Editoriale 154

Mia mamma 98enne è diventata cieca già da un po’ di mesi. E ho visto succedere quella cosa che succede ai ciechi: tutta l’energia che di solito passa per gli occhi, cioè l’85% dell’intera energia dedicata ai sensi, si è spostata su altre porte. In particolare la mia mamma ha raffinato il suo senso del gusto.
Che poi, abbinato alla perdita di memoria, se non stiamo attenti diventa una cicciona! Perché mangerebbe sempre.
Io le do da mangiare a pranzo e la imbocco con un cucchiaino. È interessante vedere come ogni boccone è una scoperta a tutti i livelli, che lei descrive a parole in tutti i dettagli a mo’ di telecronaca in diretta. Si parte dal “mmh che buono!” e poi via a definire tutti gli altri aspetti, il caldo, la consistenza, il sale. “Che cos’è?” e vuole sapere gli ingredienti. "Di che colore è?".
L’altro giorno a fine pasto le ho dato un dolcetto. Dopo i suoi tipici commenti di questo tipo, dice “è un peccato mangiarlo!”. “Perché?” le chiedo io. “Perché è così buono e mangiandolo va a finire”.
In effetti è una bella contraddizione e se per farlo durare non lo mangi, nemmeno lo puoi gustare…

Osho cita spesso una frase di William Blake, riferendola al mondo della meditazione, che dice “l’energia è pura delizia”. E proprio di fronte all’energia ci si trova spesso con la stessa contraddizione di mia mamma, legata a una domanda: “ma l’energia è una delizia di per sé? Cioè una cosa da contemplare senza usarla, o lo è solo se la uso, se la impiego per fare qualcosa?”.
 

Energia dei chakra

 

Se penso all’energia fuori di noi, alla corrente elettrica, vien da dire che quell’energia esiste, si manifesta, ne puoi percepire l’esistenza solo nel momento in cui scorre, nel momento in cui la usi. Guarda una pila carica. Se non la colleghi a qualcosa che fa scorrere l’energia, una luce, un telecomando, un giocattolo, la pila anche nuova e stracarica di energia è un oggetto morto. Viste dall’esterno una pila esausta e una nuova sono identiche, morte. Ma quella carica messa in una torcia elettrica… wow la notte si fa giorno!
L’energia, dunque, va fatta scorrere…

Dentro di me ecco l’energia. La sento. Oppure no, sono stanco e svuotato e potrei morire qui dallo sfinimento. Ma se di energia ne ho, cosa ci faccio?
Guarda un bambino piccolo. Se è stanco si addormenta di botto e niente lo può disturbare. Ma se ha energia, non sta fermo un momento! Salta, gioca, canta, corre no stop.
Lì l’energia è sinonimo di azione. Se il bambino sta seduto fermo immobile è perché l’energia è finita. Si deve riposare.
Spontaneamente l’energia vuole essere usata, spinge verso l’uscita.

Ricordo a Puna negli anni ’70, Osho consigliava spesso di alzare il livello di energia, “Fai questa tecnica per aumentare l’energia”. L’intera “macchina” della Comune era un fenomeno di energia, una specie di dinamo: si investiva un sacco di energia continuamente – meditazioni, terapie, lavoro – per aumentare il livello di energia a disposizione.
Ero poco più che ventenne quindi di energia in teoria già ne dovevo avere di mio. Ma per gli scopi della trasformazione di cui parlava Osho quel livello era insufficiente. Andava aumentato.
Perché il mondo interiore funziona in modo diverso da una pila elettrica. Nella pila se usi l’energia si scarica, si svuota e poi la butti. Nel mondo interiore se usi l’energia in un certo modo, sotto la guida di un maestro, l’energia aumenta passando spontaneamente al piano superiore. Raffinandosi, pulendosi e andando a toccare i nostri mondi superiori.
E la crescita spirituale va di pari passo con l’innalzarsi di una certa energia impalpabile e sottile.

L’altro dato di fatto nel campo dell’energia è che comunque per vivere ne devi usare. Anche il semplice parlare… Quante volte ci siamo sentiti svuotati dopo una intensa telefonata di un’ora? Cavolo una telefonata... e che sarà mai? Eppure parlare costa tantissimo al nostro sistema. L’intero mondo del relazionarsi attinge alle nostre riserve energetiche.
È chiaro che ti dà in cambio una rigenerazione ad altri livelli. È chiaro che non possiamo chiuderci in una tomba nel tentativo di non spendere energia. E Osho non vuole nemmeno che diventiamo dei monaci di clausura, ma che viviamo la vita pienamente.
Però è vero che uno dei modi per alzare il livello dell’energia è proprio nel non disperderla inutilmente.

Gurdjieff per esempio lavorava proprio sull’aumentare l’energia del meditatore con due modalità: da un lato creare intensità e attrito interiore per aumentare l’energia e dall’altro diventare consapevole di quanti modi abbiamo per buttare via energia inconsapevolmente nel corso della nostra giornata... nel parlare per niente, nelle emozioni negative, nelle attività inconsapevoli, ecc. E quindi andare a chiudere le falle di dispersione.
Se l’energia non aumenta non può passare al livello superiore.

Nell’ambito dell’accumulo di energia, nel mondo di Osho, non c’è un altro esperimento equivalente a un ritiro di Vipassana. L’energia vitale comunque in noi continua a fluire, è la sua stessa natura, non finisce mai di prodursi fino al giorno in cui muori. E in quantità elevata! Se chiudi per qualche giorno le bocche che la riversano fuori meccanicamente, si innalza senza nessuno sforzo e va ad aprire porte misteriose nei livelli alti del nostro essere.
Il più grande happening in questo campo lo stiamo facendo proprio in Italia in una cooperazione senza precedenti tra Oshoba, Shunyo e Miasto. È la Maha Osho Vipassana che torna quest’anno a settembre.
Una potente dinamo di 100 meditatori che per 7 nutrienti giorni in silenzio, senza relazionarsi, semplicemente rivolgono lo sguardo dentro di sé mentre simultaneamente chiudono tutte le porte alla fuoriuscita di energia verso l’esterno. Aiutati in questo da una struttura ben coordinata con l’intera Miasto che partecipa al silenzio.
A differenza di ritiri di Vipassana tradizionali, Osho ha aggiunto le sue Meditazioni Attive che sciolgono gli intoppi energetici e permettono di letteralmente volare nel cielo blu del nostro infinito mondo interiore. E lì scoprire che l’energia è pura delizia, senza bisogno di impiegarla in nessuna attività! Per una volta, ​osservandola espandersi di suo, senza interferire...

Guarda cosa han detto quelli che hanno partecipato nelle edizioni precendenti.

E per oggi ecco due begli articoli in regalo, tratti dalla rivista Osho times… Perché non ti abboni?
Ciao ciao, Akarmo.​