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Beatitudine...
oltre il piacere
oltre la felicità, oltre la gioia...
Preziosi testi di Osho apparsi su Osho Times n. 210

Quando la meditazione fiorisce
Beatitudine... non piacere, non felicità, neppure gioia.
La beatitudine è un fenomeno del tutto differente. Non è piacere, perché non ha nulla a che vedere con il corpo. Non è felicità. La felicità appartiene alla mente ed è solo momentanea, va e viene e ti fa stare in subbuglio: non puoi mai esserne sicuro, non puoi mai fidarti, è destinata a tradirti. Questa è la sua vera natura.
La mente cambia continuamente e qualsiasi cosa accada tramite lei continuerà a mutare: non può essere eterna, può soltanto essere momentanea, dentro al tempo. Perciò qualsiasi felicità porta infelicità. È come il giorno e la notte, l’estate e l’inverno. La ruota continua a girare: arriva il giorno, poi la notte e poi torna il giorno e segue un’altra notte.
La beatitudine non è neppure gioia, perché la gioia è del cuore. La gioia è molto superiore al piacere e alla felicità. È molto più delicata, più soffice, assomiglia più a un fiore. Se si deve scegliere tra le tre, è meglio scegliere la gioia. È un’armonia sottile. Quando il tuo corpo, la tua mente e il tuo cuore funzionano insieme in accordo profondo, si manifesta la gioia. Nella gioia qualcosa arriva dal corpo, qualcosa dalla mente, ma la maggior parte arriva dal cuore. La gioia contiene qualcosa del piacere, qualcosa della felicità e qualcosa di più!
La beatitudine è al di là di tutte e tre, appartiene allo spirito. Per farne esperienza bisogna disidentificarsi da corpo, mente e cuore. È eterna, quando arriva è per sempre e ci si può fidare, rilassarsi e riposare. Non può essere rubata, portata via, o bruciata e perfino la morte è impotente davanti alla beatitudine. Chi ha conosciuto la beatitudine ha conosciuto qualcosa di immortale.
La gioia muore molto presto. È come una rosa, molto delicata, può essere schiacciata facilmente. Chiunque può coglierla. Basta colpirla con una pietra e se ne va. Dipendere dalla gioia è come vivere in una casa di vetro: chiunque può lanciare una pietra e farla crollare.
Questo è il motivo per cui le donne soffrono così tanto. Gli uomini non soffrono altrettanto perché dipendono dal piacere, che è rozzo, fisico, tangibile e puoi perfino comprarlo al mercato. O al massimo gli uomini dipendono dalla felicità, che appartiene alla mente e ancora ha una certa forza, una certa solidità. Ma la donna dipende dalla gioia, che appartiene al cuore, quindi la sua gioia può essere stroncata molto facilmente: basta un singolo gesto, una singola parola.
Uomo e donna dipendono da dimensioni diverse, per questo la comunicazione è impossibile. L’uomo non può capire. Non ha fatto nulla e la donna piange, è in lacrime e l’uomo pensa: “È pazza o cosa? Non ho detto nulla, non ho fatto nulla”. Magari ha soltanto detto la parola sbagliata, o compiuto un gesto sbagliato. O magari non ha neppure detto una parola, è rimasto in silenzio, ma in un modo che ferisce il cuore della donna!
L’uomo può comprendere il corpo e la mente molto bene, ma con il cuore si muove in un territorio alieno. La donna comprende il cuore, dunque può diventare davvero piena di gioia. Ma va su e giù: a volte è estatica, così gioiosa che sembra impossibile che possa piangere, gridare o urlare... ma un attimo dopo grida e urla e lancia oggetti. Sembra impossibile che possa spostarsi tanto velocemente da uno stato all’altro.
È la stessa cosa per i bambini piccoli: anche loro vivono nel cuore, dunque un attimo sono arrabbiati, l’attimo dopo sono pieni d’amore. Un attimo sono pieni di rabbia e subito dopo ti abbracciano, ti baciano e sono tutto amore, belli e dolci. Ma il cuore ha questo problema: è fragile.
La ricerca consiste nel trovare qualcosa di eterno: la beatitudine, e la via è la meditazione. La meditazione ti porta oltre il complesso corpo-mente-cuore, perché la meditazione non è nient’altro che una disidentificazione da tutto quello con cui nel tempo ti sei identificato: io non sono il corpo né la mente né il cuore.
Quando in te sorge questa comprensione la meditazione è fiorita. E in questa fioritura sta la beatitudine. 1
La beatitudine del Tao
La realtà suprema non è nient’altro che beatitudine, ecco il motivo del nostro cercare. Siamo alla ricerca della nostra casa, della nostra sorgente originaria, del nostro volto originario.
La ricerca mira alla natura suprema e finché non la si trova l’inquietudine continua. Non c’è modo di evitarla. Nessuna consolazione può essere di grande aiuto. Forse per qualche momento ci si può sentire calmi e quieti, ma poi l’inquietudine torna. E continua a ritornare, è come un pungolo che ti sprona affinché tu non smetta di cercare la natura, il Tao, e quel Tao è beatitudine.
Essere innaturale significa essere triste; essere naturale significa essere nella beatitudine. Lascia che natura e beatitudine diventino sinonimi nella tua consapevolezza. E quando ti senti triste, ricorda: in qualche punto hai smarrito la direzione naturale, non sei più in accordo con essa. E quando ti senti in piena beatitudine, benedetto, ricorda: sei in sintonia. Perciò guarda, osserva i tuoi momenti di beatitudine in modo da potervi accedere sempre
di più, in modo da comprendere come arrivano. Non è una scienza, è un talento, un’abilità, come un trucco: bisogna apprenderne l’arte interiore. E l’unico modo di farlo è osservare i momenti di beatitudine.
Non esiste nessuno sulla Terra che non viva, talvolta, quei momenti. Anche se siamo diventati molto innaturali, la natura afferma se stessa; ci sono momenti in cui, non sorvegliata, ci sorprende: un uccello improvvisamente inizia a cantare e tu cadi nel silenzio... e improvvisamente, la benedizione. Oppure inizia a piovere e ti coglie di sorpresa; per un momento scivoli fuori dalle tue abitudini meccaniche, non sei più un robot... e il profumo della terra bagnata! Ogni cosa nuova, ogni cosa che ti sorprende, ti porta fuori dalla tua esistenza da robot ed ecco la natura in tutta la sua bellezza.
Quei momenti sono rari perché sono arrivati “tuo malgrado”, ma osserva: guarda come arrivano, da dove arrivano, in che modi arrivano, quale stato di ricettività trovano dentro di te, quello in cui più spesso ti sorprendono e che barriere impediscono loro di raggiungerti.
Allo stesso modo osserva la tua infelicità, come arriva, come accade. Osservando entrambe, pian piano l’equilibrio... improvvisamente si acquisisce questa abilità. Allora puoi invitare quei momenti sempre più spesso e puoi lasciare andare i momenti di infelicità lungo la strada. Una volta acquisita quell’abilità, non ci sono più barriere tra te e il divino. 2
E risplende la Terra intera!
La beatitudine non può esistere in altro modo. È fatta per essere splendente: vibra, pulsa e crea un’aura attorno a te. Chi ha occhi può vederla, chi ha orecchie può sentirne la musica e chi ha un cuore può sentirne l’amore.
La beatitudine ha una qualità intrinseca: desidera essere condivisa, vuole raggiungere altri. È l’opposto dell’infelicità. Quando sei triste vuoi restare chiuso, ti ritiri. Non vuoi vedere nessuno, non desideri incontrare nessuno, fino al gesto estremo del suicidio.
Suicidio significa semplicemente: “Non desidero essere mai più visto o vedere qualcuno. Non voglio relazionarmi in alcun modo. Mi disconnetto completamente dalla vita”. Questo è il confine estremo dell’infelicità. Desideri semplicemente sparire dalla vita stessa, perché finché sei vivo sei costretto a relazionarti. In un modo o nell’altro dovrai comunicare e l’infelicità non desidera relazionarsi o comunicare. L’infelicità fa di te un “luogo” senza finestre, diventi incapsulato.
È l’opposto della beatitudine.
La beatitudine ti apre. Diventi tutto finestre. I muri spariscono. Sei soltanto finestre e ancora finestre. Sei qualcosa di aperto, disponibile, vulnerabile. Improvvisamente inizi a esplodere, la tua energia inizia a estendersi. Una singola persona in stato di beatitudine, un Gesù o un Buddha, cambia la qualità dell’intero pianeta.
Non possiamo pensare all’umanità senza il Buddha, Gesù, Zarathustra, Lao-tzu. Cancella una dozzina di nomi dalla storia dell’umanità e l’uomo torna allo stadio animale. perdendo tutto ciò che ha valore. Questi pochi individui raggiunsero una tale beatitudine da rendere l’intero pianeta splendente della loro esistenza.
Il Buddha dice: “Quando una singola persona si illumina, l’intera esistenza fa un passo verso l’alto, il livello della consapevolezza cambia immediatamente”.3
Testi di Osho tratti da:
1. Scriptures in Silence and Sermons in Stones #13
2. Don’t Look Before You Leap # 28
3. Dance ‘Til the Stars Come Down From the Rafters #16
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