Editoriale 186

Ho un anziano vicino di casa ossessionato dagli alberi del mio giardino... e la cosa va avanti ormai da anni. Siamo in buoni rapporti in fondo... credo che sia lui che la moglie mi considerino un po’ come un figlio avendomi visto crescere da bambino a oggi. Tuttavia c’è un pino in particolare, nel mio giardino, che li fa soffrire e vorrebbero che... lo tagliassi!!! 

È un enorme pino marittimo che quando tira il vento si pulisce lasciando in giro dappertutto mucchietti di aghi secchi. E se cadono sul loro vialetto (dipende naturalmente dalla direzione in cui soffia il vento) il giorno dopo raccolgono il tutto diligentemente e mi mettono il mucchietto di aghi raccolto dal loro vialetto, lì davanti al mio cancello come protesta per questo insulto al loro senso di ordine e pulizia.


Pino marittimo


Un po’ mi fanno ridere naturalmente... E un po’ ne vedo la mente ristretta: ma come, non vedi che bellezza questo verde incredibile delle chiome luccicanti al sole? E non pensi a quanto ossigeno rilasciano anche per te? E non senti tutti gli uccellini che al mattino cantano l’alba?
D’altro lato la loro mente ormai è fissata e non sanno distogliere l’attenzione dal “problema”.
Tanto che hanno anche provato a coinvolgere le autorità.

È venuto a suonarmi il campanello l’assessore all’ambiente (loro parente stretto) che mi ha riportato le lamentele del vicino, come se già non le avessi sentite 1000 volte. Vicino che, a sostegno dell’intervento comunale, è anche lui uscito in strada a vedere come il suo senso di “ordine” venisse fatto rispettare.

Siccome non era la prima volta che sentivo queste cose, sono rimasto rilassato e dentro di me divertito dall’assurdità della sua ossessione: un mucchietto di aghi secchi sul suo vialetto 8 o 9 volte l’anno.... mamma mia che dramma tremendo! Quindi, all’intervento del pubblico ufficiale, sono rimasto distaccato e ho così potuto osservare il mio vicino mentre l’assessore parlava con me: era eretto, dritto come un fuso, mani sui fianchi, petto leggermente in fuori, come a sostenere con la propria autorità le frasi dell’assessore.

E ho visto il suo piacere nell’estendere il suo controllo al di fuori della sua recinzione... adesso arrivava fin nel mio giardino, cercando di impormi addirittura di tagliare l’albero che tanto disturbo gli dava.
Godeva proprio della cosa. E non era tanto una rivincita nei miei confronti, non c’era cattiveria, ma piuttosto il vedere la sua idea di ordine prendere forma sul territorio che lo circonda.

Ho pensato “L’ego ci tira dentro alle sue imposizioni promettendoci di fatto un certo piacere... anche per questo ha una forte presa sulla nostra consapevolezza: promette grandi soddisfazioni!”.
Aaaah le gioie dell’ego... Ma quanto son grandi queste gioie?
Certo che se la spinta (conscia o inconscia) che guida la vita di tutti noi è, nelle parole di Osho, trovare l’estasi... quanto in là in questa direzione si può arrivare inseguendo le soddisfazioni dell’ego?
Quanta gioia nella vita ci può dare il controllo?
Pensa all’amore... quanta gioia ci darebbe lì il controllo?

La verità è che tutti lo sanno e i poeti lo scrivono o lo cantano... la vera gioia è proprio nella direzione opposta. La gioia dell’avere tutto sotto controllo è piccola e illusoria. Hai allargato un filo i confini è vero... ora arrivi un po’ più in là. Ma non è spostando i confini che potremo raggiungere l’estasi. Nella meditazione, come nei momenti chiave della vita come l'amore, sono proprio i confini, per quanto allargati, a essere l'ostacolo verso l’estasi. Il tenere il controllo è l'opposto del lasciarsi andare all'espansione; nel controllo rimaniamo solidi, nell'espansione conosciamo il dissolversi. E l'estasi arriva nel dissolversi. Se togli i confini e ti lasci andare... ecco che “il naufragar m’è dolce in questo mare”!

C’è una meditazione che Shunyo fa fare ogni tanto nei suoi eventi: chiudi gli occhi, rilassati. Respira profondamente. Rilassati ancora un po’ più in profondità. E ora sentiti, lì dove sei, e dimmi: tu dove finisci? Qual è il tuo confine? Quanto in là riesci ad andare? C’è forse un punto in cui senti che finisci tu e inizia il mondo?
Ecco questa domanda è importante, chiudi gli occhi e dimmi dov’è il confine tra te e il mondo, tra te e il cosmo...

È una meditazione che è un assaggio del percorso che descrive Osho: “Con la meditazione ogni giorno, centimetro dopo centimetro, la distinzione, la distanza tra la circonferenza della tua vita e il centro diventa sempre meno. E il giorno non è lontano quando improvvisamente la tua circonferenza si fonderà col tuo centro. Quel momento è il momento dell'illuminazione. Quel momento, il Buddha è giunto alla sua fioritura finale".

E il percorso, giorno dopo giorno, regala una grande gioia che l’ego, con i suoi vialetti e recinti da tenere sotto controllo, nemmeno può immaginare...

«La religione pensa in termini di comprensione del tutto. Più lo comprendi, più senti di farne parte. E allora non sei un estraneo, fai parte del tutto, ci sei dentro.
Questa sensazione di “esserci” è estatica. Se riesci a sentire di essere parte del tutto, che ne sei la parte più intima, sei a tuo agio. Non puoi mai essere a disagio, sei a tuo agio. Sei in mani più grandi di te, ci sono forze più grandi su cui puoi fare affidamento. Non sei inutilmente appesantito, non sei solo. Non devi portare l’intero carico sulle tue spalle. Sei come un bambino che dorme in braccio a sua madre: libero, spensierato. La madre è lì, quindi non deve preoccuparsi. Non c’è angoscia, nessuna sofferenza.
La religione ha questo atteggiamento verso il tutto. Il cosmo è come la madre: sei circondato da forze maggiori, da forze infinite, da una saggezza che non puoi comprendere e sei a tuo agio. Questa facilità, questo lasciarsi andare, è una situazione in cui c’è una fioritura, una fioritura innocente. Sei alleggerito.
Per me questa fioritura è beatitudine, estasi.» Osho

Uno dei principali ostacoli al nostro fluire nella vita, al nostro espanderci nel rilassamento e nella gioia, è quello che viene chiamato “il giudice interiore”. È la voce nella nostra testa che ci giudica, ci critica e ci fa dubitare di noi stessi, che è ciò che ci fa esitare e ci impedisce di sbocciare in quello che vogliamo essere. Questo sarà il tema del prossimo appuntamento on line con Anandotra pochi giorni.

Prima di trovarci nuovamente su zoom con lei... a proposito, tutto il nostro programma su Zoom sta raccogliendo davvero un grosso successo! Tutti i partecipanti a ogni evento non fanno che ringraziare per questa occasione così efficace nel portare Osho e la meditazione a casa loro... è una vera sorpresa! Se ancora non hai provato, scegli un evento e vieni con noi online a toccar con mano! 

Su questo sito trovi vari articoli: sono un assaggio dalla rivista Osho Times... è tempo di abbonarsi o rinnovare l’abbonamento. Buona lettura, Akarmo​