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Ma che
tipo sei!
Bodytype,
un’interessante mappa
della nostra realtà.
Ce ne parla Dwari,
Osho Therapist di grande esperienza,
quest’anno per la prima volta
all’OshoFestival di Bellaria
Da un articolo apparso su Osho Times
Marga: Parlaci dei “bodytype”, i tipi corporei, oggetto del training che inizierai a Miasto la prossima estate...
Dwari: Premetto che per me rappresenta una delle mappe fondamentali, in quanto mostra come il nostro corpo, la sua struttura e il suo profilo riflettano la nostra storia personale. Tutto ciò ha un grande valore, perché quando riconosciamo in noi un certo bodytype, che è connesso allo stadio nel quale ci siamo bloccati nel nostro sviluppo, abbiamo l’opportunità di effettuare un cambiamento. Non nel senso di diventare diversi, ma piuttosto di aumentare la nostra flessibilità, in termini di comportamento, e di modificare il nostro sistema di credenze. Non si tratta di definire, o giudicare noi stessi e il nostro bodytype, quanto piuttosto di prendere atto del fatto che il nostro corpo ci dice che a un certo punto della nostra vita qualcosa è venuto a mancare e ora possiamo imparare a sviluppare le qualità di cui avevamo bisogno, con giocosità e consapevolezza.
La psicologia occidentale ha sempre considerato i bodytype dal punto di vista patologico, come qualcosa di sbagliato: ad esempio, se sei un Tipo-Bisogno hai difficoltà a contattare i tuoi reali bisogni, quindi con questo devi fare i conti e questo devi “aggiustare”. Ho sempre avuto una forte resistenza di fronte al concetto di “qualcosa è sbagliato e bisogna aggiustarlo”. Con il lavoro sui traumi, altro ramo della terapia che ho approfondito, ho imparato che, qualsiasi cosa sia accaduta in qualsivoglia stadio di sviluppo della nostra infanzia, il modo in cui abbiamo risposto non è mai “sbagliato”, ma è stato piuttosto una strategia di sopravvivenza e una risorsa; è stato la risposta intelligente...
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Donne
Illuminate
La più importante discepola
di Ramakrishna
e la “maestra” di Meher Baba:
due modi singolari
di vivere la spiritualità,
nel racconto di Osho
Un prezioso testo di Osho
Sharda era una donna fuori dal comune. Lei e Ramakrishna non ebbero mai un rapporto moglie-e-marito fin dal primo giorno, quando lui aveva solo quattordici anni e andò a casa di lei, con i suoi genitori e parenti, per vedere se gli piaceva o no.
Sua madre gli aveva messo in tasca una rupia, in caso di bisogno, perché dovevano andare nella città vicina. Una rupia era più che sufficiente in quei giorni; si poteva vivere comodamente tutto un mese con una rupia.
Quando Sharda si presentò – nel modo tradizionale, in cui la ragazza arriva con del cibo e porge i piatti a tutti gli ospiti ed anche è il momento in cui il ragazzo e i genitori possono vederla – e offrì il piatto pieno a Ramakrishna, gli occhi di lui erano pieni di lacrime. Tirò fuori la sua rupia, la mise ai suoi piedi e glieli toccò.
I suoi genitori pensarono: “Cosa sta facendo? Ha rovinato tutto”. I mariti non toccano i piedi delle loro mogli, anche se le mogli possono toccare i piedi del marito. “E mettendo questa rupia ai suoi piedi e toccandoglieli, cosa pensa, che sia una dea, o qualcosa di simile?”.
Chiesero a Ramakrishna: “Ti piace la ragazza?”.
Lui rispose: “Immensamente”.
Si sposarono. Anche la famiglia della ragazza era un po’ titubante sul fatto di lasciare che questo matrimonio accadesse, perché il ragazzo sembrava un po’ matto. Nessuno aveva mai visto una cosa simile. Ma era un giovane così amabile, sano, silenzioso e bello, che non poterono rifiutare. E Sharda fu perentoria sul fatto che, se mai avesse sposato qualcuno, sarebbe stato Ramakrishna. Le dissero: “Sei pazza? Perché ciò che ha fatto dimostra semplicemente che potrebbe fare...
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