osho times l'arte della meditazione
NEWSLETTER n.103  DELLA RIVISTA MENSILE CARTACEA E DIGITALE DEDICATA ALLA VISIONE DI OSHO

Ciao!
Chiacchierando qua e là ho scoperto che per molti la storia di Osho è poco conosciuta.
Di recente, per esempio, qualcuno si è stupito del fatto che Osho fosse stato in America per anni... Un pezzo del suo percorso “sul pianeta Terra” così importante, che ha regalato ai tantissimi che c’erano esperienze indimenticabili. In estate c’era un festival che richiamava 20 mila partecipanti da tutto il mondo. Una marea rossa, arancio e fucsia di cuori infiammati dalla gratitudine per quel maestro così speciale. Passavamo un paio di settimane praticamente innamorati a tempo pieno di Osho, dell’energia e di tutti quelli che incontravamo, là tra le brulle colline dell’Oregon, in un luogo dalla bellezza indescrivibile.

Io ho avuto anche la fortuna di poter stare 3 mesi come lavoratore e di partecipare alla costruzione di quello che sarebbe diventato famoso come “il ranch”, una cittadina di 5000 residenti fissi su un territorio vasto quasi come una provincia italiana.
Allora il percorso di trasformazione proposto da Osho passava perlopiù attraverso il "lavoro come meditazione". In seguito, tornati a Pune, Osho riportò equilibrio nella “giornata tipo”, includendo alcune ore di meditazione e riducendo a 6 le ore di lavoro, ma in America era così.

C
ome lavoro, dovetti imparare a guidare un camion da cantiere, un mitico Mack, affiancato in cabina da un esperto istruttore di guida americano. Io sapevo già guidare il camion ed era più un senso dell'orientamento che mi serviva. Quindi, dopo alcuni giorni, visto che me la cavavo bene, l’istruttore se ne stava lì seduto di fianco a me a godersi la vacanza. 
La funzione del mio Mack era perlopiù trasportare ghiaia, terra o rocce dalle cave alle aree di costruzione. La ruspa, guidata da un’esile biondina olandese, mi caricava il cassone e poi io lo andavo a scaricare dove serviva, alzando il cassone e facendo scivolare giù il materiale nell’esatto punto prefissato. E per un certo tempo, sempre con l’istruttore a fianco, feci quel lavoro, guidando avanti e indietro per 12/14 ore al giorno.
Finché un giorno...

Dovete sapere che quando è carico il camion si abbassa e invece scaricando si alleggerisce, le sospensioni si allungano e ritorna alla sua altezza originale. 
Quel giorno avevo scaricato e stavo abbassando il cassone. Improvvisamente un fortissimo rumore mai sentito fece scattare il mio sonnecchiante istruttore che gridò “Oh no!!! Oh no!!!”.  
“Oh no” cosa? Che sta succedendo? 

Cavolo, avevo tranciato di netto i cavi dell’alta tensione sopra di noi, perché alzandosi senza peso il camion li aveva agganciati! E c’era il rischio di rimanere tutti fulminati coi cavi a terra ancora in tensione.
Per fortuna nessuno si fece male. Ma che shock!! E tutto il trambusto a seguire... Aiuto, che danno!
Il giorno dopo il mio istruttore fu chiamato in direzione. Io rimasi fermo al garage in attesa del verdetto. Ero sicuro che mi avrebbero licenziato, una cosa del genere è davvero grave, pensavo. Arrivò l’istruttore visibilmente emozionato dal meeting. Risultato: dall’indomani avrei guidato il mio camion da solo. Con questo grave errore ero diventato un camionista super esperto!!! 
Wow che colpo di scena! E che saggezza. Quando commetti un errore e lo ammetti, lo vedi in tutte le sue implicazioni e te ne prendi la responsabilità, non fa di te un fallito, ma un super esperto: quell’errore non lo farai mai più!


Osho dice che è normale fare errori, l’importante è fare sempre errori nuovi, non ripetere gli errori già fatti. E se resti sveglio cresci attraverso gli errori!
Quindi la domanda è: oggi quale nuovo errore farò?
Anzi, l’ho già fatto... Questo editoriale è venuto un po’ troppo lungo!
Quindi chiudo, invitandoti come sempre a leggere gli articoli dell’Osho Times qui di seguito, tratti dalla rivista a cui è bello essere abbonati!
Buona lettura Akarmo



Quando il mondo è un manicomio

Piccoli consigli per vivere nella società...

Un prezioso brano di Osho apparso sull'Osho Times


Domanda: dopo essere stata qui con te per un po’, il mondo mi sembra un grande manicomio e questo posto mi appare come l’unico manicomio in cui possiamo diventare sani. Come possiamo impedire a noi stessi di ritornare a essere matti quando torniamo nel mondo? La follia è molto contagiosa e, fino ad ora, ogni volta che sono tornata nel mondo, non ho fatto altro che tornare a essere ciò che tutti definiscono “normale”.…

Osho: È certamente un grande problema per tutti i sannyasin quando tornano nel mondo: se restano come sono qui, saranno certamente considerati anormali, inadeguati. Potrebbero perdere il posto di lavoro, la moglie o il marito, potrebbero perdere tutto. E potrebbero ritrovarsi in un manicomio. Quindi tutti fanno esattamente quello che fai tu: quando sei nel mondo, sii normalmente pazza, adeguati al suo stile. Solo una cosa devi ricordare...


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Dimensione acqua

La pura coscienza di esistere, di Keli...


Da un articolo apparso sull'Osho Times


Quando avevo 14 anni, volevo cambiare il mondo. Ero certa che il mio contributo, unito a quello di altri ricercatori, avrebbe segnato la fine delle guerre e avrebbe posto le basi per una convivenza più sana e consapevole su questo pianeta. Ero impegnata in vari comitati per la pace e collaboravo con diverse associazioni giovanili più o meno politiche. Fu proprio a un Festival dell’Unità che entrai in contatto con il mondo di Osho...


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Questa settimana ti segnaliamo:

>>> Non perderti il bellissimo 
Osho Times di MAGGIO
 
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>>> Leggi cosa ha detto Osho della sua rivista... l'Osho Times

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