Con il mio ego sono sopra a tutti, se faccio eco sono parte del Tutto.
Lascia cadere la maschera delle identificazioni, la vita è subito dietro.
Una riflessione sottile sull’Essenza del vivere: lasciar cadere le maschere che portiamo e i condizionamenti che ci abitano. Vivere al di là della paura ed essere testimoni, nel qui ed ora, di ciò che siamo realmente quando smettiamo di essere ciò che dovremmo.
"Scompari così come sei, in modo che tu possa apparire come sei veramente. Lascia cadere la maschera così che il volto originale possa essere scoperto". Osho
Le Upanishad, tradotte in Occidente agli inizi dell’Ottocento, non descrivono una filosofia. Sono la trascrizione delle testimonianze di visioni e comprensioni interiori raggiunte da “antichi” veggenti – antichi per modo di dire, perché chi più di loro può essere definito “contemporaneo”, vista la totalità con cui vivono la presenza e il presente del Reale?
Sono le loro intuizioni ad offrire a Osho lo spunto per accendere dentro di noi un fuoco che ci porta a chiedere: come è possibile attivare dentro di noi un modo di vivere libero da schemi e modelli? E come coltivarlo?
Il primo è lo stato di veglia,
l’esperienza della realtà comune a tutti.
L’attenzione è rivolta verso l’esterno,
ci si gode il mondo in tutta la sua varietà.
Il secondo è l’esperienza dei mondi soggettivi,
così come accade nel sogno.
Qui l’attenzione è rivolta verso l’interno,
rapita dalle creazioni più sottili della mente.
Il terzo è il sonno profondo:
la mente riposa, la consapevolezza è sospesa.
Questo stato è oltre la dualità,
da dove emergono le onde del pensiero;
gli illuminati lo percepiscono come un incantevole oceano
di silenzio e beatitudine.
Il quarto, dice il saggio, è il puro Sé, incondizionato.
Dimora nel cuore di tutto,
è il signore di tutto,
l’osservatore di tutto,
la sorgente e la meta di tutto".Osho
"Carl Gustav Jung non ha affatto ragione quando dice che il misticismo orientale è introverso. Questa è una condanna, perché per la psicologia la parola “introversione” è negativa: indica che una persona è morbosa, chiusa verso la realtà esterna, indica che non è aperta. Jung è venuto in India quando era in vita un grande veggente, Sri Ramana Maharshi e molte persone gli consigliarono di andare a incontrarlo, ma lui non ci andò. Viaggiò per tutta l’India, andò a vedere il Taj-Mahal, Khajuraho, Ajanta ed Ellora, ma non andò da Ramana Maharshi: aveva paura. La paura era che un uomo come Ramana potesse diventare uno specchio: Jung avrebbe potuto vedere il proprio volto, la sua stessa falsità." Osho
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