Pulizia
Pulizia
Dobbiamo essere pronti a rinnovarci
Un articolo di PRATITI pubblicato su Osho Times n. 320 cartaceo e digitale

Walt Whitman diceva che è necessario sbarazzarsi di tutto ciò che offende la nostra anima.
Studiando i Tarocchi, ho cominciato a guardare con interesse la carta della Morte, l’arcano senza nome, che una volta era percepito in modo estremamente negativo, come presagio di sventure e di lutti, portatore di dolori e di disperazione. In realtà, nella maggior parte dei casi, può essere interpretata come la carta della pulizia, del fare spazio al nuovo, eliminando ciò che è vecchio e che non ci corrisponde più.
L’essere umano inevitabilmente evolve, cambia e, nelle sue metamorfosi, ha bisogno di rinnovarsi e di provare nuove strade e nuovi modi di vivere, uno stile inusuale di fare le cose e avvicinarsi alle persone, al proprio lavoro, alle relazioni affettive, amicali, alla propria gestione degli impegni familiari o al giudizio, al controllo, a tutto ciò che provoca ansia, aspettativa o delusione.
Dobbiamo essere pronti a rinnovarci, non tanto per il semplice gusto del diverso, quanto perché è necessario saper cavalcare il cambiamento e sapersi adeguare al mutamento della nostra anima che non è sicuramente un oggetto finito e immutabile, ma che si plasma a seconda degli accadimenti, delle esperienze e delle impressioni che ci nutrono e spostano il nostro baricentro e l’equilibrio che ci costruiamo di momento in momento.
Se parliamo di sacchi neri e puzzolenti, gettare via la spazzatura ci sembra opportuno e naturale; altrettanto naturale non ci appare la potatura dei rami secchi, se quei rami secchi sono rapporti consolidati, ma logori, atteggiamenti e modi di fare che ci hanno sempre fatto sentire a nostro agio, non tanto perché funzionali, quanto perché ormai routinari e dunque rassicuranti. Ma l’abitudine all’ingiustizia ci fa perdere inevitabilmente il nostro senso di giustizia, ci rende rane bollite che non si ribellano al continuo peggioramento di ciò che era già al limite della sopportazione.
Rinnovarsi è alla base dell’evoluzione, quindi credo sia importante non stare fermi nello stesso punto, ma trovare il proprio ritmo nel cambiamento, una leggerezza piena di possibilità che ci allontana di un passo da ciò che non siamo più, per avvicinarsi a ciò che siamo davvero. Come fare?
Osho ci suggerisce:
“Trasformazione significa una rottura con il passato, una discontinuità. Da questo momento in poi non hai bisogno di aggrapparti al tuo passato. Se ti aggrappi al passato, il futuro rimane chiuso. Aggrapparsi al passato significa desiderare continuamente di ripeterlo, in un modo o nell'altro. Magari un po' modificato qui, un po' cambiato là. Quando conosci te stesso nella tua nudità inizi a essere una persona diversa. Non puoi più ingannare te stesso, perché sai cosa sei. Ma finché non sai cosa sei, non riesci a trasformarti, perché ogni trasformazione diventa possibile solo in questa nuda realtà: questa nuda realtà è il potenziale per qualsiasi trasformazione. Trasformarsi significa diventare ciò che sei veramente”.
Da: Enciclopedia dell’uomo nuovo – Dal Tutto allo Zero, Oshoba libri
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