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Dalla terra
dei sogni...

 

Per raggiungere le più alte vette della consapevolezza non bastano i voli dell’immaginazione

 

Preziosi testi di Osho apparsi su Osho Times n. 206

 


Amato Osho,
quando parlavi di Kahlil Gibran e Zarathustra, le tue parole raggiungevano direttamente il centro del mio essere, senza alcuna interpretazione da parte mia. Ho percepito una grande sintonia, una comunione, come un net­tare che riempiva il mio essere. Talvol­ta sgorgavano lacrime dai miei occhi... e quasi sempre dopo ogni di­scorso mi sono sentito a lungo in contatto con qualcosa molto al di là di quello che io riconosco come me stesso.
Con i tuoi discorsi basati su domande e risposte, invece, tutto ciò non accade. Sento ancora qualcosa di speciale che non so definire, ma non con la stessa profonda intensità che ho descritto sopra... Qual è la differenza?

La domanda che hai posto ne fa sorgere molte altre e voglio parlare brevemente di tutte queste implicazioni, perché sono importanti non solo per te, ma anche per tutti gli altri.
La prima cosa: a mio avviso i discorsi con domande e risposte sono più significativi perché riguardano voi, riguardano la vostra crescita.
Di sicuro state brancolando nel buio, cercando di trovare la strada, e non siete in grado di fare domande ai livelli di Zarathustra o di Kahlil Gibran... e io devo rispondere alla vostra realtà!
Ascoltare Zarathustra e Kahlil Gibran è un grande intrattenimento: bene, puoi commuoverti fino alle lacrime, singhiozzare e sentirti meravigliosamente, ma è tutta aria fritta! Tu rimani lo stesso... niente cambia in te.
A volte parlo di Buddha, Chuang- tzu e Zarathustra solo per darvi un’idea delle altezze raggiunte da queste persone, per rendervi consapevoli di quelle stelle distanti. E non sono così distanti come sembrano: sono persone come voi quelle che sono arrivate fin là, quindi è alla vostra portata!
È questo è il motivo per cui parlo di Zarathustra, di Buddha, di Bodhi­dharma e di mille altri: per creare in voi un profondo desiderio, ma non è sufficiente. Poi devo indicarvi il cammino da fare, devo mettere ordine in quel gran caos che siete e sistemare i pezzi sparsi dappertutto... scoprire dove sono le gambe, dov’è la testa, rimettere tutto insieme e in qualche modo spingervi su quel cammino.
I discorsi con domande e risposte riguardano voi, la vostra crescita e la vostra evoluzione, la situazione in cui vi trovate; i discorsi su Zarathustra o Kahlil Gibran riguardano il luogo in cui dovreste trovarvi, ma dove ancora non siete.
Ecco perché non sono d’accordo con te. Posso capire che tu ti goda il sogno che si crea quando mi senti parlare del Buddha... non devi fare nulla, stai solo ascoltando della grande poesia, ascoltando un canto bellissimo, della grande musica, guardando una danza stupenda, ma tu non stai cantando, non stai diventando quella poesia, non stai diventando quella danza e io voglio che tu diventi la danza, voglio che tu raggiunga le più alte vette che siano mai state raggiunte.
Quindi devo trovare un equilibrio parlandovi della terra dei sogni e poi delle oscure caverne in cui vi siete nascosti, molto riluttanti ad uscire alla luce!
Tu vuoi sentir parlare della luce e ne gioisci, ma rimani nascosto nella tua caverna buia. Vuoi sentire parlare di terre misteriose, belle storie e parabole, ma è solo mero intrattenimento.
Dovrebbe interessarti di più quando rispondo alle domande, perché ciò che dico può cambiare la tua realtà.
Io devo fare entrambi i lavori: creare in voi un profondo desiderio, farvi dare uno sguardo alla meta e poi ripulire il cammino e lubrificare tutte le vostre parti; perché siete fermi da molte, molte vite... siete rimasti bloccati dallo sfascia-carrozze e ora devo rimettervi sulle ruote e farvi muovere. Il secondo lavoro è difficile e per nulla divertente, ma assolutamente necessario.
Poi devo ricordarti una cosa. Quando parlavo di Zarathustra... è molto complicato, perché non parlavo direttamente di Zarathustra, parlavo dello Zarathustra inventato da Friedrich Nietzsche. Tutte quelle grandi intuizioni sono state date a Zarathustra da Nietzsche.
Zarathustra... molte volte mi sono stati portati i suoi libri originali e sono così banali che non ne avrei mai parlato.
Nietzsche ha usato Zarathustra come figura simbolica, proprio come Kahlil Gibran ha usato Almustafa, che è un nome completamente inventato.
Nietzsche ha usato un nome storico, ma in un modo molto fantasioso. Ha messo le sue intuizioni in bocca a Zarathustra.
Quindi per prima cosa devi ricordare che si tratta dello Zarathustra di Nietzsche che non ha nulla a che fare con lo Zarathustra originale. Inoltre quando parlo non m’interessa cosa vuol dire Nietzsche e non ho neanche modo di sapere cosa vuole dire: come lui usa Zarathustra, io uso lui. Quindi è una storia molto complicata. Questo è il mio Nietzsche e attraverso Nietzsche c’è il mio Zarathustra. Quindi, a qualunque altezza ti faccia volare... non ha nulla a che vedere con Zarathustra.
Ho parlato di centinaia di mistici, ma sono sempre io che parlo e so perfettamente che se per caso, da qualche parte, incontrassi queste persone sa­rebbero molto arrabbiate. Sarebbero veramente furiose e mi direbbero: “Non ho mai avuto intenzione di dire queste cose!”.
Il mio problema è: “Come faccio a sapere cosa volevano dire? Posso solo sapere ciò che voglio dire io”. Quindi che sia Zarathustra, il Buddha, Gesù o Chuang-tzu, quando passano attraverso me portano la mia firma.
Voi ascoltate sempre e solo me!
Quando rispondo alle vostre domande ciò che mi interessa di più è la vostra crescita, i vostri problemi reali, che sono più terreni.
Non confondetevi, molte persone lo han­no fatto; io continuo a ricordarvelo, ma la gente non ha buona memoria.

Mentre parlavo del Buddha a Varanasi un buddhista, un illustre studioso di buddhismo, mi ha detto: “Ho letto le stesse sacre scritture, ma tu ne hai rivelato grandi profondità e altezze che non avevo mai scoperto. Hai rafforzato la mia fede in Gautama il Buddha”.
Gli ho risposto: “Non arrabbiarti, ma dovresti rafforzare la tua fede in me”.
Lui ha urlato: “Cosa?”.
Ho replicato: “Certo, perché ciò che hai letto forse era esattamente quello che il Buddha voleva dire: le profondità e altezze di cui ho parlato sono invece il frutto della mia esperienza”.
Ma cosa si può fare? Ci sono idioti in ogni parte del mondo. Se vuoi che de­gli stupidi buddhisti ti ascoltino non hai che da pronunciare il nome “Buddha”, questo è sufficiente. Poi puoi dire qualunque cosa. Se vuoi che ti ascoltino gli hindu devi parlare di Krishna.
Io parlo sempre di me; non posso parlare di nessun altro... come potrei? Cosa pensava Krishna cinquemila an­ni fa, cosa c’era nella sua mente? Ma quando mi ascoltano pensano tutti: “Mio dio, non ci eravamo resi conto che Krishna avesse tali profondità e altezze”.
Krishna non aveva nulla. Quelle altezze e quelle profondità sono mie esperienze che ho “agganciato” a tutti loro: quella gente mi serve da gancio, ho semplicemente appiccicato su di loro la mia idea.
Anche dei grandi saggi...
Bhikshu Jagdish Kashyap, preside alla facoltà di Buddhismo a Varanasi, era un uomo di grande sapere, ma quando gli dissi queste cose diventò mio nemico per sempre.
Gli chiesi: “E cosa è successo alle altezze e alle profondità?”.
Alla gente interessano molto di più i nomi. Se vi dico: “Zarathustra ha detto...” mi ascoltate con grande attenzione. Il nome stesso di Zarathustra suona così antico, così profetico che deve aver detto qualcosa... ma credetemi, lo conosco, è un poveraccio, ma non ditelo a nessuno! Questa è solo una conversazione privata tra noi.

Michelangelo stava dipingendo il soffitto della Cappella Sistina. Si stava stancando di stare sdraiato sulla schiena, quindi si girò e vide una vecchietta che pregava, lì sotto nella cappella. Si appoggiò al bordo dell’impalcatura e gridò: “Sono Gesù Cristo! Sono Gesù Cristo! Ascoltami e farò dei miracoli!”.
La donna guardò in alto stringendo il suo rosario e rispose: “Chiudi quella boccaccia! Sto parlando con tua madre!”.
Michelangelo deve aver pensato di fare uno scherzo alla vecchietta, ma si sentì perso quando sentì quella risposta. Naturalmente la mamma è sempre la mamma e non si deve interferire quando due donne adulte stanno parlando tra loro... meglio andare a giocare fuori.

Quindi non preoccuparti. Se ti piace posso continuare a parlare di qualsiasi soggetto storico, mitologico, di fantasia. Posso inventare storie di ogni genere. Pensi forse che tutte quelle che ho raccontato siano accadute davvero? Dovrebbero essere accadute... sono così significative, ma se vi dico che quella storia me la sono inventata non vi interesserà molto e non volerete così in alto.
Una volta ogni tanto mi piace farvi volare alto, ma è solo un volo immaginario. In realtà, vorrei che un giorno raggiungeste veramente quelle altezze, ma per farlo è necessario un lavoro pratico, è necessario un lavoro molto pragmatico.
E adesso, per farvi volare un po’ più in alto...

Goldstein, un mercante di cordami, ebreo di New York, stava tentando disperatamente di vendere un po’ della sua merce in Alabama, ma dovunque andasse incontrava un forte anti-semitismo.
In un grande magazzino il manager lo derise: “Va bene Goldstein, ti comprerò un po’ della tua corda... tutta quella che va dalla punta del tuo naso da ebreo fino alla punta circoncisa del tuo pisello”.
Due settimane più tardi il manager fu sorpreso di ricevere ottocento cartoni di spago della migliore qualità.
Inclusa c’era una nota: “Molto grato per il vostro generoso ordine. Segue fattura”.
Firmato: Jacob Goldstein, residente a New York, circonciso a Kiev”.

Tratto da: Osho, The Golden Future #9


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