Ciao!

Forse ricordate che in passato ho scritto spesso storie sulla mia mamma; ora alcuni amici mi chiedono se è ancora viva, visto che non ne parlo da un po’. Ebbene sì, è viva più che mai! E determinata a compiere quest’anno 99 anni! Anche se cieca, in carrozzina e senza memoria, ha la tempra di un’eterna giovincella.
Qualche giorno fa, mentre le davo da mangiare abbiamo avuto uno scambio interessante. Con la forchetta avevo ridotto in poltiglia (non ha più neanche un dente) una maturissima banana e gliela stavo dando col cucchiaino. Lei ne è golosissima e non finiva più di commentare a ogni boccone quanto le piaceva: “Mmh ma che buona! Cos’è?”. “Mamma è una banana”. “Una banana? E che cos’è una banana?”. “È un frutto”. “Ma di che cosa è fatta?”.
Fermi tutti, questa non me la aspettavo proprio…

Dopo un attimo di esitazione le ho risposto: “Mamma, una banana è fatta di banana”.

In seguito ripensando a questo scambio mi sono detto: “Certo sarebbe bello se un giorno qualcuno dicesse di me che Akarmo è fatto di Akarmo”.
Perché la verità è che siamo degli esseri strani… Forse quando nasciamo siamo integri, un’unità con la sua bella individualità schietta e pulita, univoca: “Akarmo è fatto di Akarmo”. Ma poi, nel processo che ci porta a essere degli adulti, come ben sappiamo, quell’univocità è contaminata e il nocciolo originario si ricopre di una patina che col tempo diventa molto spessa e acquisisce una “mente” tutta sua. E la chiamiamo “personalità”. Che non è la nostra individualità originaria.
Osho fa una bella distinzione tra le due: 
 “Un individuo è un universo in se stesso. Ma nessuna società vuole gli individui, quindi nel corso dei secoli l'individualità è stata distrutta ed è stata sostituita da una cosa di plastica. Quella cosa di plastica si chiama ‘personalità’.
 

Le persone sono molto confuse tra personalità e individualità. Pensano che la personalità sia l'individualità. Non lo è, anzi, ne è la barriera. Non si arriverà mai all'individualità se non si è pronti a rinunciare alla propria personalità. Qui nella mia Comune le terapie di gruppo, le meditazioni, il lavoro, questa comunione... tutto è concepito in modo tale da distruggere la tua personalità, il tuo io di plastica, e riportarti alla tua vera individualità.
L'individualità nasce con te, è il tuo essere.
La personalità è un fenomeno sociale, ti è stata data. Quando sei seduto in una grotta sull'Himalaya non hai alcuna personalità, ma hai l'individualità. La personalità può esistere solo in riferimento agli altri. Più persone ti conoscono, più hai personalità; da qui il desiderio di farti un nome e avere successo. Più la gente ti rispetta, più ti piace la tua personalità; diventa più forte.
Da qui il grande desiderio di rispettabilità...". Osho

Che stavo vivendo nella mia personalità l’ho scoperto esperienzialmente (fino ad allora erano solo cose lette nei libri) nei miei primi gruppi terapeutici fatti a Pune negli anni 70/80.
Uno in particolare che si chiamava Tao. Un gruppo senza struttura particolare… la brava terapista usava piccoli trucchi e stratagemmi per scatenare grandi momenti di esplorazione collettiva. 
In una di queste situazioni create dalla terapista – era una specie di festa improvvisata tra tutti i partecipanti – mi è arrivato un forte momento di “risveglio”.
 

Cercavo di essere simpatico e divertente, giocando tra parole e risate in modo naturale, spontaneo e disinvolto. E tutt’a un tratto ecco la distanza.
Una distanza incolmabile era lì dentro di me, tra io che vedevo e quello che esprimevo. Per un lungo momento ho visto questo “Akarmo animale sociale” interagire per conto suo, come sapeva fare, come aveva imparato a fare, con le persone che incontrava. Ma non ero io!
La chiarezza dell’esperienza era tremenda.
Io ero lì dentro a tutto ciò e osservavo il tutto succedere aldilà di me senza poterci fare niente.
La cosa insopportabile era la sensazione di falsità terribile che c’era alla base di tutto quell’interagire. Stavo recitando una parte che nessuno in quel momento mi obbligava a recitare. Ma non sapevo fare altro!
Fu un’esperienza così forte e lunga che ogni volta che iniziavo a esprimermi “spontaneamente”, subito il disgusto per la falsità mi bloccava e tutto quello che potevo continuare a dire era: “È tutto falso. È tutta una recita. È tutto finto”. Era l’unica verità che potevo affermare. 
La cosa più preoccupante era che c’era questa falsità, ma non era contrapposta a qualcosa di vero! No, tolta quella recita non rimaneva assolutamente niente…
Osho: “Se la tua mente fosse cancellata saresti semplicemente svuotato, senza sapere chi sei, dove stai andando. Per che cosa? Cosa stai facendo?”

Sembrava non dover finire più questo squarcio sul reale…
Poi però a un certo punto ero di nuovo il solito “addormentato” senza nessuna distanza tra l’osservatore e l’azione, e la vita andò avanti come sempre. Ma mi aveva lasciato un certo sospetto su di me… Era iniziata la ricerca: chi sono veramente?
 

Purtroppo pareva che potessi solo sapere cosa NON ero. Come posso fare a trovare la mia individualità se tutto quello che faccio, penso, immagino, desidero, nasce nell’unica cosa che sembra esistere, cioè la mia falsa personalità, lo strumento con cui mi rivolgo all’esterno?
Osho suggerisce un metodo: chiudi gli occhi e vai dentro. Così facendo smetti di usare la personalità e l’energia non spesa, piano piano inizia a muoversi in un’altra direzione. Se smetti di usare la personalità le togli energia.
“Il trucco della meditazione è tutto qui: quando non fai nulla, l’energia va verso il centro, si stabilizza nel centro interiore. Quando stai facendo qualcosa, l’energia si dirige verso l’esterno. Fare è un modo per uscire da te stesso.
Non-fare è un modo per entrare dentro di te”. Osho

Forse sembra difficile da credere che si possa cambiare qualcosa così, cioè smettendo di fare come via verso l’affermazione del proprio vero sé. Ma si basa su una magia scientifica scoperta da tutti i meditatori antichi e moderni: l’energia così tolta alla personalità, si raccoglie e va a cristallizzare un nuovo fenomeno, come sottolinea Osho: “La meditazione è la via verso l'individualità perché ti rende una luce per te stesso”.
Questa luce è la nostra vera forza. Più ne abbiamo più siamo individui.

Dedicando tutti i giorni del tempo alla meditazione, ripete sempre Osho, lentamente tutta l’energia che andava nella personalità, va a nutrire la luce interiore, che è ciò che ci guida anche nelle situazioni difficili come quella che stiamo vivendo in questi giorni in Italia.
Ed ecco anche oggi due begli articoli tratti dalla rivista che ti porta a casa l’arte della meditazione… abbonati!

Buona lettura, Akarmo