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newsletter n. 058
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Ciao!
Mi è appena capitato di riascoltare, alla radio, “cerco un centro di gravità permanente”… come cantava Battiato nella lontana estate del 1982! E mi ha riportato indietro ai miei ricordi di Gurdjieff; l’espressione infatti è stata creata da lui (Battiato ne è un profondo estimatore), ma il senso era un po’ diverso da quello della canzone. Non era infatti “per non cambiare mai idea sulle cose e sulla gente…” come canta Battiato.
La compensione di Gurdjieff, uno dei più grandi mistici contemporanei, è che per svegliarsi va trovata innanzitutto la giusta direzione in cui moversi poi con costanza. Con una botta e via un po' qua e un po' là non si può cristallizzare niente di reale nel proprio essere. Ma l’unico modo per poter procedere con costanza sulla via della meditazione è avere un desiderio fermo, consolidato come un bisogno, un senso di direzione, una specie di magnete che ci tiene orientati verso il dentro, il profondo, l’essere, i picchi di amore e consapevolezza... verso la meditazione insomma; questo magnete non è ancora la cristallizzazione dell’essenza interiore, ma solo un primo assaggio, come una bussola che funziona in maniera ben determinata. Per Gurdjieff già il solo arrivare a questo è una vera rarità, un segno di grande evoluzione. È già un’enorme conquista riuscire ad avere chiaro che “devo fare qualcosa per me stesso per diventare più sveglio, più presente”, averne una sete profonda. E comunque senza questo “centro di gravità permanente”, secondo Gurdjieff non ci si può incamminare verso nessuna vera destinazione.
Sulla costanza gli fa eco Osho, che come unico impegno – niente a che fare con le centinaia di minuziose regole del buddhismo – chiede a chi si incammina sulla via della meditazione di dedicarle del tempo ogni giorno, tutti i giorni.
L’estate 2015 porta con sé nuove canzoni… ma per il “ricercatore di se stesso” possono cambiare le stagioni, ma la canzone è una sola: “cerco un centro di gravità permanente!”. È il primo vero traguardo dice Gurdjieff… ma uno dei più importanti.
Meditando in compagnia si gode di quel grande supporto energetico che si genera spontaneamente... e con l'estate le occasioni non mancano: si comincia tra pochi giorni con la delizia di Meditando, a Salsomaggiore, e poi trovi ricchi programmi con svariate proposte nei tanti centri di Osho in tutt'Italia.
Anche le buone letture aiutano ad alimentare il nostro centro di gravità. Ecco quindi due articoli tratti dalla rivista Osho Times. Enjoy – Akarmo
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A scuola di tiro
con l’arco Zen
Dalla sensei Bodhihanna,
una guerriera dei nostri tempi
Da un articolo di Terry Hodgkinson
apparso sull'Osho Times
Ho sempre avuto interesse per il Tiro con l’Arco Zen. Avendo un trascorso di arti marziali tradizionali, ho sempre pensato che ci potessero essere delle affinità e ho letto molti articoli relativi alla sua tradizione, ma non avevo mai avuto l’opportunità di prendere qualche lezione, fino a un paio di anni fa, quando all’Osho International Meditation Resort di Pune, seppi che si offrivano lezioni di Arco Zen in Buddha Grove. Non vedevo l’ora di partecipare.
La nostra insegnante, Bodhihanna, era un’anziana donna tedesca. Il suo modo di insegnare è calmo, metodico e severo. Non esita un attimo a dirti senza peli sulla lingua se stai facendo qualcosa di sbagliato.
Ho subito pensato che il suo metodo di insegnamento potesse ispirarsi a quello dei sensei giapponesi da cui ha imparato nei templi in Giappone...
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La canzone
del silenzio
Zorba il Buddha
Oltre gli estremi,
verso una sintesi che
li contiene entrambi
Un prezioso testo di Osho
La mente si sposta da un estremo all’altro, come il pendolo di un orologio. Una cosa va compresa: quando il pendolo si sposta a sinistra raccoglie energia per andare a destra e quando si sposta a destra raccoglie energia per andare a sinistra. Quell’energia non è visibile, ma la si può facilmente dedurre. Più si spingerà verso destra e più riuscirà a spingersi verso sinistra. E la mente agisce così in continuazione. Una persona che mangia troppo, a un certo punto si mette a dieta, digiuna o diventa un fanatico crudista che crede nella naturopatia. Prima mangia troppo, poi digiuna, presto ricomincia ad abbuffarsi. E questa è la storia di tutti quelli che continuano a mettersi a dieta, a perdere qualche chilo e poi a rituffarsi nell’altro estremo, mangiando gelato e tutto il resto. E visto che si sono deprivati moltissimo, ci si tuffano come per prendersi una rivincita...
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