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newsletter n. 062

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Il seme
non muore mai

Osho risponde alle domande
di due discepoli sul cammino spirituale


 

Un prezioso testo di Osho apparso su Osho Times n 221





Osho,
conosco la relazione maestro-discepolo, essendo da anni accanto a te. Potresti parlare della relazione discepolo-discepolo?

Non esiste nulla di simile. I discepoli in passato hanno creato delle organizzazioni. È stato il loro modo di essere in relazione, di “essere cristiani”, di “essere musulmani”, di appartenere a una religione, a una fede e, in virtù di questo, di sentirsi fratelli e sorelle. Vivere e morire per la fede.

Tutte le organizzazioni sono nate dalle relazioni tra i discepoli. In realtà, due discepoli non sono affatto connessi tra loro. Ogni discepolo è connesso con il maestro per mezzo della sua individuale capacità. Un maestro può essere connesso a milioni di discepoli, ma la connessione è personale, non organizzativa. I discepoli non hanno alcun rapporto. Sì, hanno una certa amichevolezza, una certa amorevolezza.

Evito la parola “relazione”, perché è vincolante. E non la chiamo amicizia, ma “amichevolezza”, perché sono tutti compagni di viaggio che camminano sullo stesso sentiero, in amore con lo stesso maestro, ma sono legati gli uni agli altri attraverso il maestro, non direttamente.

Questa è stata la cosa più spiacevole in passato: i discepoli si sono organizzati e legati tra di loro, ma erano tutti degli ignoranti. E le persone ignoranti riescono a creare nel mondo soltanto un fastidio ancora maggiore. Tutte le religioni hanno fatto esattamente così.
La mia gente è legata a me individualmente.
E poiché sono tutti sullo stesso percorso, i discepoli si avvicinano certamente l’un l’altro. Nasce un’amichevolezza, un’atmosfera amorevole, ma non voglio definirla una relazione di qualsiasi genere. Abbiamo sofferto così tanto a causa di discepoli che si sono relazionati direttamente tra loro, creando religioni, sette, culti e poi conflitto. Non riescono a fare altro.

Almeno con me, ricordatelo, non siete connessi in alcun modo. È sufficiente semplicemente una fluida amichevolezza, non una solida amicizia, di gran lunga più bella e senza possibilità di danneggiare l’umanità in futuro.


Osho,
una volta mi hai detto che la primavera era arrivata, ma ora ho l’ansia di aver perso tutto, con la sensazione di essere invaso dall’immondizia e di non riuscire a mantenermi aperto a te come discepolo, se non in tua presenza. Puoi dire qualcosa riguardo il seme della crescita spirituale che pianti in noi e se può morire?


Il seme è immortale, non può morire. Ma può rimanere latente, può rimanere latente per vite. Se non è previsto il terreno adatto, se non è disponibile la giusta acqua, se non è disponibile la corretta esposizione alla luce rimarrà dormiente, un potenziale, un’attesa… ma non può morire.

Puoi morire molte volte, ma il seme, una volta piantato in te, seguirà la tua consapevolezza ovunque andrai. Ma se non gli dai attenzione, nutrimento, cura e amore non può diventare un germoglio vivo. Non possono crescere le piccole e fresche foglie verdi. Soltanto il tuo amore e la tua consapevolezza possono far accadere il miracolo... e a quel punto il giorno della fioritura non sarà molto lontano.

Ci sono persone qui che portano in sé semi ricevuti da altri maestri. Non ho bisogno di piantarne di nuovi in loro, tutto ciò che serve è aiutare i loro semi dormienti ad aprirsi. Non sei qui per la prima volta. Sei sempre stato qui…

Continua sull'Osho Times di settembre


Tratto da: Osho, Beyond Enlightenment n.2


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