A scuola di Vipassana

A scuola di Vipassana

Con Osho... 

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n 273

 

Osho


 

Il metodo 

 

La Vipassana è una delle tecniche di meditazione più importanti. È immensamente bella e tuttavia molto semplice: persino un bambino è capace di farla!

Il metodo consiste nel guardare il tuo respiro. Quando hai tempo, quando non hai niente da fare, siediti in silenzio, a guardare il respiro che entra. Seguilo, va molto in profondità! Poi c’è un intervallo, per un attimo non c’è movimento, il respiro si ferma. Guarda quella pausa. È molto importante, perché è la porta del tuo essere. Poi il respiro inizia a uscire. Guardalo di nuovo. Si estingue completamente, poi di nuovo c’è un intervallo, per un attimo il respiro si ferma. Anche quella è una porta.

Una è la porta nella realtà interiore, l’altra è la porta nella realtà esteriore. Se passi dalla porta interna, da te entri in dio. Se passi dalla porta esterna da dio entri in te. Sono due facce della stessa medaglia.

Ma ricorda, il respiro non deve essere modificato, deve essere naturale come sempre. Non devi fare alcuno sforzo per renderlo più lungo, o più profondo. Non deve esserci alcun cambiamento: lascialo così com’è. L’unica cosa che devi introdurre è un testimone, un osservatore.

Falla prima da seduto e poi piano piano riuscirai a farla camminando; e poi alla fine riuscirai a farla mentre fai altre cose: cucinare, fare il bagno, pulire il pavimento. Solo una cosa devi ricordare: non farla mai di notte, solo tra l’alba e il tramonto.

Se la fai di notte non riuscirai a dormire, perché genera un certo stato di veglia. Quindi solo tra l’alba e il tramonto... E se ti accorgi che il tuo sonno è disturbato, riduci il periodo, falla per due ore dopo l’alba, o per due ore prima del tramonto, solo in quelle ore. Devi sperimentare, perché è diverso da persona a persona. Alcune persone riescono a farla anche di notte, ma è molto raro. 1

 

 

 

Il processo

 

Qualunque cosa sia, guardala come un testimone. Non desiderare che ci sia e non desiderare che sparisca. Non attaccarci il tuo desiderio; non attaccarti affatto.

Avrai molte esperienze piacevoli, ma non aggrapparti ad esse, lasciale andare. Devi ricordare che deve arrivare un tempo in cui non ci saranno più esperienze; ci sarà solo il testimoniare, solo il testimone. Non deve esserci alcun oggetto da osservare, solo l’osservare in sé, un semplice rispecchiare. Sii molto consapevole di questo.

Nel frattempo, molte cose accadranno durante la meditazione. Ci saranno esperienze piacevoli, come l’apparire di una fragranza che ti emozionerà, o un’esplosione di colori come se fosse scoppiato un arcobaleno! Vedrai anche che i fiori stanno sbocciando ed è arrivata la primavera; farai esperienza di molti tipi di luci, suoni e musica. A volte ti sentirai così senza peso da riuscire a volare nell’aria!

Queste esperienze si presenteranno quando la Vipassana si farà più profonda. Devi solo esserne testimone, senza alcuna identificazione, senza alcun attaccamento. Continua a testimoniare. Devi ricordare che sei un testimone, solo un testimone. Non identificarti con nessuna delle esperienze. Sappi sempre: “Io non sono né questo né quello, sono solo l’osservatore davanti al quale si svolgono queste esperienze. Non sono l’osservato, ma l’osservatore. Io sono il testimone”. Questo ricordo dovrebbe essere sempre presente.

Lentamente tutte le esperienze scompariranno. E il giorno in cui sarà presente soltanto l’osservatore, accade l’esperienza delle esperienze, l’esperienza suprema. Definirla “esperienza” non è giusto, perché là non resta alcuna esperienza. Ma quella è l’esperienza che cerchiamo: chiamatela sa­madhi, illuminazione, o come volete.

Continua a osservare e sii consapevole dell’osservatore. 2

 

 

 

La metamorfosi

 

Vipassana significa “visione interiore”; è la parola del Buddha per indicare la meditazione, l’andare dentro, il rivolgersi all’interno. Passana significa “vedere”, Vipassana significa “vedere dentro”.

L’uomo vive praticamente all’esterno. Tutta la sua vita è vissuta fuori, come se gli avessero regalato un palazzo, ma non se ne fosse reso conto e vivesse soltanto nel patio, pensando: “È tutto qui”. Da qui nasce l’infelicità: non possiamo accontentarci solo dell’esterno, perché l’esterno non è nulla in confronto all’interno. Il vero tesoro è dentro.

Se viviamo fuori restiamo dei mendicanti, perché rimaniamo inconsapevoli del tesoro che abbiamo, che siamo. 

Quando ci rivolgiamo verso l’interno, la vita attraversa una metamorfosi. All’improvviso non sei più la stessa persona, perché ora sei consapevole delle cose che hai, di cui non eri mai stato consapevole. Hai un infinito dentro, un cielo sconfinato di libertà, una sorgente inesauribile di gioia, un’eternità… Come puoi restare un mendicante?

Andare dentro non è contrario all’esterno. Quando impari ad andare dentro, anche il tuo esterno inizia ad avere nuovi colori, perché sei cambiato. Quindi quando guardi fuori, i tuoi occhi sono diversi: gli stessi alberi ti appaiono più verdi, lo stesso fiore ti appare più rosso e persino le stelle non sono più le stesse. Tutta l’esistenza diventa luminosa di mistero, perché l’hai toccato dentro di te! Incontri le stesse persone, ma non sono più le stesse, perché ora sai che anche loro hanno lo stesso tesoro: sono anime! Prima erano solo corpi, prima vedevi solo i loro abiti. Ora le vedi, ora puoi guardarle negli occhi e sei in grado di vedere che in loro esiste la stessa coscienza, la stessa beatitudine, la stessa verità che esiste in te.

E non è così solo con le persone: è così anche con gli animali, con gli uccelli, con gli alberi; persino le rocce non sono più inanimate. Puoi toccare una roccia e sentire che respira, che pulsa. Puoi toccare la roccia con amore e puoi vedere e sentire che ti risponde. Puoi toccarla con rabbia e puoi vedere che si ritrae.

Una volta conosciuto l’interno, l’esterno non è più lo stesso; è emersa una grande visione. La visione di se stessi è la prima cosa che accade e solo dopo è possibile una visione profonda di qualsiasi altra cosa. 3


Testi di Osho tratti da:
1. Dance Til’ the Stars Come Down #25
2. Won’t You Join the Dance? #9
3. Won’t You Join the Dance? #13



Continua su Osho Times n. 273