Editoriale 143

Mi è capitato in mano il darshan dairy – uno dei libri con i colloqui a tu per tu con Osho – dove è riportato il momento in cui ho ricevuto il sannyas da lui… Erano anni che non lo rileggevo!
Ha riportato la mia attenzione, più che sul ricordo del momento in se stesso, sul significato del nome che mi ha dato, che esprime per me uno degli aspetti pratici importanti della meditazione. Forse solo ora, dopo 40 anni, riesco a coglierne veramente le implicazioni.

 

Darshan con Osho



"Deva significa divino, Akarmo significa non-azione: divina non-azione”. Queste le parole con cui Osho iniziava a spiegarmi il significato del mio nuovo nome, dopo averlo scritto su un foglio. E, guardandomi dritto negli occhi, continuava “la verità non può essere conquistata, non ci puoi lottare contro, e quindi non è necessaria alcuna azione. La verità deve essere permessa. Non hai bisogno di andarla a cercare, perché è già qui.

È sempre qui, è sempre ora. È dentro e fuori di te. Non esiste altro che la verità. Quindi non hai bisogno di andare da nessuna parte. Non è un viaggio verso una meta, è solo un risveglio nel qui e ora. E in profonda inazione, quel risveglio accade. L’energia del ricercatore resta coinvolta nell’azione. Quando non stai cercando, non fai niente, tutta l'energia è disponibile. Non sei impegnato, ma pieno di energia, vibrante, pulsante: in quella vibrazione, in quel pulsare, la verità accade. La verità succede in profonda non-azione. Ecco quindi l’importanza della meditazione. Meditazione non è altro che imparare a essere non attivi, a essere non occupati, l’arte di non fare niente. Oppure la puoi chiamare un’anti-arte, perché ogni altra arte ti insegna a fare qualcosa e la meditazione ti insegna a non fare. E non-fare è essere”.

Ero davvero contento che non ci fosse niente da fare. Wow! Dovevo solo rilassarmi! Che bella prospettiva di vita che avevo davanti! Non avevo notato che in realtà mi diceva che dovevo meditare, che non equivale affatto al dolce far niente che mi ero pregustato.

​Dopo la spiegazione del mio nome, Osho mi chiese se volevo fare dei gruppi, indicandomene tre. Poi mentre stavo per alzarmi riprese a parlare e mi disse, come conclusione: “...perché, Akarmo, prima di imparare a non-fare dovrai fare molte cose!”.

Con quelle ultime parole mi aveva ribaltato la prospettiva…e aveva in realtà dipinto l’intero percorso della meditazione. 
Che è un po’ quello che succede con le sue Meditazioni Attive, come ad esempio la Dinamica: respira, grida, muoviti, brucia tutta l’azione possibile e poi “stop!”: immediata immobilità totale e assoluta.
Nell’azione totale e intensa la tua energia si unisce e si fonde in un unico punto, si cristallizza e acquisisce un’incredibile forza. Ma ancora non è successo molto, era solo una preparazione. Il vero salto di qualità succede fermandoti. Quando l’energia è tanta, il salto lo fa da sola, basta non interferire, basta togliersi di mezzo…
Ma il salto non succederà mai se prima non raccogli abbastanza energia attraverso l’azione. 

​E poi c'è l'altra faccia della medaglia: cioè come nasce l'azione in una persona che ha raggiunto uno stato interiore di non-azione?
Qui mi son ricordato di un aneddoto di Osho che racconta Shunyo nel suo libro:

“Un giorno ero in macchina con Osho e all’interno dell’abitacolo una mosca ronzava fastidiosamente sopra le nostre teste. Io iniziai a sbracciarmi nel tentativo di afferrarla. Quando ci fermammo a un incrocio, mi voltai e presi a dare colpi su colpi sui sedili e sui finestrini, senza riuscire a colpirla. In tutto questo tempo Osho era rimasto seduto immobile, guardando fisso davanti a sé, per nulla disturbato dal mio inutile affannarmi.
A un certo punto, senza neppure girare la testa, né muovere gli occhi, spinse con calma il bottone del comando automatico e fece scendere il finestrino dalla sua parte; poi rimase in attesa, seduto in silenzio. Quando la mosca gli volò vicino, fece un semplice gesto e quella volò fuori. Poi, fece risalire il finestrino.
Tutto questo senza mai togliere lo sguardo dalla strada, né dire nulla. Così Zen e così aggraziato!”.

​Per Osho, un essere illuminato che ha raggiunto uno stato interiore di non-azione permanente, l’azione nasce da uno spazio ben diverso…

Questo stimolante gioco ed equilibrio tra azione e non azione è molto evidente nel ricco programma dell’appuntamento per eccellenza per il mondo di Osho: l’OshoFestival! Che quest’anno torna a Bellaria in aprile… È tempo di segnarlo nella tua agenda!
In attesa di vederci lì ecco anche oggi due articoli dell’Osho Times. Buona lettura, Akarmo​