina, il suono in quanto vi­brazione primordiale e il movimento in quanto respiro, moto, prima manifestazione. Quando le persone sperimentano questo, nei miei workshop ad esempio, rimangono di solito mol­to colpite: ciò che più spesso riportano è che qualcosa di profondo è stato toccato, di aver provato intense sensazioni e sentimenti, di aver fatto un’esperienza alla quale possono riferirsi come a un risveglio del piacere, dei sensi, del sentire, della sensualità, della gioia e delle lacrime, un rilascio della tensione fisica e mentale. A volte parlano di aver assaporato un senso antico di appartenenza, di fusione e di compartecipazione, un oblio della mente e del tempo, il senso della vastità dello spazio, assenza di paura, profonda commozione, comunicazione con qualcosa di più grande, senso di integrità e silenzio.
Nella mia esperienza uno dei deterrenti più forti a questo vissuto così naturale sono tutte le idee che abbiamo accumulato su noi stessi, sugli altri e su come noi pensiamo che le cose siano; questo accade perche sia­mo stati cresciuti attraverso le limitazioni dell’approccio mentale alla vita, per cui le esperienze vengono impedite o filtrate da convinzioni come: “Ma io non so danzare o cantare!”, “Non l’ho mai fatto perché non ci sono portato”, “Gli altri lo san­no fare sicuramente meglio di me”, “Non ho il senso del ritmo”, “Poi sarò distrutto, perché non sono abbastanza allenato”, arrivando fino a “Il mio corpo è brutto e sgraziato”, “Sono grassa”, “Non ho portato l’occorrente adatto”, “Mi sento rigido, goffo e pesante, non fa per me”!
Il primo importante passo è quello del lasciar andare tutte queste idee che crea­no e mantengono una sorta di inerzia, di pigrizia mentale, di resistenza e aprirsi a un’esperienza di se stessi che per sua natura è sempre nuo­va, profonda e guaritiva. Se questo pri­mo ostacolo viene compreso e superato, allora ci regaliamo davvero una grandissima possibilità che può ribaltare radicalmente il modo di percepire noi stessi, gli altri e la vita. Come po­terlo realizzare? Piano, pia­no, la­sciandosi andare, senza fatica, senza sforzo e iniziando con il sentirne il beneficio.
Danzare, cantare, battere e scandire il ritmo, gesticolare, emettere suoni vocali, sono espressioni umane naturali, sono lo stesso battito della vita, il fluire delle cose, l’essenza stessa dell’universo, nel suo incessante movimento di mutazione. Piangere, ridere, gridare, camminare, correre, saltare, fare l’amore, danzare, cantare, creare, riposare, dormire, sono medicine naturali, espressioni, necessità, risorse che ci aiutano a star bene, a ripristinare e a mantenere armonia ed equilibrio. Durante l’arco di un lungo tempo abbiamo creato una civiltà che ha perso le sue connessioni con la memoria ancestrale di chi siamo e di come possiamo coesistere su questa Terra; un lungo tempo durante il quale abbiamo dimenticato l’essere, i principi della vita, i valori, il rispetto, la riverenza, il mistero di ciò che ci circonda, e ora ci troviamo in uno stato di conflitto, di smarrimento e di paura. Paradossalmente è proprio questo attuale, difficile vissuto che ci sta portando sempre di più a sentire il richiamo della natura e l’urgenza di immergerci nuovamente in essa, l’urgenza di creare una relazione sana e intelligente con il corpo, con le emozioni, con la mente, per giungere a comprendere che siamo già ciò che cerchiamo e che il sogno di un’umanità nuova e consapevole è sostenuto ed è già una realtà se lo rendo concreto ogni giorno, nella mia vita! Negli ultimi vent’anni mi sono dedicata a creare spazi all’interno dei quali le persone possono fare esperienza del proprio potenziale, scoprendo che le risorse di cui necessitano sono già presenti e che è possibile vivere la vita con totalità, pienezza e passione, qualunque siano le sfide che possiamo incontrare. È semplicemente un invito, un’ispirazione a trascorrere più tempo danzando e cantando, da soli, con gli altri, a casa, in natura, nel ritmo, nel silenzio. Imparando a conoscere e a usare i doni di cui siamo forniti: corpo, intelletto, emozioni, cuore, anima, spirito. La chiave dell’attuale cambiamento sta nell’apertura della dimensione del cuore, ma questo passaggio non avverrà sen­za prima aver compreso e integrato tutte le esperienze del passato. Possiamo partire da noi stessi: se ci sono dei cambiamenti da fare, iniziamo ad attuarli in noi stessi e nelle nostre vite, attivando il coraggio, uscendo dalle zone di sicurezza, rischiando, coltivando la fiducia. Ognuno di noi è manifestazione di una forma, di un modo di sentire, un modo di esprimere unici ed originali; ognuno di noi deve ricercare e nutrire la propria autentica espressione, le proprie qualità, senza timore, senza perdere se stesso nelle aspettative o nell’imitazione di qualcun altro; ognuno deve individuare e realizzare il proprio disegno, seguendo gli impulsi del cuore, ciò con cui risuona, con cui si sente affine; in questo modo si crea una grande armonia, una grande me­lodia, una grande danza e l’intero puzzle può finalmente comporsi.

 



Per info sul lavoro di Shunyata: circle4life.com

Shunyata offrirà alcuni eventi anche all'OshoFestival 2014, a Bellaria in aprile. 

Foto e programma su oshoexperience.it



La musica della vita

"Per un meditatore, per un ricercatore, qual è il primo passo del viaggio? Il corpo è il primo passo, ma è stato trascurato… non solo in certi periodi di tempo, ma per migliaia di anni. La trascuratezza è di due tipi. Ci sono quelli che indulgono nei piaceri e che trascurano il benessere del corpo. Le loro esperienze di vita si riducono a mangiare, bere e divertirsi. Hanno trascurato il cor­po, ne hanno fatto un cattivo uso, hanno rovinato il loro strumento.
Se uno strumento musicale – per esempio una veena – è rovinato non può creare musica. E solo dalla veena del corpo può sgorgare la musica della vita.
L’altro tipo comprende coloro che hanno torturato il corpo, lo hanno represso, hanno nutrito ostilità verso il corpo.
Né coloro che indulgono nei piaceri materiali né gli asceti che torturano il corpo hanno compreso la sua importanza."1

"Solo vivendo il tuo corpo arrivi più vicino a dio, non c’è altro modo. E il corpo è sempre bello, il corpo ha una sua saggezza. Sa ballare, cantare, pulsare con il divino. Quando il corpo inizia a vibrare con il divino, improvvisamente vedrai che anche la tua anima sta vibrando. Il corpo e l’anima sono una cosa sola, è la mente che vuole separarli."2


Testi di Osho tratti da:
1. Ricominciare da Sé, Mondadori Editore
2. The Wisdom of the Sands, Vol. 2 #3

 


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