Sulla natura di dio

 

Sulla natura di dio 

Vivere in un mondo circondato ovunque dal­l’oscurità è difficile. Non puoi essere certo nemmeno di ciò che sai, perché l’ignoto è così vasto... 

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 262

 

Osho



DOMANDAOsho, hai detto che dio non è né un’ipotesi né un’idea. Ma allora che cos’è? E qualcuno l’ha mai incontrato?

 

OSHO: Dio certamente non è un’ipotesi.

Un’ipotesi può solo far parte di una scienza oggettiva in cui puoi sperimentarla, sezionarla, analizzarla.

Era ciò che argomentava Marx: “A meno che dio non sia provato in un laboratorio scientifico, non lo accetterò”. Ciò che Marx intendeva è che “posso accettare dio come ipotesi, ma un’ipotesi non è una verità. Deve ancora essere provata e la prova deve essere scientifica”.

Ma se dio fosse testato in laboratorio, in provetta, sezionato e analizzato fino a conoscerne tutti gli elementi, sarebbe ancora il dio che ha creato il mondo? E se un Marx qualsiasi può accettare dio solo a quel punto, significa che dio è oramai ridotto a un oggetto.

A quel punto chi ci impedisce di produrlo? Dopo aver analizzato tutti i suoi elementi costitutivi, tutte le sostanze chimiche, non è un problema. Deposita il brevetto e inizia a produrlo. Ma quel dio prodotto non sarà certo il dio di cui mi stai domandando.

Dio non è un’ipotesi, non può essere un’ipotesi, perché la parola ipotesi in se stessa gli toglie il terreno da sotto i piedi. Dio non deve essere provato. Se la scienza deve dimostrare dio, lo scienziato diventa più importante di dio. Il povero dio diventa un topo bianco da laboratorio. E puoi giocare, creare delle gabbie e spostare dio da una gabbia all’altra e scoprire quanto è intelligente.

Lo psicologo Delgado sarebbe molto felice di trovare dio in una trappola per topi, perché tutto ciò che gli psicologi hanno scoperto sull’uomo non riguarda l’uomo, ma i topi. Prima fanno esperimenti sui topi e poi li proiettano sugli esseri umani, perché sembra disumano vivisezionare un essere umano, torturarlo e fare esperimenti.

Ma è molto bizzarro che il topo fornisca indizi in grado di aiutare a comprendere la mente umana, la psicologia umana. Certamente l’uomo è più sviluppato. Dovrai espandere un po’, ma l’idea fondamentale la puoi ricavare da un topo.

 

Dio, secondo le false religioni, è il creatore di tutta l’esistenza. Secondo loro, noi siamo una sua creazione. Ridurre dio a un’ipotesi significa che d’ora in poi dio è una nostra creazione. Stiamo cercando di invertire i ruoli, mettendo il creatore al posto della creatura e la creatura al posto del creatore. Le  false religioni non sarebbero d’accordo. Anche io non sono d’accordo, ma le ragioni del nostro disaccordo sono sostanzialmente diverse.

Le false religioni non possono essere d’accordo, perché per loro dio è al di sopra di tutto e nessuno può essere al di sopra di dio. Lo scienziato, per essere un osservatore, deve stare al di sopra, per guardare, e a quel punto dio diventa solo un giocattolo nelle sue mani. Può mettergli degli elettrodi nella mente e usare il telecomando: può farlo ridere e piangere, correre e stare fermo, a suo piacimento. 

Le  false religioni non possono essere d’accordo per questo motivo: dio non è una creatura, non è una cosa, è il creatore. Ti ha creato, non puoi essere al di sopra di lui, in nessun modo.

Io non sono d’accordo, perché per formulare un’ipotesi è necessaria almeno una certa probabilità. Non certezza, ma almeno una probabilità. Dio non è nemmeno probabile. 

Le mie ragioni sono totalmente diverse. Uno scienziato inizia con un’ipotesi, perché vede qualche probabilità in essa, delle possibilità, qualche potenzialità.

Dio è solo una parola senza alcuna sostanza; una parola vuota senza alcun significato.

Forse dobbiamo interpretare la Bibbia in modo leggermente diverso. Dice: “In principio era il Verbo, il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio”. In questo senso forse è vero che il principio di dio non è altro che una parola. Ma poi la parola inizia a raccogliere materia intorno a sé; col passare del tempo le persone continuano a darle sempre più significato. 

Il significato che danno alla parola è un loro bisogno. Dovreste sempre ricordarlo.

Dio è onnisciente, perché l’uomo ha percepito che la sua conoscenza è molto limitata in ogni direzione: solo una piccola luce, una candela che proietta un piccolo cerchio intorno a sé. Oltre quel cerchio c’è il buio e quel buio genera paura. Chissà cosa contiene? Ci vuole qualcuno che lo sappia e se non esiste, deve essere inventato.

Dio è l’invenzione di un bisogno psicologico dell’uomo.

È onnisciente. Tu non puoi esserlo; qualunque cosa tu sappia, per quanto tu sappia, non potrai mai essere onnisciente. L’esistenza è così vasta e l’uomo è così piccolo, così minuto, che concepire che il suo piccolo cervello possa essere in grado di conoscere tutto – passato, presente, futuro – sembra il delirio di un pazzo. Nemmeno un pazzo si sognerebbe una cosa del genere.

 

Ma vivere in un mondo circondato ovunque dall’oscurità è difficile. Non puoi essere certo nemmeno di ciò che sai, perché l’ignoto è così vasto. Chissà, magari non appena conosci un po’ di più, il tuo “noto” sarà invalidato.

In effetti è successo proprio così. Più l’uomo sapeva, più si rendeva conto del fatto che la conoscenza ritenuta tale in un momento, il momento dopo diventava ignoranza. E la conoscenza di oggi? Forse domani anch’essa diventerà ignoranza.

Diventò un grande bisogno psicologico avere qualcuno che sapesse tutto.

I preti hanno fatto un ottimo lavoro, forse il più grande compito mai svolto, e lo hanno fatto perfettamente: hanno inventato dio.

È stato utile in molti modi. L’uomo è diventato più sicuro di se stesso, più stabile, meno pauroso, perché esiste un dio onnisciente, pervasivo, presente ovunque. 

Tutto ciò che devi sapere è come tenere dio dalla tua parte. E il segreto era nelle mani del prete, che era pronto a condividerlo.

Ogni religione ha fatto finta di possedere la chiave che apre tutte le porte, la chiave universale.

E se riesci ad avere la chiave universale, sei proprio come dio: onnisciente, onnipresente, onnipotente.

In queste tre parole, i tre bisogni dell’uomo!

La nostra conoscenza è molto limitata, molto scarsa. Cosa sappiamo veramente? Persino le piccole cose possono renderci consapevoli della nostra ignoranza...

 

Continua su Osho Times n. 262

 

Tratto da: Osho, From Ignorance To Innocence #17