Vite passate

Vite passate

La ricchezza d’esperienze
delle nostre vite precedenti

viene con noi anche in questa?

 

Un brano inedito di Osho apparso su Osho Times n 198

Osho,
a ogni vita successiva viviamo un progresso spirituale
rispetto a quella precedente?

Non necessariamente. Può essere, o può anche non essere così, tutto dipende dalla persona. Non esiste una legge per cui si debba salire sempre più in alto. Si può anche andare verso il basso, è possibile scendere al di sotto del livello precedente. Il percorso di evoluzione si fa più certo solo quando si diventa più consapevoli e da quel punto in poi ogni vita si trova su un piano più alto rispetto alla precedente.
Ma quante sono le persone che cercano di essere consapevoli? La maggior parte delle persone nel mondo stanno cercando di essere più inconsce che pos­sono, perché quella poca consapevolezza che conoscono non crea loro al­tro che ansia, angoscia, preoccupazione… e c’è grande paura, esitazione. Nella poca consapevolezza di cui di­spo­ne, l’uomo è sempre separato, diviso, lacerato: una parte tira in una direzione, un’altra parte tira in un’altra, semplicemente in uno stato di infelicità.

Non è un caso che l’alcol e le altre droghe che annegano la coscienza nella vastità dell’inconscio, siano vecchi quanto l’uomo. La droga è antica quanto l’uomo, così come l’impegno per combatterla, ma ogni sforzo è sempre fallito… questi sforzi, compiuti dai poteri costituiti contro persone che non hanno alcun potere, non sono stati in grado di sradicare la droga dalla vita umana. E non credo che ci riusciranno mai, perché non tengono conto della causa, del perché l’uomo vuole essere inconsapevole: il mondo è così brutto che la gente non vuole essere cosciente. La gente vuole diventare inconscia, vuole dimenticare tutto. È pronta ad andare in prigione, ma non ad abbandonare la droga, perché nel mondo che questi poteri e le cosiddette religioni hanno creato, non vale la pena di essere coscienti, è semplicemente terribile.
E se non si cambia la situazione... o facciamo sì che la vita cosciente dell’uomo sia così bella, piena d’amore e felice da non desiderare di perdere conoscenza, o dobbiamo far sì che l’uomo sia completamente libero da tutto ciò che può renderlo infelice. Allora non vorrà più essere inconsapevole. Vorrà essere sempre più consapevole, perché più è conscio e più la vita diventa ricca, più la vita diventa un’avventura, più si arrivano a conoscere i misteri dell’esistenza.
Vorrà diventare più consapevole e questo desiderio non si fermerà fino a quando non avrà raggiunto la consapevolezza assoluta, una consapevolezza pura senza nemmeno un minuscolo angolo di oscurità e di incoscienza… fino a che non sarà pieno di luce, solo luce.

L’incoscienza suscita attrazione, ti aiuta a dimenticare tutte le tue preoccupazioni, le responsabilità. Ti aiuta a rilassarti. Tutto il mondo scompare, con le sue armi nucleari e Ronald Reagan. Questo è il motivo per cui la gente non ha mai cercato di essere più consapevole, perché la sua poca consapevolezza non le ha mai dato il gusto di desiderarne di più, è sempre stata un’esperienza molto amara.
Quindi queste sono le due strade possibili: o il mondo diventa così bello che l’amarezza della consapevolezza si trasforma in una dolce esperienza – cosa che non sta succedendo, che è al di là di ogni speranza – oppure l’altra possibilità è che gli individui possano accrescere la propria consapevolezza, perché quando questo accade, l’amarezza scompare. Si raggiunge un terreno nuovo, fresco, che il mondo non ha ancora contaminato. Più profondamente si va nella consapevolezza, tanto più fresco il terreno, più pura l’acqua… che arriva direttamente dai ghiacciai… e poi subentra una gran voglia di averla tutta e a quel punto ogni vita accrescerà la consapevolezza sempre di più.
Altrimenti ogni vita sarà un’esperienza amara: non hai ottenuto nulla di valore, hai semplicemente sprecato una vita intera. Ti sei dannato nell’infelicità e in qualche modo sei sopravvissuto, quasi trascinando il tuo cadavere sulle spalle, e poi sei morto.
Un’esperienza così non ti darà una qualità migliore nella prossima vita... forse ti darà addirittura una qualità inferiore in modo che tu sia meno consapevole e soffra di meno. Potrà portarti uno stato in cui sei quasi inconscio, in modo da non soffrire. Se il tuo dolore è stato insopportabile, la prossima vita ti proteggerà, ma sarà una discesa verso il basso e questo può significare qualsiasi cosa.

Quindi solo il fatto di nascere e rinascere non equivale necessariamente a una crescita. Si può anche andare avanti a muoversi in cerchio senza mai raggiungere nessuna forza spirituale, nessuna coscienza evolutiva.
Ma se in questa vita cerchi di diventare più consapevole, tutto ciò che raggiungerai rimarrà con te nella prossima vita… non andrà mai perso. Nella prossima vita potrai iniziare proprio dal punto in cui hai lasciato nella vita passata, perché hai solo cambiato corpo, ma tu sei lo stesso. Quindi, se qualcosa è diventato conscio in te, lo rimarrà nella prossima vita. Ci sarà un nuovo inizio, senza più niente che incombe su di te, avrai più libertà di crescere nella consapevolezza. A ogni vita avrai più possibilità, più opportunità di crescere. Dipende tutto da te.
Quindi non dare mai per scontato che ogni vita successiva andrà automaticamente più in alto. È pericoloso. Devi lavorare, te lo devi guadagnare. Devi meritartelo.

 

Un fatto che ho osservato è che se sei nato uomo in questa vita, nella vita passata eri una donna. E se sei una donna in questa vita, nella vita passata eri un uomo.
L’ho osservato senza eccezioni e sento che è psicologicamente valido, perché una donna può stancarsi di essere una donna e iniziare a sentire che l’uomo ha tutto – la libertà, il potere, il prestigio – mentre lei non ha nulla. Naturalmente, mentre muore, ci può essere il desiderio di rinascere nel corpo di un uomo.
Lo stesso vale per l’uomo. Anche se ha potere e più libertà, in fondo si sente inferiore perché la donna ha il potere di creare la vita. È più bella, più radicata, più terrena.
Anche nella vita la donna è più radicata, più pacifica. Ogni tanto esplode, mentre l’uomo non esplode mai, accumula. Ed è meglio esplodere al dettaglio che all’ingrosso… il “commercio all’ingrosso” è pericoloso, significa suicidio, omicidio o follia. È molto pericoloso. Ma una piccola crisi ogni tanto e nel giro di pochi minuti, o qualche ora, la donna ritorna a essere silenziosa e ha quasi dimenticato...
La donna conserva una certa qualità del bambino. L’uomo la perde, diventa sempre più furbo perché vive nel mondo con ogni genere di persone astute. Quindi deve diventare furbo, altrimenti sopravvivere è difficile. Quindi un po’ alla volta sente che la donna gode di più, anche sessualmente. E con l’avanzare degli anni inizia a sentire che lui non gode per nulla e che la donna vive molto meglio e inizia a sentirsi invidioso.

Quindi un uomo mentre muore desidererà di rinascere come donna. È una cosa normale. Ci possono essere eccezioni e ci sono. Nella mia esperienza è quasi come una ruota: l’uomo e la donna sono come lo yin e lo yang della ruota cinese. Una volta sei uomo, un’altra volta sei donna e la ruota gira finché non ti illumini. Poi la ruota si ferma. E l’uomo e la donna sono parte di una ruota, di un tutto, di un cerchio.

 

Osho,
dopo la morte resterà qualcosa della mia individualità?

Sì, la tua individualità rimarrà, ma la tua personalità scomparirà e devi comprendere la differenza tra le due.
La personalità ti è stata data dalla società, dalla religione, dall’educazione, dalla professione. Hai ricevuto una certa personalità che se ne andrà, perché è un prodotto sociale. Ma sei nato con un’individualità che è solo tua e con la morte la porterai con te. Tutto il resto, ciò che hai acquisito lungo il cammino, sarà “restituito”, perché non ti appartiene. Lauree, riconoscimenti, premi Nobel, prestigio, reputazione… andrà tutto distrutto. Questo è ciò che definisco “personalità”, ma hai un’individualità innocente, con cui sei venuto al mondo, estremamente pulita, una tabula rasa su cui nessuno ha ancora scritto nulla, nessun no­me… è senza nome. Attraverserai la morte con quell’individualità innocente e senza nome. È la tua anima, che non muore mai. È eterna: è sempre esistita e ci sarà per sempre. Assumerà forme diverse – il che significa personalità diverse – finché un giorno sarai così stufo di queste personalità che prima ancora che la morte se le porti via, sarai tu a lasciarle andare.
Questo è ciò che io chiamo rinuncia, il sannyas: ciò che fa la morte, tu lo fai spontaneamente. Prima della morte, lasci andare la totalità della tua personalità, tutti i riconoscimenti, la tua rispettabilità, il tuo nome, la tua fama, tutto… e diventi un bambino innocente, rinasci. Se è possibile conoscere il sapore dell’individualità in questa vita, perché aspettare la morte?
E questo è uno dei modi per sconfiggere la morte, perché a quel punto la morte non avrà più nulla da portarti via. Morirai consapevolmente.
La morte vi porta a essere inconsci perché deve portarvi via delle cose, altrimenti vi ci aggrappereste, non le lascereste andare.
Il sannyas è un suicidio – il suicidio della personalità – e una rinascita, una rinascita nell’individualità. E la sua in­nocenza, la freschezza e la bellezza, so­no al di là delle parole. È un’estasi che continua a crescere ogni giorno sempre più grande. E non conosce limiti.

Osho da The Path of the Mystic